CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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La Finanziaria vista dal centrodestra e dal centrosinistra. In due conferenze stampa il giudizio tecnico, ma soprattutto politico sulla manovra. Porcu: un bancomat che eroga in base alla forza di chi chiede”. Capelli: “Finalmente si volta pagina”.
Cagliari, 8 maggio 2009 - La Finanziaria 2009 vista da destra e da
sinistra. Le due coalizioni hanno commentato oggi il documento approvato con
urgenza e nato sotto la spinta di garantire la spesa dopo quattro mesi di
gestione provvisoria. “Nessun profilo autorevole nei confronti del governo”, ha
detto l’on. Giampaolo Diana (Pd) che ha sottolineato il senso di responsabilità
dell’opposizione nell’abbreviare i tempi. Ma il voto contrario conferma il
giudizio fortemente critico non solo per i contenuti della manovra, ma anche
“per l’incapacità di difendere i risultati della battaglia sulle entrate”,
segnale eloquente di “un basso livello autonomista”. L’abolizione della tassa
sul lusso (“termine improprio per indicare il risarcimento per l’uso del
territorio e dell’ambiente”) e, soprattutto, della tassa di soggiorno
(“richiesta anche dall’Anci”) danno un’dea della linea del centrodestra.
Inadeguata l’azione a sostegno della domanda (“Per garantire gli ammortizzatori
sociali a chi non ne beneficia occorrono 45 milioni; ce ne sono soltanto 9”),
tagliate le leggi di settore, dura la battaglia del centrosinistra per
facilitare la spesa con le opere pubbliche. Infine sbagliato il percorso sulla
formazione professionale, dove ci sono le risorse (100 milioni) ma non le
procedure. Tanto meno si intravvedere la proposizione di un sistema integrato
istruzione-formazione-lavoro, per evitare le “tentazioni” del passato.
L’on. Porcu (Pd) ha sottolineato che in molte occasioni è venuto meno il numero
legale e l’opposizione, per senso di responsabilità, non ne ha profittato, “ma è
l’ultima volta”. Ha sottolineato come la maggioranza sia andata sotto col voto
segreto (“è incollata con lo scotch”) ed ha messo in evidenza come, in un sol
colpo (lo scippo del G8) abbia dilapidato i 5 miliardi portati a casa dopo una
lotta di tre anni (vertenza entrate). Più corretta una Finanziaria che non
prometta e basta, considerato che i mutui non verranno autorizzati per il patto
di stabilità. “Sembra un bancomat, che eroga in base alla forza di chi chiede”.
“Pochezza professionale e mancanza di idee”, così ha definito la manovra l’on.
Ben Amara (Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori) per il quale “sono state
capovolte le indicazioni iniziali e le promesse elettorali”. Sociale e cultura
fanno da ruota di scorta nella visione di un’isola destinata a perdere identità
(mancato finanziamento all’Istituto Gramsci”). Anche l’on. Uras
(Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori)= ha espresso un giudizio severo: la manovra
soffre di ipocrisia perché sembra ricca (nel bilancio di competenza) ed invece è
molto povera (bilancio di cassa). In questo equivoco si regge sulle promesse e
sulle promesse alle promesse, in un continuo rinvio. “Quello che abbiamo
approvato – ha concluso – è un atto di contabilità obbligatorio”.
Subito dopo è stato il turno del centrodestra. Il capogruppo del PdL, on. Mario
Diana, ha affermato che il centrosinistra “ha sbagliato a non astenersi”, perché
l’eredità lasciata dopo una legislatura fatta soprattutto di inquietudini e
slogan è stata pesante ed ha condizionato in parte la manovra. Un atteggiamento,
quello del centrosinistra, dispettoso e arrogante che riduce i margini di una
collaborazione fattiva.
Per l’on. Capelli capogruppo Udc) si è voltata pagina, si sono trovate risorse
per il sociale e ridato ossigeno alla formazione professionale, si è dimostrata
più attenzione per le autonomie locali. La montagna dei residuo, passato da 5.8
miliardi nel 2004 a 7,2 miliardi nel 2008, dimostra che la Regione non è stata
capace di spendere, neanche nel lavoro – cavallo di battaglia della sinistra - :
44 milioni sono andati in economia.
Una Finanziaria “figlia del disastro del centrosinistra”, ha detto l’on. Vargiu
(Riformatori) che ha invitato la minoranza al confronto, dal momento che i suoi
consiglieri non sono stati eletti “per fare opposizione”. Ma anche la
maggioranza deve promuovere un programma di governo che risponda alle
“fortissime aspettative dei sardi”. I documenti di programmazione saranno il
banco di prova, ma la coalizione “deve avere un’anima più forte” ed ha invitato
il presidente Capellacci a non ripetere l’errore del suo predecessore, il quale,
per il fatto di essere stato eletto direttamente, non ha dato mai peso alla
coalizione “della quale deve essere leader”.
Positivo il giudizio dell’on. Pittalis (PdL): la Finanziaria ha affrontato
alcune situazioni critiche che la crisi ha prodotto. Ha risposto alle urgenze
del lavoro e del precariato. Finalmente non è stato un contenitore dove ciascun
consigliere ha preteso benefici di parte.
Il presidente della Terza commissione, on. Manichedda, ha ricordato che le
entrato delle compartecipazioni (4,8 miliardi) sono quelle previste per il 2010,
ma il 60 per cento, 2,8 miliardi vanno spesi per la sanità. Restano due miliardi
con i quali avviare interventi sul sociale (anche l’idea dei sussidi in conto
lavoro nei cantieri comunali è un fattore educativo rispetto il semplice
assistenzialismo sinora elargito) e per favorire i settori produttivi. Viene
dato sostegno alle aziende che hanno un futuro, seguendo le direttive
comunitarie. La Sfirs “cambierà pelle”, non sarà più una “similbanca” ma
un’agenzia di sviluppo; la maggiore robustezza dei consorzi fidi garantirà più
facilmente la cosiddetta “prima richiesta” delle banche.
I tempi sono stati rispettati. Ora, conclude il centrodestra, bisogna
rimboccarsi le maniche. (adel)