CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Audizione di Anci Sardegna e Unione province sarde davanti alla quarta commissione (Lavori Pubblici) sul disegno di legge 265 -modifiche al “piano casa”.
Cagliari, 5 aprile 2011 - “Agevolare gli interventi migliorativi
del patrimonio abitativo di modeste dimensioni, realizzati in difformità dagli
strumenti urbanistici, attraverso una modifica dell’art. 2 del Dl 265 (modifiche
al “piano casa”) che consenta nella zone A,B e C dei Comuni di realizzare i
progetti di ampliamento dei fabbricati, purchè le maggiori volumetrie rientrino
nelle premialità previste dalla legge”. Lo ha proposto il direttore generale
dell’Anci Sardegna Umberto Oppus nel corso della sua audizione davanti alla
quarta commissione (Lavori Pubblici), presieduta dall’On. Matteo Sanna (Udc-Fli).
La modifica di questa parte della legge-ha proseguito Oppus- permetterebbe fra
l’altro di superare alcuni problemi che hanno rallentato l’applicazione del
“piano casa”. Infatti, da un lato, potrebbero emergere numerosi progetti finora
non presentati perché relativi ad edifici realizzati in difformità dalla legge
e, dall’altro, si eliminerebbe la contraddizione di una norma che non permette
l’ampliamento del fabbricato (magari a causa di una lieve irregolarità) ma ne
prevede la demolizione e ricostruzione.
Senza contare-ha precisato il direttore generale di Anci Sardegna-che si
rafforzerebbe complessivamente la certezza del diritto messa in discussione da
alcuni recenti sentenze, per imboccare invece la strada già tracciata dalla
Corte Costituzionale secondo cui “la demolizione, disposta in base ad una legge,
si esaurisce in un aggravio economico se l’intervento edificatorio è consentito
da altre leggi.”
Per quanto riguarda altri aspetti del Dl 265-ha concluso Oppus-riteniamo che il
disegno di legge della giunta regionale abbia recepito le nostre osservazioni
più importanti.
Secondo l’ing. Carlo Melis, componente del comitato esecutivo di Anci Sardegna,
“quella della semplificazione è la vera esigenza dei cittadini cui bisogna dare
una risposta e, nello stesso tempo, è anche la ragione dei dati in chiaroscuro
che hanno accompagnato il provvedimento nella prima fase.”
Più articolata la posizione dell’Unione province sarde (Ups), espressa dal vice
presidente Ignazio Contu: “sulla materia generale del riordino urbanistico, di
cui in Sardegna c’è indubbiamente bisogno, occorre procedere con il più ampio
coinvolgimento del sistema delle autonomie, a cominciare dal piano paesistico
regionale”. Le province-ha dichiarato-non sono direttamente coinvolte nel
processo del nuovo “piano casa”, ma possono dare il loro contributo perché,
anche su questi problemi, rappresentano un riferimento per i comuni, soprattutto
i più piccoli.
“Gli interventi di semplificazione normativa sono senz’altro opportuni-ha
affermato l’ing. Guido Vacca, delegato Ups per l’urbanistica-ma in questo caso
appaiono particolarmente complicati. Il c.d. “piano casa”, infatti, in qualche
modo è appoggiato su altre leggi. Ed è molto meno efficace una semplificazione a
valle che, per esempio, non risolve la confusione fra ciò che è urbanistico e
ciò che è paesaggistico, rispetto ad una fatta a monte che invece interviene sui
nodi strutturali della normativa.
Nel dibattito aperto sulle relazioni sono intervenuti numerosi componenti della
commissione: il vice presidente Cesare Moriconi (Pd), l’On. Felice Contu (Udc-Fli),
l’On. Gavino Manca (Pd), l’On. Eugenio Murgioni (Pdl).
(A.F.)