CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Il ruolo della Regione nel sistema dell’informazione e per il pluralismo: in audizione nella Seconda commissione, l’Ordine dei giornalisti, il Direttore della Sede Rai e i rappresentanti degli editori sardi

 

Cagliari, 3 giugno 2009 - Il ruolo della Regione per la tutela del pluralismo dei mezzi informativi e la valorizzazione delle specificità culturali, linguistiche e sociali del popolo sardo al centro della seduta odierna della Seconda Commissione (Informazione e diritti civili) presieduta dall’on. Silvestro Ladu, che ha sentito in audizione il Presidente dell’Ordine regionale dei Giornalisti, Filippo Peretti, il Direttore della Sede RAI di Cagliari, Romano Cannas, i rappresentanti della Associazione Editori Sardi (Aes), Ivan Botticini e Francesco Cheratzu. Gli incontri sono stati programmati nell’ambito delle funzioni previste dalla Legge istitutiva del Corecom. che assegna al Consiglio regionale il compito di varare una proposta di legge per l’individuazione e l’organizzazione delle competenze regionali in materia di informazione e comunicazione, ai sensi dell’articolo 117, comma 3, della Costituzione.
Del rafforzamento del pluralismo delle fonti di informazione ha parlato il Presidente dell’Ordine, Filippo Peretti, che richiamandosi alle norme sancite dalla Costituzione in materia di informazione ha richiamato l’attenzione della Commissione sull’esigenza di dare sostegno alla informazione locale ed all’editoria periodica attraverso meccanismi “non autorizzativi” non suscettibili cioè di condizionare l’informazione destinata ai cittadini. Nessuna forma di controllo sui contenuti –ha detto Peretti può essere ammessa- ma deve essere allargata la pluralità delle testate e delle voci informative, non guardando solo all’informazione politica, ma a tutti gli aspetti della vita sociale. Si pensi solamente che in Sardegna le testate giornalistiche superano il numero di 300.
Nel corso dell’incontro sono stati anche approfonditi i temi del pluralismo dell’informazione nell’ambito delle singole testate giornalistiche, questione di difficile approccio proprio per le garanzie costituzionali nel campo della libertà di parola e di stampa. Ciò che è importante –ha sottolineato il presidente dell’ordine- è il rispetto della verità sostanziale dei fatti, sancita dalla legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti.
La garanzia del pluralismo informativo a livello territoriale e il pluralismo dei mezzi di informazione è stata rivendicata anche dai rappresentanti dell’AES (Associazione editori sardi), Ivan Botticini e Franco Cheratzu. Particolare attenzione è stata dedicata all’editoria libraria sarda ed agli ostacoli che finora impediscono uno sviluppo che esca dai confini isolani. Occorre, è stato sottolineato, un maggiora sostegno da parte della Regione, che negli ultimi anni ha ridotto il rifinanziamento di alcune parti della Legge sull’editoria sarda, che aveva posto all’avanguardia la Sardegna.
Di digitale terrestre, di opportunità per la Sardegna e le stesse istituzioni regionali, si è parlato nell’audizione del direttore della Sede Rai di Cagliari, Romano Cannas. E’ assolutamente normale che una fase di sperimentazione possa determinare qualche disagio, ha detto Cannas, a proposito dell’introduzione della tecnologia digitale, ma la “sofferenza” denunciata da molte parti si è rivelata non imputabile alla nuova tecnologia o alla Rai, quanto in prevalenza alla inadeguatezza dei sistemi di ricezione privati. Moltissimi i controlli fatti dall’emittente pubblica (alcune centinaia in tutta l’isola) hanno portato a quella conclusione. Occorre promuovere riunioni a livello provinciale per una verifica completa, è stato detto. Certo comunque le istituzioni regionali potrebbero giovarsi del digitale nella direzione di incrementare il pluralismo della comunicazione e dell’informazione, anche attraverso una cosiddetta informazione di servizio a favore dei cittadini. Un modello potrebbe essere rappresentato dalla cosiddetta “3^ Rete Bis” da tempo operante in Trentino Alto Adige (ma anche in altre regioni speciali caratterizzate da un regime di bilinguismo) specializzata nella comunicazione e informazione regionale e istituzionale. Anche in Sardegna, dal 2005, sono riprese le trasmissioni prodotte autonomamente dalla Rai regionale, e il digitale potrebbe costituire uno strumento fondamentale nella comunicazione regionale.