CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Scuola, “Una vertenza col Governo per arginare gli effetti gravissimi della riforma Gelmini nell’Isola” = Mozione del Partito democratico (primo firmatario Espa) che chiede un dibattito urgente in aula
Cagliari, 25 giugno 2009 - Una vertenza forte col Governo sulla
drammaticità del problema scuola alla luce anche delle specificità della
Sardegna che è gravemente penalizzata dai decreti Gelmini. Lo rivendicano con
forza i consiglieri regionali del Partito democratico alla Giunta con una
mozione di cui è primo firmatario il consigliere Marco Espa. Il documento
“impegna la Giunta a procedere con la massima urgenza ad aprire una vertenza con
Roma al fine di assicurare il diritto allo studio a tutti i ragazzi sardi
adottando un piano generale di riqualificazione che impedisca la chiusura delle
scuole”, ma chiede sempre all’esecutivo regionale “di assumere iniziative per
sostenere le rivendicazioni degli insegnanti e del personale non docente precari
per assicurare la stabilizzazione occupazionale”; non ultimo, esorta la Regione
a “tutelare il diritto allo studio degli studenti con disabilità attraverso
provvedimenti non rispondenti a meri calcoli ragionieristici per non fare passi
indietro sui diritti costituzionali ormai storicamente acquisiti della pari
opportunità”.
“I tagli sulla scuola –ha ricordato Marco Espa illustrando la mozione- hanno una
ricaduta pesantissima sulla società soprattutto delle zone meno sviluppate
dell’isola”. . “Chiudere una scuola, creare le pluriclassi –ha proseguito Espa-
ha ripercussioni negative sul tessuto sociale dei nostri piccoli paesi”.
Gravissime poi le conseguenze sul piano occupazionale “quando lo stesso
direttore scolastico regionale ha riferito alla Commissione consiliare che non
vi sarà un turn over del personale della scuola in seguito ai pensionamenti”.
“Con le pluriclassi con un solo insegnante e la chiusura delle scuole nelle zone
meno popolate si stanno creando incroci pericolosi”, ha proseguito il
rappresentante del Pd. Un percorso di riforma che cancella tutti le conquiste
fatte nel passato, secondo Espa. “E fatto gravissimo i diritti degli alunni con
disabilità rischiano di essere annullati. Proprio oggi che sempre più numerosi
sono i giovani con disabilità in grado di arrivare alla laurea, la riforma
Gelmini penalizza questi ragazzi che nei piccoli paesini si vedono chiudere le
scuole e vengono costretti a un’ora di bus per studiare” Occorre, ha concluso
Marco Espa, organizzare subito una seconda Conferenza della scuola per
affrontare le gravi questioni aperte.
Prima di lui era intervenuto il capogruppo Pd, Mario Bruno, che ricordando come
la situazione della Sardegna sia sempre più grave, dalla crisi dell’industria al
problema scuola, ha ribadito “che il Consiglio regionale deve affrontare col
massimo impegno le due questioni: la scuola è una priorità assoluta, non
crediamo a una scuola centralista, ma federalista e autonoma”. Sono necessari
investimenti e la stessa attenzione che la precedente maggioranza ha dato a
questo tema. “Non servono calcoli ragionieristici –ha detto Bruno- ma attenzione
concreta ai problemi”.
La necessità di un dibattito in Consiglio è stata sottolineata anche da Giuseppe
Cuccu, “perché dobbiamo pretendere un intervento della Giunta per aprire una
vertenza con il Governo”. Lo spopolamento dei paesi sardi, soprattutto
nell'interno, è aggravato dalla chiusura delle scuole. “La linea della Giunta
però è fortemente “urbanocentrica” per non dire “Cagliaricentrica”.
Sempre sulla condizione delle zone interne si è soffermato Antonio Solinas: “il
sistema scolastico è in crisi e occorre una azione forte per garantire la pari
opportunità formativa a tutti i giovani della Sardegna, garantendo i diritti
costituzionali”.
Infine Francesca Barracciu, che ha ricordato che il Pd “ha sempre posto al
centro delle proprie politiche la scuola e oggi vuole rompere un silenzio
gravissimo” che aleggia su questo tema. La Regione ha “il diritto ed il dovere
di rivendicare con il Governo la specificità della Sardegna anche in tema della
scuola, ma purtroppo la Giunta è silente”. “La riforma in atto –ha detto senza
mezzi termini Barracciu- ha effetti devastanti sulle zone interne e sui piccoli
centri”.
La mozione del Pd ricorda che il prossimo anno rischia di essere disastroso per
la scuola sarda, con 2200 posti a rischio tra personale docente e “ATA” cui si
aggiunge il problema dei 500 docenti sopranumerari costretti a cambiare presto
sede di servizio. La riduzione delle classi –si legge nella mozione- l’aumento
degli studenti per classe, l’accorpamento e la riduzione del tempo pieno daranno
un duro colpo alla qualità della scuola pubblica sarda. Nei piccoli centri
infine verranno colpiti anche i 4.500 alunni con disabilità.
“E’ dovere del Governo –si legge ancora- garantire il diritto costituzionale
allo studio per tutti i cittadini”
(lp)