CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Conferenza stampa del gruppo “I Comunisti-la Sinistra sarda” sulla Legge regionale 4/2009 – “Piano casa”

 

Cagliari, 3 marzo 2011 - “Il piano casa potrebbe essere completamente travolto dalla Corte Costituzionale, cui il Tribunale di Oristano si è rivolto ipotizzando la violazione degli art 3, 25, 117 e 118 della Costituzione”. Lo ha dichiarato l’On. Luciano Uras, capogruppo de I Comunisti-la Sinistra sarda, in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche gli Onorevoli Carlo Sechi e Claudia Zuncheddu.
Due gli argomenti principali che, a giudizio del gruppo, potrebbero portare all’accoglimento dell’eccezione di incostituzionalità. Con la legge 4 del 2009, il cosiddetto “Piano casa”, si sarebbe stabilito, in primo luogo, un rapporto diretto fra Regione e cittadino, scavalcando i Comuni che attraverso i Piani urbanistici esercitano una competenza esclusiva in materia di pianificazione e gestione del territorio. Un secondo aspetto riguarderebbe l’inapplicabilità della legge penale nei confronti di quei cittadini che si sono avvalsi delle “deroghe” previste dalla legge regionale per realizzare interventi impediti ad altri, perché previsti dalla legge come reato.
“Se, come pensiamo, la Corte dovesse bocciare la legge-ha aggiunto l’On. Uras-si arriverebbe alla certificazione del fallimento di questo presidente e di questa maggioranza, e di tutta una campagna elettorale fondata sul proclama del rilancio dell’edilizia attraverso la rimozione di ogni vincolo”.
L’On. Carlo Sechi, dal canto suo, si è soffermato sul nodo del rapporto fra Regione ed Enti Locali, che il piano casa avrebbe alterato, “entrando a piedi uniti nella competenza dei Comuni”. I quali-ha continuato-avrebbero potuto predisporre una variante al proprio strumento urbanistico per recepire la nuova normativa regionale. “Ma non l’hanno fatto, e a questo punto il conflitto di competenze è insanabile e tutti gli interventi fin qui eseguiti potrebbero diventare abusivi. Inoltre, dove il piano casa è stato applicato, ci sono state conseguenze gravi, in termini di alterazione della qualità urbana e di impoverimento degli standard di servizio per i cittadini”.
L’On. Claudia Zuncheddu ha infine posto l’accento su un altro effetto “indotto” del piano casa, particolarmente evidente nei centri storici, ancora in uno stato di gravissimo degrado. “Questa legge non ha portato a nessun recupero dei fabbricati esistenti, in molti casi di pregio architettonico e storico, ma ad una ennesima colata di cemento che ha colpito anche i cosiddetti “vuoti urbani” (slarghi e piccole piazze), che rappresentavano un fondamentale fattore di equilibrio fra il costruito e l’ambiente circostante”.
(A.F.)