CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Audizione dell’Asel (Associazione sarda enti locali) davanti alla quarta commissione sul Dl 265 (modifiche e integrazioni alla legge 4/2009-“piano casa”)
Cagliari, 31 marzo 2011 - “Semplificazione delle procedure ed un
ulteriore trasferimento di competenze agli enti locali sono gli aspetti che
possono assicurare un impatto positivo della nuova legge”. Lo ha dichiarato il
presidente dell’Asel (Associazione sarda enti locali), aprendo la sua audizione
sul Dl 265 -modifiche e integrazioni alla legge 4/2099 -“piano casa”- davanti
alla quarta commissione (Lavori Pubblici), presieduta dall’On. Matteo Sanna (Udc-Fli).
Dopo aver messo in evidenza quelli che, a suo giudizio, possono essere i punti
maggiormente qualificanti del provvedimento, Cancedda ha sottolineato anche
alcune criticità. “La più significativa – ha affermato – riguarda la parte
dell’art. 1 che disciplina le distanze fra i fabbricati. In questo caso, sarebbe
opportuno non discostarsi dalle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti e
del codice civile, in modo da evitare il rischio di liti condominiali che, per
loro natura, sono estremamente complesse, lunghe e problematiche”.
E’possibile poi introdurre pochi elementi migliorativi, non di grandissima
portata ma potenzialmente in grado di aumentare l’efficacia della nuova
normativa, sia nelle autorizzazioni paesaggistiche che, di conseguenza, nella
valutazione complessiva sulla qualità architettonica degli edifici, con
particolare riferimento ai centri storici. “Su queste materie – ha suggerito il
presidente dell’Asel – si può lavorare ancora sulla semplificazione, assegnando
un ruolo di primo piano ai comuni che esercitano la loro competenza primaria di
governo del territorio. Come misura concreta, si potrebbe ad esempio aumentare
da 50 a 60 anni il limite per la valutazione architettonica dei fabbricati,
anche per assicurare un aggancio alla legge urbanistica nazionale”.
Per quanto riguarda i centri storici, infine, - ha proseguito Cancedda -
“l’esperienza ci insegna che gli interventi di recupero in questo tipo di
edifici sono sempre particolarmente complessi, e ancora di più potranno esserlo
nel momento in cui vengono richieste, per essere ammessi alle agevolazioni,
tecniche costruttive nuove, a cominciare da quelle che assicurano livelli
adeguati di risparmio energetico. Una progettazione certamente più ampia ed
articolata, quindi, dovrebbe essere bilanciata da un tempo maggiore a
disposizione dei cittadini per completare gli interventi”.
(A.F.)