CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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In Commissione Programmazione per la prima volta in audizione il presidente della Corte dei Conti. Il presidente Paolo Maninchedda: “Istituzionalizziamo il rapporto”. Sentito anche il presidente di Sezione della Corte di Cassazione
Cagliari, 11 marzo 2010 - “E’ un momento istituzionale
estremamente significativo spero che l’incontro di oggi diventi una prassi”.
Così il presidente della sezione di controllo della Corte dei Conti Mario Scano
ha salutato la commissione programmazione, presieduta da Paolo Maninchedda (Psd’az),
riunita stamattina in seduta pubblica sul federalismo fiscale. E’ stata la prima
volta nella storia del Consiglio regionale –ha sottolineato il presidente
Maninchedda – che un presidente della Corte dei Conti è stato sentito da una
commissione consiliare.
Un evento senza precedenti che proseguirà nel tempo.
“L’incontro di oggi – ha detto il presidente della Corte Scano – nasce da un
colloquio che ebbi qualche tempo fa con la presidente del Consiglio regionale
Claudia Lombardo che ringrazio per la sua alta sensibilità istituzionale”.
Ringraziando anche il presidente Maninchedda, il presidente Scano ha parlato di
grande opportunità anche per la Corte dei Conti.
Entrando nel merito dell’argomento all’ordine del giorno il magistrato ha detto
che sul federalismo fiscale la Sardegna si trova impreparata sia sul piano
istituzionale che normativo perché la Regione non ha ancora legiferato in
materia di finanza degli enti locali e, quindi, si potrebbe dover applicare le
leggi nazionali.
Per il presidente della sezione di controllo della Corte dei conti “non sarebbe
un male” ma si creerebbe senz’altro una confusione normativa. Scano si è
soffermato a lungo sul ricorso presentato alla Corte Costituzionale dalla
regione Sicilia sulla legge 42 (la riforma nazionale della fiscalità). Per Scano,
la Sicilia “ha voluto mettere le mani avanti” contestando la possibilità che
alcune norme (gli articoli 8, 10, 11, 12, 19, 27) possano essere applicate alla
Regione.
Scano ha espresso forti dubbi sulla possibilità che tale ricorso sia accolto, ma
il problema sollevato dagli uffici legali della regione siciliana è comune anche
alla Sardegna.
Il presidente Scano si è anche soffermato sui 2 miliardi e 200.000 euro di
disavanzo registrati dalla Regione Sardegna in base al rendiconto 2009. “Il
disavanzo – ha detto il magistrato – non è significativo di posizioni debitorie
ma è il segnale di iniziative non realizzate”.
Il presidente della Corte ha anche aggiunto che più che pensare alla riforma
dello statuto si dovrebbe parlare di attuazione piena dello Statuto attuale.
Durante i lavori il presidente della commissione Paolo Maninchedda ha comunicato
ai commissari l’imminente trasmissione, da parte della giunta, delle norme di
attuazione per il regime delle entrate”.
La commissione ha poi sentito in audizione il presidente di Sezione della Corte
di Cassazione che ha detto che l’interesse per il federalismo fiscale è molto
forte. Per questo sarebbe necessario istituire una macchina amministrativa
apposita, anche se molto costosa.
Il presidente Altieri ha espresso contrarietà ad ogni intervento che possa
essere configurato come “aiuto di Stato”.
“Ogni tentativo di introdurre fiscalità di vantaggio va incontro alla bocciatura
da parte della Commissione europea perché sarebbe considerata un aiuto di
Stato”.
Il presidente Altieri ha sottolineato le tante occasioni perse dalla Sardegna e
ha fatto l’esempio delle aliquote Iva. “Altre regioni insulari – ha affermato -
hanno chiesto, in base a un regime introdotto dalla normativa europea del 2006,
l’applicazione di un’aliquota Iva molto ridotta. La Sardegna non l’ha fatto”.
Enrico Altieri ha poi sottolineato che il Federalismo fiscale “scricchiola” in
molti paesi europei e ha fatto l’esempio della Germania e del Belgio. (R.R.)