CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Le ragioni del centrosinistra contro la proposta di legge per lo sviluppo golfistico; l’opposizione sfida la maggioranza sul campo delle riforme istituzionali

 

Cagliari, 15 settembre 2011 - I gruppi del centrosinistra in Consiglio regionale, in conferenza stampa, hanno motivato l’abbandono dell’Aula fino al termine della discussione della proposta di legge per lo sviluppo del turismo golfistico. L’opposizione ha anche contestato l’attività della Giunta Cappellacci nei primi due anni e mezzo di legislatura e ha sollecitato l’approvazione delle riforme istituzionali.
Il capogruppo del Pd Mario Bruno ha detto che “parlare di golf in un momento come questo è ridicolo” e che “di fronte al vuoto, all’assenza di progetti senza prospettive per le nuove generazioni, non si può rispondere con la propaganda e gli spot”. L’assenza di strategie senza leggere la realtà della Sardegna, ha spiegato, è accompagnata solo dalla volontà di “realizzare volumetrie in deroga, altro cemento, altri mattoni”.
Gian Valerio Sanna (Pd) ha parlato di legge che “serve per ingannare” e ha citato l’approvazione dell’emendamento 26 come elemento chiarificatore degli obiettivi della maggioranza: si dà mandato alla Giunta di modificare il Piano paesaggistico regionale per togliere il blocco alle edificazioni nella fascia costiera. I 25 campi da golf, quindi, non saranno realizzati in aree svantaggiate. Sanna ha spiegato che tra residenze, alberghi, scantinati, garage, club house e altre premialità volumetriche si autorizzeranno tra i 3 e i 3,5 milioni di metri cubi. A suo avviso, si tratta di una probabile “restituzione di provvidenze elettorali” a due lobby (una attiva nel Sud dell’isola, l’altra al Nord) attraverso una “vergognosa legge ad personam che coltiva interessi privati”.
Per il capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas Luciano Uras “smantellare la normativa paesaggistica significa riportare la Sardegna al Far west”, mentre tutto il resto (entrate, effetti della manovra nazionale, crisi economica, licenziamenti dovuti alla desertificazione produttiva, leggi inapplicate dalle burocrazie) non conta nulla. Uras ha detto di essere pessimista sui tempi del processo di riforma perché “ogni giorno che dura questa legislatura è un giorno che massacra le istituzioni democratiche”.
Daniele Cocco (Idv) ha ricordato la mancata percezione della drammaticità della crisi sarda: si parla di golf quando 380.000 persone vivono sotto la soglia di povertà. “Abbiamo abbandonato l’Aula per non essere complici di questo scempio – ha aggiunto – Se vogliamo dare un senso alla legislatura dobbiamo cambiare rotta”.
Chicco Porcu (Pd) ha evidenziato le ambiguità e le differenti posizioni espresse da settori di maggioranza, ad esempio sulle distanze entro le quali sarà vietato costruire campi da golf. Ricordando che l’opposizione ha cercato di entrare nel merito, ha contestato il capogruppo del Psd’Az Giacomo Sanna: “Perché ieri hanno garantito il numero legale? Se non sono d’accordo con leggi di carattere speculativo, li sfidiamo perché smettano di fare la stampella della maggioranza”.
Claudia Zuncheddu (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha ribadito la contrarietà ad una legge “che dà risposte a debiti da saldare” e che i sardi pagheranno in termini di aggressione al territorio. Inoltre, non affronta il problema dell’inquinamento legato alle strutture golfistiche (sfruttamento delle risorse idriche, utilizzo di diserbanti chimici).
In conclusione, il capogruppo Pd Mario Bruno ha tracciato il percorso da seguire per arrivare ad efficaci riforme istituzionali: oltre ai costi della politica e alla riduzione del numero dei consiglieri regionali, sono in agenda la legge statutaria (partendo dal testo base, migliorabile, di quella della scorsa legislatura) e la legge elettorale. Ieri sera, nella Conferenza dei capigruppo, ha spiegato, è stato deciso che eventuali proposte potranno essere presentate alla Prima Commissione entro il 20 ottobre: “Abbiamo dato tempi stretti, dovrà lavorare tutti i giorni, è una sfida che lanciamo alla maggioranza”. Bruno ha poi ricordato che si dovrà parlare del nuovo ruolo degli enti locali: “Ma l’esempio lo dobbiamo dare prima noi rivedendo l’architettura della Regione”. (MM)