CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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La crisi della Chimica. Risoluzione della Commissione Industria: “Subito il Tavolo territoriale per l’attuazione dell’accordo di programma” = “La Giunta verifichi la disponibilità delle risorse statali e riferisca in Consiglio”

 

Cagliari, 28 maggio 2009 - La convocazione del “Tavolo territoriale per l’attuazione dell’accordo di programma del 14 luglio 2003”, e la richiesta urgente di un “incontro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con il vertice dell’ENI per verificare le effettive modalità operative, gli investimenti e i programmi industriali attraverso i quali assicurare il raggiungimento degli obiettivi di rilancio del settore da parte dell’ENI”. Lo chiede con decisione, in una Risoluzione approvata all’unanimità, la Sesta Commissione, Industria, presieduta dall’on. Nicolò Rassu che ha concluso la discussione sulla crisi dell’industria chimica dopo una lunga serie di audizioni con le parti sociali.
Nel documento, la Commissione Industria invita la Giunta regionale a riferire al Consiglio sulle “modalità attraverso le quali il Governo intenderebbe assicurare la continuità operativa di Vinyls Italia”. E sottolinea l’esigenza di “verificare la disponibilità delle risorse statali per il completamento del finanziamento del complesso di interventi previsti dall’Accordo di programma del 2003 per la qualificazione dei poli chimici della Sardegna”. Per ultimo si invita l’esecutivo regionale “ad attivarsi presso il Governo per recuperare ed ottenere l’immediata disponibilità delle risorse FAS inizialmente stanziate con deliberazione del CIPE 166/2007 destinate alla bonifica e alla riqualificazione ambientale dei siti industriali della Sardegna”.
Un documento articolato (cinque pagine) nel quale oltre a ripercorrersi le fasi salienti degli ultimi otto mesi di storia della crisi dell’industria chimica sarda, la Commissione presieduta da Nicolò Rassu puntualizza la propria posizione fortemente critica nei confronti di aziende ed Eni.
Nella Risoluzione si premette “che tra l’ottobre dello scorso anno e i primi di maggio dell’anno corrente sono state assunte decisioni particolarmente gravi da parte delle società operanti in Sardegna nel comparto chimico, con la chiusura della linea cumene-fenolo di Porto Torres, annunciata per tutto il 2009 e che il blocco delle produzioni a Porto Torres investirà inevitabilmente in breve tempo anche gli impianti della filiera cloro-soda di Assemini, deputati a fornire le materie prime agli stabilimenti di Porto Torres”.
Il documento rileva come “anche a seguito dei processi di ristrutturazione industriale degli ultimi decenni il comparto della chimica in Sardegna costituisce un sistema fortemente integrato, del quale fanno parte le linee produttive di Assemini, Sarroch, Porto Torres e Ottana”. Non solo, ma “la crisi del comparto chimico sardo, il quale rappresenta uno dei principali utilizzatori di energia dell’Isola, avrebbe immediate ripercussioni anche sugli investimenti nel settore energetico, che potrebbero compromettere quello previsto a Fiumesanto per la realizzazione di un nuovo gruppo da 410 Mw da parte della Società E. On.”
Detto questo la Commissione ricorda “che il 14 luglio 2003 è stato stipulato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un accordo di programma nazionale tra Governo, Regione, imprese del comparto per la qualificazione dei poli chimici della Sardegna” che prevede “il ricorso al co-finanziamento di Stato e Regione per un totale di 300 milioni di euro, di cui 200 a carico dello Stato e 100 a carico della Regione, per investimenti localizzati nei siti industriali chimici di Assemini, Ottana, Porto Torres”.
“A seguito del citato accordo –prosegue il documento- sono state presentate e approvate dal CIPE numerose proposte di accordi di programma per interventi da realizzarsi in tutti e tre i siti del comparto chimico regionale”, ma “la realizzazione di quasi tutte tali iniziative è risultata inibita principalmente per il perdurare di una serie di comportamenti dell’ENI e delle sue partecipate (prima Syndial poi Polimeri Europa), non coerenti con gli impegni assunti”; comportamenti anzi “volti piuttosto a confermare di fatto una strategia di disimpegno del principale gruppo industriale italiano a partecipazione pubblica dal comparto chimico e di conseguente graduale, ma sistematica chiusura delle produzioni della Sardegna, per di più senza alcun impegno in attività sostitutive o di riconversione connesse al doveroso risanamento ambientale dei siti”.
La risoluzione, dopo aver ricordato che il Tavolo nazionale sulla chimica, presieduto dal Ministro per lo sviluppo economico Scajola ha assunto importanti impegni, sottolinea come “sia in ogni caso inaccettabile un sistematico smantellamento delle produzioni e degli impianti ed ancor più inaccettabile il costo sociale della costante messa in discussione della struttura produttiva e occupazionale del comparto chimico sardo”.