CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Il ruolo del sistema del credito a fronte della grave crisi economica il tema dell’audizione in Terza commissione del Banco di Sardegna e della Sfirs. La diagnosi è certa, la cura un po’ meno: ma occorre intervenire su famiglie e imprese. La Finanziaria offre spunti interessanti.

 

Cagliari, 9 aprile 2009 - La diagnosi è certa, la terapia un po’ meno, ma per il presidente del Banco di Sardegna, prof. Farina, è molto utile, per superare una congiuntura particolarmente sfavorevole, adottare procedure che consentano di mettere in campo le risorse finanziarie della Regione sia con aiuti alle fasce più deboli, sia al settore produttivo, a favore del quale i consorzi di garanzia fidi possono esercitare un ruolo importante.
Lo ha detto, in audizione, alla Commissione bilancio presieduta dall’on. Maninchedda.
La parola d’ordine è resistere. Tenere in piedi gli impianti produttivi, intervenire sui redditi bassi per conservare, in qualche misura, il potere d’acquisto. La gente è più povera e le banche sono un termometro efficace. Da ottobre dell’anno scorso il ricorso al credito delle famiglie e delle imprese è cresciuto, raggiungendo in alcuni casi livelli di criticità. Per usare un termine generico, ma efficace la situazione “si è appesantita”. Nell’analisi economica bisogna tenere conto di un dato: il sistema delle aziende è sottocapitalizzato e il calo della domanda rende problematica la stessa sopravvivenza. I consorzi fidi, soprattutto quelli che rispondono ai requisiti richiesti dalla legge bancaria, possono offrire un forte sostegno, trovando accoglienza nelle banche. Bisogna essere comprensivi, ma selettivi, evitando di dare una mano di aiuto ad imprenditori avventurosi, capaci spesso di generare stati d’insolvenza che penalizzano le maestranze.
Il sistema bancario stringe la cinghia ed è messo sotto accusa dagli imprenditori. Si segnalano revoche improvvise dei fidi. L’on. Diana chiede “più umanità”; ma il presidente del Banco replica che tali azioni non sono prassi, perché una diversa cultura che tende a sostenere l’impresa.
I dati della raccolta e degli impieghi (2008) del Banco sono di segno positivo. Più 4,5 per cento la raccolta, più 12,5 gli impieghi. Se no si avesse il riscontro quotidiano della crisi che attanaglia la Regione, sembrerebbero testimoniare una economia in espansione. Il fatto è – ha detto il presidente della Sfirs, Bottazzi – che il peggio deve venire. Come per tutte le cose, di segno buono o cattivo, la Sardegna accumula il ritardo di un paio d’anni.
Non si comprende bene dove vadano a finire gli impieghi, considerato che gli investimenti hanno subito un forte rallentamento. Vero è che il costo del danaro è sceso di parecchio ed oggi converrebbe indebitarsi col tasso fisso; ma non sono molte le aziende (o le famiglie) che possono farlo.
Un rimedio potrebbe essere la trasformazione dei debiti a breve in debiti a medio e lungo periodo, senza che le aziende debbano sopportarne i costi. In questa direzione potrebbe intervenire quel fondo di “controgaranzia”, previsto in Finanziaria che ha lo scopo di attutire i disagi improvvisi delle gestioni aziendali. Molte imprese potrebbero liberarsi dall’affanno in attesa della ripresa dei mercati.
Si potrebbe anche tentare di trovare uno strumento bancario (il problema è stato sollevato dall’on. Cuccureddu, Misto Mpa) per garantire le imprese sulle somme che enti pubblici o pubblica amministrazione devono erogare e che la burocrazia o particolari situazioni (come lo sforamento del patto di stabilità) ritardano. È il caso dei fornitori di Abbanoa o di imprese che vantano crediti con i Comuni. Il direttore generale del Banco, Oggiano, ha detto di ritenere possibile questo percorso.
Quanto alla finanziaria regionale, avrà – ha detto Bottazzi – un ruolo cruciale se concenterà la propria azione sulle partecipazioni strategiche nel capitale delle aziende. È opportuno, in questa logica di adeguamento ai tempi, che della Sfirs sia rivisto lo statuto.
Il presidente Maninchedda ha previsto ulteriori incontri di lavoro per gettare le basi di un rapporto di collaborazione tra sistema del credito e Regione, in previsione del secondo step della Finanziaria, previsto per dopo giugno.
Ma nel discorso va inserito anche il ruolo del fisco. La rigidità e la severità di Equitalia trasformano le riscossioni in un sistema aggressivo (definito “selvaggio”) nei confronti delle imprese. L’informatica ha cambiato il mondo, anche su questo versante. Ma in momenti di forte disagio economico certe procedure appaiono ispirate a un’equità solo formale.
Sono intervenuti per chiarimenti gli onorevoli Diana (PdL), Sabatini (Pd), Lai (PdL), Uras (Prc). Bruno (Pd), Cuccureddu (Mpa).
All’audizione hanno partecipato Banco di Sardegna e Sfirs . (adel)