CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Accesso al credito e formazione due aspetti fondamentali per sostenere commercio e turismo. In audizione presso la Commissione bilancio Confcommercio e Confesercenti. Continuità e voli low cost richiedono una disciplina migliore.

 

Cagliari, 8 aprile 2009 - La crisi del commercio (calo di fiducia, anche verso le istituzioni) è stata illustrata – nel corso delle audizioni sulla manovra finanziaria da parte della Terza commissione presieduta dall’on. Maninchedda) è stata illustrata dal presidente regionale della Confcommercio, Gavino Sini. In Sardegna il commercio non è solo erogazione di beni e di servizi: è una “infrastruttura del territorio”, decisiva sul piano occupazionale (rappresenta il 60 per cento della forza lavoro) e per l’economia del territorio. Non induca in errore il fatto che il saldo (aziende che aprono/aziende che chiudono) è positivo. Non indica uno stato di salute ma “una disoccupazione camuffata”. I guaio – ha aggiunto Sini – sta nel fatto che a chiudere siano le aziende tradizionale, quella sino a ieri solide e ben gestite. Una continua emorragia, questa, “che rende anemico il territorio”. Quali rimedi nell’emergenza? Favorire l’accesso al credito, soprattutto attraverso i consorzi fidi, ma prevedendo un basso costo del danaro. In questo periodo bisogna cercare di essere di bocca buona dando spazio anche ai consorzi che non agiscono con controllo della Banca d’Italia (le aziende certificate hanno procedure complesse e un rigore burocratico che riduce le possibilità d’intervento). “Teniamo in conto che l’accesso al credito attraverso i consorzi fidi è l’ultima cerniera – ha detto Sini – prima di finire in mano ai ‘cravattari’ dell’usura”. Due anni (queste le previsioni) di recessione. Poi la speranza della ripresa. Ma in quel momento, probabilmente, il commercio si è evoluto e le regole del gioco sono cambiate. Indispensabile perciò che questi due anni di scarso mercato siano dedicati alla formazione, utilizzando le risorse in Finanziaria, assicurando però livelli evelati e introducendo, se possibile, una sorta di vaucher da utilizzare con formatori adeguati.
Sul turismo il giudizio è dubitativo. Sardegna promozioni, l’agenzia voluta dalla Regione, è lenta. Sarebbe meglio un’azienda di promozione turistica, sul modello dell’Emilia Romagna, ha detto il presidente regionale di Confcommercio, ed una forte azione di coordinamento. Molte aziende, bloccate nella ristrutturazione degli immobili dai vincoli urbanistici, devono correre contro il tempo. Giocherà un peso determinante la politica dei voli low cost? Sini pensa di no. Senza un’intesa Regione-imprenditori-tour operator c’è anzi il rischio di uno scollamento tra compagnie aeree e agenti di viaggio, come sta avvenendo per la Svezia. Il regime low cost sfugge ai tour operator e tende a spostare l’utenza verso un rapporto diretto che non consente di orientare i flussi turistici.
Resta il problema della continuità territoriale, che rappresenta il solo modo di superare i costi dell’insularità. Ma la continuità che propone la Confcommercio riguarda la Sardegna, non solo i sardi, nel senso che anche l’isola deve trarre benefici economici. Ciò è possibile facendo in modo che il regime di continuità sia esteso anche ai non sardi per facilitarne l’arrivo in Sardegna.
Infine i servizi, branca del terziario che ha bisogno di disciplina. Sviluppa per lo più microattività con forte presenza di giovani e donne. Ha bisogno di formazione e di una legge di inquadramento. Vivendo su iniziative di new economy fa fatica ad accedere al credito.
Su tutti questi punti (in particolare sull’ammodernamento della legge di settore, la numero 9) si ragionerà in seguito, passata la ventata dell’emergenza.
Sul ruolo dei consorzi fidi e sul fondo unico di controgaranzia (5 milioni) è intervenuto, in modo particolare, il presidente regionale di Confesercenti, Paolo Saba, che ha segnalato una domanda di credito sempre più forte da parte delle aziende in difficoltà. (adel)