CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Audizioni in commissione Ambiente sul danno ambientale causato dal riversamento di olio combustibile nelle acque di Porto Torres.
Cagliari, 3 febbraio 2011 - Il riversamento di olio combustibile
nella zona di PortoTorres ha fatto capire quanto la Sardegna sia vulnerabile dal
punto di vista ambientale. Anzi, la nostra isola è forse l’unica regione del
bacino del Mediterraneo a non avere dei sistemi che permettano il controllo
immediato delle zone dove transitano le petroliere. E’ stato il consigliere
regionale del gruppo Misto Franco Cuccureddu, questo pomeriggio durante le
audizioni in commissione Ambiente sul “caso” Portotorres, a sottolineare
l’estrema vulnerabilità della nostra regione in materia ambientale. “A
Portotorres – ha detto Cuccureddu – dalle 22 alle 6 del mattino non è a
disposizione neanche un mezzo antincendio, se dovesse esplodere una petroliera
non si potrebbe agire immediatamente e si creerebbe un danno ambientale che non
sarebbe risolvibile neanche in 300 anni”. Ma nella zona non esiste neanche un
radar di terra per gestire il traffico o un sistema che permetta di controllare
le navi cisterna fino a quando lasciano le acque della Sardegna.
Dunque, è necessario puntare anche sulla prevenzione per evitare i danni
ambientali e salvaguardare il nostro patrimonio.
Questo pomeriggio l’assessore regionale all’ambiente Giorgio Oppi i
rappresentanti della provincia di Sassari, di Olbia Tempio , dell’Arpas e del
corpo forestale sono stati sentiti in audizione dalla commissione Ambiente.
Presieduta da Mariano Contu (Pdl), sullo situazione e sui danni ambientali
causati dal riversamento di olio combustile nelle acque di Porto Torres.
L’esponente della giunta ha detto di essere in una posizione critica rispetto al
ministro Prestigiacomo e ha annunciato che proporrà alla giunta che la Regione
si costituisca parte civile. Dagli interventi è emerso che il coordinamento
messo in atto a livello regionale, provinciale e comunale ha funzionato e che i
lavori a mare e a terra stanno procedendo per eliminare il combustile e per
ripristinare i luoghi. Certo, l’immagine del nord Sardegna ha subito un duro
colpo e già si temono i contraccolpi turistici anche visto che alcuni tour
operator hanno tolto le località del Nord Sardegna dai loro pacchetti turistici.
L’attenzione è massima – ha detto il commissario straordinario dell’Arpas
Antonio Nicolò Corraine – dopo aver ripulito la sabbia provvediamo anche a
rimetterla nella stessa spiaggia da cui è stata presa.
Per l’assessore all’ambiente della provincia di Sassari Paolo De Negri la
capitaneria di Porto già da una settimana non ha riscontrato materiale in mare.
Ma non bisogna abbassare la guardia – ha aggiunto – perché l’olio combustile
sopra i 20 gradi torna allo stato liquido. Quindi, è una lotta contro il tempo:
si deve eliminare l’inquinamento prima che arrivi il caldo. Infatti, prosegue a
ritmo serrato il lavoro a terra. Tra Portotorres e Sorso sono state raccolte 500
tonnellate di sabbia in cui si è riscontrato il 5% di materiale catramoso. La
sabbia opportunamente pulita sarà poi rimessa a posto . Più delicato si presenta
il lavaggio dei ciottoli che deve essere effettuato, pietra per pietra, con dei
macchinari particolari. Minuziosa anche la pulizia delle parti rocciose
effettuata a mano con l’utilizzo di vapore acqueo e prodotti non inquinanti.
Situazione sotto controllo anche nella provincia di Olbia Tempio la cui zona
contaminata è lunga 38 chilometri. Le spiagge sono state già pulite e si sta
procedendo al controllo delle rocce. Ma la bonifica – ha detto Pietro Carzedda
assessore all’ambiente della provincia di Olbia-Tempio – deve avvenire nel più
breve tempo possibile. L’assessore Oppi chiederà che facciano parte del comitato
di vigilanza e di coordinamento in materia di inquinamento da idrocarburi,
istituito con delibera della giunta regionale del 31 gennaio, anche i
rappresentanti delle province e dei sei comuni interessati dal fenomeno. (R.R.)