CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XII LEGISLATURA
Ordine del giorno n. 105
approvato il 3 marzo 2004
ORDINE DEL GIORNO MANCA - SANNA Giacomo - SCARPA - GRANELLA - COGODI - SANNA Alberto - SCANO - DETTORI - MASIA sulla sospensione immediata della campagna vaccinale contro la blue tongue in Sardegna.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione del dibattito sulla mozione n. 136;
PREMESSO che dall'agosto del 2000 fino ad oggi, la zootecnia sarda è ostaggio di una grave epidemia di febbre catarrale degli ovini (blue tongue) che ha causato direttamente ed indirettamente la crisi dell'allevamento isolano;
RICORDATO che la direttiva 2000/75/CE del Consiglio Europeo del 20 novembre 2000, peraltro non ancora recepita dall'ordinamento giuridico italiano, stabilisce disposizioni specifiche relative alle misure di lotta e di eradicazione della febbre catarrale degli ovini che prevedono la vaccinazione preventiva e che la stessa direttiva, all'allegato I, individua il laboratorio nazionale di competenza per la blue tongue nel CESME (Centro Nazionale di Referenza per le Malattie Esotiche) presso l'IZS di Teramo;
CONSIDERATO che il direttore generale della sanità pubblica veterinaria del Ministero della Salute, il dott. Marabelli, in accordo con il direttore del CESME il dott. Caporale, hanno imposto anche per il 2004 la vaccinazione obbligatoria sul territorio isolano di tutti i ruminanti domestici con un vaccino vivo attenuato e che solo a seguito di formale richiesta al Ministero (nota 5310/8 dell'11 febbraio 2004 della RAS) questo vaccino, in un primo momento tetravalente (sierotipi 2, 4, 9 e 16), è poi diventato trivalente (sierotipi 2, 4 e 16);
RILEVATO che l'articolo 3, comma b, del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 119, modificato dal decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 47, stabilisce "…in caso di malattie epidemiche gravi il Ministero della Sanità consente temporaneamente l'impiego di medicinali veterinari ad azione immunologica, senza preventiva autorizzazione di immissione sul mercato, in mancanza di medicinali appropriati e dopo aver informato la Commissione della Comunità Europea delle condizioni di impiego particolareggiato…"; e che nessun vaccino contro la febbre catarrale degli ovini è prodotto da industrie farmaceutiche situate in Stati membri dell'U.E. o che rispondono agli standard di sicurezza comunitari;
CONSTATATA la conseguente ordinanza dell'11 maggio 2001 con cui il Ministero della Sanità italiano ha disposto per l'utilizzo, in caso di blue tongue, di un vaccino vivo attenuato prodotto dal Veterinary Institute di Ondersterpoort (Sud Africa), e che la stessa ordinanza è stata preceduta dal parere positivo espresso dal Consiglio Superiore di Sanità in data 24 aprile 2001, parere condizionato e vincolato al fatto che "…vengano avviati immediatamente i controlli in grado di garantire i requisiti di validità del prodotto in conformità ai minimi standard stabiliti dalla normativa vigente…" e che a questo stesso riguardo la Commissione Europea, con la decisione 2001/75/CE del 18. gennaio 2001 premette che "…i vaccini contro la febbre catarrale acquistati all'estero per casi di emergenza devono essere testati per ottenere informazioni significative sulla loro utilizzazione in condizioni epidemiologiche diverse…";
DENUNCIATO che il vaccino trivalente che si intende utilizzare in Sardegna nel 2004 non è mai stato testato per le prove di innocuità e per le prove di immunogenicità stabilite per legge e che la formulazione è una novità assoluta, anche per gli stessi produttori sudafricani che non hanno mai utilizzato i sierotipi 2, 4 e 16 in combinazione fra loro e quindi non si conoscono le interazioni che possono intervenire dall'inoculazione contemporanea dei tre sierotipi;
PREMESSE le ulteriori raccomandazioni del Consiglio Superiore di Sanità:
a) la supervisione dell'impiego del vaccino ai fini della valutazione delle sue caratteristiche di qualità ed innocuità sia affidata all'Istituto Superiore di Sanità (ISS);
b) siano definiti i livelli di responsabilità in caso di incidenti legati alla somministrazione del vaccino;
c) siano avviate sperimentazioni con altri vaccini alternativi;
d) e che al contrario:
- non è stato eseguito alcun controllo sull'innocuità e sull'efficacia del vaccino da parte dell'Istituto Superiore di Sanità;
- al momento gli unici livelli di responsabilità resi noti dal Ministero in caso di "incidenti vaccinali" sono quelli sanciti dal nuovo "protocollo per la vaccinazione nei confronti della febbre catarrale degli ovini" datato gennaio 2004, stilato dalla Direzione Generale servizi veterinari, in collaborazione con il CESME di Teramo che individuano nel medico veterinario che materialmente eseguirà l'inoculo l'unico responsabile del buon esito della vaccinazione, mentre niente risulta sui livelli di responsabilità relativi alla direzione e gestione dell'emergenza;
- non sono note le risultanze delle sperimentazioni condotte con vaccini alternativi, né di vecchia né di nuova ideazione;
STIGMATIZZATO l'incredibile ritardo nell'avvio della vaccinazione, pratica che dovrebbe essere eseguita il più lontano possibile dalla stagione riproduttiva e dal periodo di massima presenza degli insetti vettori e quindi conclusa, al più tardi, ad aprile, mentre ancora oggi, a meno di due mesi dal termine ultimo, materialmente la vaccinazione non è ancora iniziata;
EVIDENZIATO il fatto che si riscontrano al momento, in Sardegna, ben 620 focolai attivi di malattia e una sieroconversione degli animali sentinella come mai si era osservata nello stesso periodo dell'anno, nonostante le basse temperature registrate questo inverno, condizione che stando al CESME di Teramo avrebbe dovuto scongiurare la possibilità di circolazione virale e quindi nuovi focolai e che questa nuova situazione rappresenta un ulteriore rischio oggettivo per il manifestarsi di effetti collaterali indesiderati nell'utilizzo del vaccino;
DENUNCIATA la totale assenza di una analisi del rischio aggiornata, conseguente all'uso del vaccino in queste nuove condizioni epidemiologiche, nonché la contemporanea assenza di una valutazione costi/benefici sulla campagna obbligatoria che si intende perpetuare e che questi compiti inevasi rientrano fra quelli istituzionali del CESME ;
STIGMATIZZATO il fatto che a pochi giorni dall'inizio della campagna vaccinale, i veterinari vaccinatori isolani, riunitisi in assemblea a Tramatza il 27 febbraio 2004, benché incolpevoli, si sono visti prima insultare da una delegazione di allevatori, poi confondere da una Circolare del Ministero del 18 febbraio 2004 sulle modalità di ricostituzione del vaccino con la quale hanno scoperto che la dose con cui si dovevano originariamente vaccinare 10 capi ora deve essere utilizzata per immunizzarne 100 (per cui possiamo affermare di avere acquistato in Sardegna dosi vaccinali per i prossimi 10 anni); e che ancora non si comprende bene se è necessario vaccinare con i tre sierotipi contemporaneamente o separatamente, e se separatamente, dopo quanti giorni uno dall'altro;
DEPLORATA la gestione dispotica e monopolistica dell'emergenza blue tongue da parte del dott. Marabelli e del dott. Caporale che hanno proibito (circolari n. 1434/2003 e 1150/2001) la manipolazione del virus e soprattutto la libertà di ricerca scientifica: agli IZS, alle Università e all'ISS, impedendo di fatto importanti collaborazioni scientifiche che avrebbero consentito di evitare, tutti o in parte, i ritardi e gli inevitabili errori commessi dalla gestione isolata del CESME, gestione che ha determinato una frattura nel mondo sanitario veterinario come mai se ne erano registrate prima, a livello nazionale ed internazionale;
BIASIMATA l'assenza di una qualsiasi copertura finanziaria prevista a livello nazionale e tendente a rifondere gli eventuali danni provocati dagli effetti indesiderati determinati dallo scriteriato uso del nuovo vaccino sudafricano; assenza di copertura che potrebbe anche ritorcersi contro le casse della stessa RAS che potrebbe essere chiamata ad un imprevisto intervento finanziario atto a salvaguardare il sistema agro-pastorale della Sardegna, sistema-risorsa di importanza fondamentale, peraltro già fortemente penalizzato da anni di crisi;
CONSTATATO che è in essere una rivolta, pubblica e nutrita, degli allevatori contro la vaccinazione obbligatoria, non soltanto per gli innumerevoli effetti indesiderati conseguenti alle scorse campagne vaccinali, peraltro mai correttamente censiti vista l'assenza di un adeguato protocollo di rilevamento, ma anche per la mancanza di garanzie sui risarcimenti per i danni patiti in passato e per quelli futuri;
CONSIDERATO che anche in questa circostanza le competenti autorità della nostra Regione autonoma non hanno svolto per tempo un'efficace azione di controllo, coordinamento, programmazione ed informazione che avrebbe consentito, se non proprio di evitare, sicuramente di limitare il malcontento degli allevatori e così l'incrinarsi dell'indispensabile rapporto di fiducia con i servizi veterinari che è alla base della riuscita di ogni piano di profilassi e di risanamento sanitario, compreso quello per la blue tongue;
DENUNCIATO che questa campagna vaccinale 2004 nasce perdente: per lo scarso tempo utile rimasto per vaccinare, per l'inapplicabilità in tempi brevi del nuovo protocollo di vaccinazione e per l'opposizione dichiarata di gran parte degli allevatori, tanto che, anche nelle ipotesi più ottimistiche si vaccineranno un numero di animali di molto inferiore alla quota dell'80%, quota ipoteticamente necessaria a garantire un buon livello di immunizzazione di massa ed indispensabile, in assenza di nuovi effetti indesiderati, per usufruire delle disposizioni in materia di movimentazione del bestiame;
CONSTATATE le inesistenti garanzie sul vaccino trivalente di prossimo impiego in Sardegna, nonché l'incapacità di gestione delle risorse umane e finanziarie da parte della Direzione Generale della sanità pubblica veterinaria e della direzione del CESME,
impegna la Giunta regionale
- a ricercare tutti gli strumenti ed intraprendere tutte le azioni che portino alla sospensione, in Sardegna, con efficacia immediata della campagna vaccinale 2004 contro la blue tongue;
- a richiedere formalmente le dimissioni del direttore generale dei servizi veterinari del Ministero della salute e del direttore del centro di referenza nazionale per le malattie esotiche, l'IZS di Teramo;
- a verificare che sussistano le condizioni per la immediata rimozione del dott. Romano Marabelli dal consiglio di amministrazione dell'IZS della Sardegna;
- ad intraprendere le opportune iniziative per accertare le loro gravi responsabilità;
- ad adottare le necessarie procedure per favorire la sperimentazione di vaccini alternativi contro la blue tongue.
Cagliari, 3 marzo 2004
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