CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Mozione n. 121

MOZIONE COGODI - SANNA Giacomo - SPISSU - FADDA - BALIA - SCANO - BIANCU - CALLEDDA - CUGINI - DEIANA - DEMURU - DETTORI - DORE - FALCONI - GIAGU - GRANELLA - IBBA - LAI - MANCA - MARROCU - MASIA - MORITTU - ORRÙ - ORTU - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PUSCEDDU - SANNA Alberto - SANNA Emanuele - SANNA Gian Valerio - SANNA Salvatore - SECCI - SELIS - VASSALLO sulla diga di Monte Perdosu, sud-est Sardegna, non voluta dalle popolazioni e dagli amministratori del Gerrei e del Sarrabus e tuttavia finanziata, mentre la diga di S'Alusia, area centrale Sardegna, voluta dalle popolazioni e dagli amministratori dei trentanove comuni interessati, non è finanziata e mentre la diga di Monte Nieddu, area sud-ovest Sardegna, già iniziata, risulta interrotta da lungo tempo.


IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO CHE:

1) è in atto in Sardegna, in materia di nuove dighe per la raccolta e la distribuzione dell'acqua, una vera e propria "strategia del disordine", tanto costosa, quanto dannosa per l'economia della Sardegna, tanto disastrosa per l'ambiente e lo sviluppo, quanto lucrosa per le lobby delle progettazioni, degli appalti e delle incompiute;

2) la programmazione regionale di settore risulta perciò sconvolta nel suo naturale svolgimento, pesantemente colpita e colpevolmente disattesa;

3) con ordinanza 20 giugno 2003, n. 353, del Commissario governativo per l'emergenza idrica in Sardegna (Presidente Pili) è stato approvato il quadro economico (finanziamento) di euro 115.000.000 relativamente alla diga sul Flumendosa, località Monte Perdosu, agro di Villasalto;

4) la realizzazione di tale grande e ulteriore sbarramento sul Flumendosa, determinerebbe la totale eliminazione dell'ultimo tratto fluviale col conseguente totale sconvolgimento dell'habitat naturale del tratto interessato nei territori del Gerrei sino alla foce del fiume nella piana del Sarrabus;

5) enormi, progressivi e irreversibili sarebbero i danni ambientali, umani ed economici che deriverebbero alle comunità locali ed ai territori interessati, dalla eliminazione di molteplici forme di attività in essere nei territori montani sino alla più disastrosa salinizzazione della fertilissima piana del Sarrabus;

6) la grande opera, vera, che necessita nei territori del Gerrei-Sarrabus è, invece, un progetto immediato, concreto e finanziato di salvezza del fiume, di valorizzazione del sistema naturale del Flumendosa e di raccolta d'acqua nei minori laghi collinari, come fatto contestuale di ambiente, di sviluppo produttivo, di lavoro, di cultura, di clima e di habitat complessivo;

7) detto progetto deve costituire parte integrante della intera programmazione regionale e componente essenziale del più ampio progetto di intervento programmato, anche in funzione di riequilibrio territoriale e sociale, per il progresso dell'intera area del Gerrei-Sarrabus, unitamente al sostegno delle attività agropastorali, agricole specializzate, agroalimentari, minerarie, dell'innovazione tecnologica, turistiche e culturali;

8) detto progetto di sviluppo complessivo dell'area interessata, deve trovare specifica sede di allocazione, sul piano politico-istituzionale, nel DPEF regionale dell'anno in corso 2003 e nei conseguenti strumenti di programmazione finanziaria che ne derivano;

9) per converso, la Giunta regionale non ha ancora concretamente risposto alla pressante domanda di realizzazione della diga e del conseguente invaso di S'Alusia, ricadente nella convergenza dei territori montani di Laconi, Samugheo e Asuni, interessante i territori del Sarcidano, Mandrolisai, alta Marmilla e Barigadu e sostenuta dalla ferma volontà delle popolazioni e degli amministratori di ben trentanove comuni fra di loro riuniti in comitato di coordinamento;

10) risultano ancora colpevolmente bloccati i lavori di costruzione della diga di Monte Nieddu, area sud-ovest della Sardegna, con le relative maestranze senza lavoro da oltre un anno, con il 30% degli stanziamenti previsti già spesi senza che si sia proceduto al getto di un solo metro cubo di materiali per la diga, col solo sventramento avvenuto dei siti interessati con gravissimo rischio di irreversibili danni ambientali e non solo con intervenuto arbitrato con l'impresa interessata ai lavori che ha comportato un esborso aggiuntivo di trenta miliardi di lire, con i lavori che avrebbero dovuto essere ultimati entro il 30 gennaio 2002 (quasi due anni fa),

impegna la Giunta regionale

perché provveda:

a) a porre in essere tutti gli atti di ordine politico e amministrativo perché sia revocata e modificata l'ordinanza 20 giugno 2003, n. 353, del Commissario governativo per l'emergenza idrica in Sardegna, in coerenza con i punti espressi in premessa;

b) a proporre nel prossimo DPEF regionale 2003 e nei conseguenti atti di programmazione finanziaria i provvedimenti relativi ai punti di concreto intervento di cui in premessa.

Cagliari, 5 agosto 2003


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