CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Seconda commissione (Diritti civili) audizione rappresentanti di Anci, Asl Sassari ed enti autorizzati sul testo unico su adozioni e affidi
Cagliari, 24 marzo 2011 - Sì a una Consulta che gestisca e
coordini i lavori di tutti gli organismi attori nei processi di adozione e
affido, no invece all’istituzione di un’agenzia regionale che rischierebbe di
diventare un “ennesimo carrozzone che disperde risorse e un duplicato degli enti
autorizzati che già agiscono nel settore”. E’ la posizione unanime scaturita
dalle diverse audizioni di questa mattina in Seconda commissione (Diritti
civili), presieduta da Silvestro Ladu (Pdl), che sta proseguendo i lavori sul
testo unico in materia di adozioni e degli affidi che racchiude le due proposte
di legge presentate da maggioranza e opposizione sull’argomento.
A essere ascoltati per primi i rappresentanti dell’Anci: Umberto Oppus,
Costantino Palmas e Daniela Sitzia. Il direttore Umberto Oppus ha sottolineato
l’importanza del ruolo dei Comuni nel meccanismo degli affidi e delle adozioni
attraverso la rete esistente dei servizi sociali “che però andrebbe potenziata e
posta in grado di offrire un servizio più puntuale e veloce”. Daniela Sitzia ha
posto l’accento sulla differenza sostanziale tra affido (temporaneo) e adozione,
precisando che sugli affidi è necessario un coordinamento migliore e un aumento
di risorse a tutti i livelli. Sulla nascita di un’agenzia regionale l’Anci ha
espresso forti perplessità: “Rischierebbe di essere un duplicato degli enti già
esistenti, sarebbe più conveniente destinare le risorse al potenziamento
dell’esistente”.
Dello stesso avviso Marcello Cabiddu, responsabile del servizio consultoriale
della Asl 1 di Sassari: “Condivido l’impianto del testo in esame ma credo che
una gran parte di risorse debba essere messa in campo per potenziare e tentare
di risolvere le problematiche che il territorio si trova ad affrontare e che
riguardano in senso più ampio le politiche familiari”. Cabiddu ha illustrato ai
commissari la difficile situazione in cui versano i consultori familiari
nell’Isola, costretti a un super lavoro perché carenti di organico. Le figure
professionali presenti al loro interno (psicologi, pediatri e assistenti
sociali) non sono sufficienti a coprire tutte le necessità anche per quanto
concerne il tema degli affidi familiari. “E’ per questo che i minori troppo
spesso crescono nelle case famiglia invece di rientrare nel loro nucleo
familiare originario, le equipe specializzate andrebbero potenziate in modo da
poter garantire un’assistenza e un percorso più vicino alle famiglie, sia quelle
di provenienza dei minori che quelle affidatarie”.
Sentiti anche i rappresentanti dei cinque enti sardi autorizzati e previsti
dalla legge per le adozioni internazionali (Congregazione delle missionarie
figlie di San Girolamo, SOS bambino, Aibi, Ciai e Naaa), tutti concordi sul
rischio caos che la nascita di un’agenzia regionale creerebbe nel meccanismo
delle adozioni e degli affidi. “C’è il rischio che in questo modo ci si
concentri più sulle agevolazioni, anche economiche, verso la famiglia che vuole
adottare un bambino che non sul benessere del minore stesso che dovrebbe essere
aiutato a tornare invece nella sua famiglia d’origine”. Secondo Maria Teresa
Maccanti del NAAA, si dovrebbe guardare all’esperienza quasi fallimentare del
Piemonte, unica regione in Italia che ha istituito l’agenzia regionale per le
adozioni e gli affidi, che “in otto anni ha speso oltre sei milioni di euro per
portare a termine meno di centocinquanta procedure d’adozione”. “La Sardegna è
una piccola regione – ha proseguito Maccanti - e le richieste non rappresentano
un numero così elevato da far pensare all’istituzione di un ente pubblico
apposito e troppo costoso”. La Consulta invece, a parere di tutti gli enti,
potrebbe avere compiti di coordinamento e gestione delle attività evitando la
dispersione di risorse e professionalità.
Il presidente Ladu ha spiegato come il testo in esame della Commissione sia per
il momento solo una base di partenza e non abbia la pretesa di essere una legge
definitiva e ha invitato gli enti e le organizzazioni a produrre ancora nuovi
contributi utili al miglioramento del testo e al superamento degli eventuali
ostacoli normativi per raggiungere l’obiettivo principale dello snellimento dei
processi di adozione e affido nell’isola. (M.P.)