CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAMozione n. 129
MOZIONE SANNA Giacomo - MANCA - SCARPA - CALLEDDA - DEIANA - LAI - PIRISI - SANNA Emanuele di sfiducia alla Giunta regionale.
IL CONSIGLIO REGIONALE
CONSIDERATO che il Partito Sardo d'Azione, per la salvaguardia della dignità delle istituzioni autonomistiche, il 5 settembre 2003 ha dato un voto tecnico per il varo della Giunta in carica, con l'obiettivo politico di impedire il commissariamento del Consiglio regionale e consentire all'Aula di poter discutere la proposta di legge, esitata (senza alcun voto contrario) dalla competente Commissione consiliare, in materia di legge elettorale;
SOTTOLINEATO che, senza l'approvazione di una legge sarda per le elezioni regionali, i Sardi saranno chiamati alle urne per eleggere i propri rappresentanti in Consiglio con la legge elettorale delle Regioni a Statuto ordinario, modificata unilateralmente dal Parlamento italiano ed imposta in Sardegna;
EVIDENZIATO che la legge italiana estesa alla Sardegna penalizza le rappresentanze delle nuove province sarde, prevede l'elezione nel listino bloccato di sedici consiglieri senza preferenze, pone a rischio le rappresentanze in Consiglio delle forze politiche solo sarde, consente attraverso il voto disgiunto la possibilità di votare per il candidato governatore di uno schieramento e contemporaneamente per un candidato consigliere dello schieramento avverso;
RIBADITA la inadeguatezza della legge elettorale italiana che non garantisce la salvaguardia delle specificità storiche, culturali, sociali, economiche e politiche della Sardegna ma, al contrario, traspone gli schemi della politica italiana alla realtà politica sarda;
CONSTATATO che dal dibattito consiliare è emersa la mancanza di volontà politica per procedere nell'approvazione della legge elettorale sarda in tempi utili perché possa applicarsi nelle prossime elezioni regionali;
ACCERTATO che la mancata approvazione della legge elettorale sarda lascia insolute le richieste di adeguati correttivi provenienti da larghi strati della società sarda, ad iniziare dalle organizzazioni femminili e dagli emigrati;
CONSTATATA la strumentalità di alcune posizioni politiche emerse nel corso del dibattito ed in sede di presentazione e votazione degli emendamenti;
CONSTATATI, altresì, atteggiamenti di vera e propria subalternità politica rispetto alle decisioni assunte oltre tirreno;
AFFERMATO che la mancata approvazione della legge elettorale mortifica il ruolo del Consiglio regionale e significa, nel concreto, la rinuncia all'esercizio delle prerogative autonomistiche che derivano alla Sardegna dallo speciale statuto di autonomia;
RICORDATO che la Giunta attualmente in carica è minoritaria in Consiglio regionale;
PRESO ATTO dell'ormai insanabile crisi di rapporti fra le forze politiche del centro destra sardo;
AFFERMATO altresì che, alla luce di quanto sopra esposto, non esistono i presupposti politici perché il Consiglio regionale concluda il suo mandato alla scadenza naturale ed il ritorno alle urne appare, dunque, una necessità non più derogabile,
impegna la Giunta regionale
a rassegnare le dimissioni, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 37, comma 2, dello Statuto speciale della Sardegna.
Cagliari, 14 novembre 2003
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