CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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INTERPELLANZA Planetta sulla chimica verde: quali finalità per la centrale elettrica a biomasse? Si esigano garanzie sui rischi per la salute anche consultando i cittadini di Porto Torres
Cagliari, 15 giugno 2011 - Con una interpellanza rivolta al
presidente della Giunta Ugo Cappellacci, il consigliere regionale del Ps d’Az
Efisio Planetta esprime perplessità sugli effetti della costruzione a Porto
Torres di una centrale elettrica alimentata a biomasse, un progetto di Eni/Novamont
inserito nel piano della “chimica verde” per la riconversione industriale del
polo petrolchimico. Il timore è che si nasconda il tentativo “di mettere in
funzione un inceneritore per rifiuti solidi urbani anche extraregionali”, ovvero
un termovalorizzatore, mettendo in pericolo “il reale diritto alla salute dei
sardi”.
Planetta rileva che la nuova centrale a biomasse, indicata con una capacità di
almeno 40 MWe, avrebbe bisogno di grandi quantità di combustibile per alimentare
una tale potenza. E’ un aspetto che non esclude il ricorso a materiali esterni
all’isola. La vicenda è legata al restyling, a Porto Torres, del centro di
stoccaggio e combustione di eventuali rifiuti speciali pericolosi
“verosimilmente prodotti fuori dalla Sardegna che andrebbero ad alimentare una
seconda centrale con potenza da 160 MWe”. Il consigliere regionale sardista
sollecita prudenza in decisioni “che paiono affrettate e/o poco ponderate in
riferimento alla reale convenienza della Sardegna”. Occorre esigere la
Valutazione di impatto sanitario (Vis). Non sono sufficienti le garanzie sui 600
posti di lavoro (peraltro ancora incerte per l’indotto) e sui tempi per le
bonifiche (i 500 milioni di euro dovrebbero essere un atto dovuto e distinto,
precedente agli investimenti) nella proposta Eni/Novamont “i cui effetti
condizioneranno per un lungo periodo l’economia sarda”. Bisogna ottenere “un
progetto concreto di impatto ambientale riferito all’impiego di larghe
estensioni per coltivazioni intensive di biomasse” e, spiega Planetta, occorre
chiarire come il nuovo Piano energetico regionale che punta alle fonti
rinnovabili collochi la proposta della centrale a biomasse “e, nel caso, quale
sia la relazione con il piano regionale del rifiuti”. Si rifiuta la stipula di
“accordi riservati e segreti” su questioni attinenti alla salute pubblica perché
configura un problema di sovranità dei sardi sul proprio territorio e sulle
proprie risorse. E’ comunque necessario, conclude Planetta, sentire la
popolazione, anche attraverso un referendum. (MM).