CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAMozione n. 116
MOZIONE SPISSU - FADDA - BALIA - COGODI - SANNA Giacomo - SCANO - BIANCU - CALLEDDA - CUGINI - DEIANA - DEMURU - DETTORI - DORE - FALCONI - GIAGU - GRANELLA - IBBA - LAI - MANCA - MARROCU - MASIA - MORITTU - ORRŚ - ORTU - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PUSCEDDU - SANNA Alberto - SANNA Emanuele - SANNA Gian Valerio - SANNA Salvatore - SECCI - SELIS - VASSALLO di sfiducia alla Giunta regionale.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PRESO ATTO del perdurare e dell'aggravarsi quotidiano della paralisi che affligge il Consiglio regionale e che continua ad indebolire e spaccare la stessa maggioranza che sostiene la Giunta presieduta dall'onorevole Pili;
CONSIDERATO che la maggioranza di centrodestra non č pił in grado di garantire stabilmente e sufficientemente la normalitą democratica nella nostra Regione, a causa dell'immobilismo che le posizioni personali del Presidente Pili scaricano giornalmente sulla vita istituzionale della Regione;
RILEVATO che questa situazione, nel logorare in maniera quasi irreversibile il significato ed i princģpi stessi della nostra autonomia, ricadono in una fase sociale ed economica della nostra terra di straordinaria gravitą e che le crisi aperte su importanti settori dello sviluppo e della occupazione solo in parte possono essere ragionevolmente addebitabili alla congiuntura nazionale ed internazionale, ma assai pił chiaramente alla manifesta incapacitą e litigiositą del quadro di governo rappresentato del Presidente Pili;
VALUTATO con preoccupazione il mantenimento di prassi e comportamenti istituzionali da parte di alcuni Assessori e dello stesso Presidente di palese disprezzo per la vita democratica del parlamento sardo;
DENUNCIATO che il reiterato rifiuto, da parte del Presidente Pili, di rispettare e dare esecuzione ai voti e ai deliberati del Consiglio regionale, si configura ormai come una sistematica violazione dello Statuto e delle fondamentali regole democratiche nella pił importante istituzione regionale;
CONSIDERATO che il recente voto espresso per la sostituzione dell'Assessore dei lavori pubblici ha ulteriormente confermato la inesistenza numerica e politica di una maggioranza in grado di garantire una qualsiasi, accettabile governabilitą della Sardegna e che diventa, peraltro, insostenibile e paradossale rimanere inerti di fronte agli ordini e alle direttive che il Presidente Pili si garantisce di volta in volta dai diversi leader nazionali dei partiti del centrodestra contro le volontą autonome dei gruppi e dei partiti isolani;
VALUTATO che tale situazione sta producendo un danno incalcolabile alla collettivitą sarda, mentre si aggravano le gią difficili condizioni del sistema industriale e produttivo, crollano i dati relativi all'occupazione e declinano complessivamente le condizioni della comunitą sarda, fatti questi denunciati apertamente da tutte le organizzazioni sindacali ed imprenditoriali della regione nel recente e partecipato sciopero generale tenutosi lo scorso 20 giugno, ma colpevolmente e superficialmente ignorati dal Presidente Pili nel confronto col Governo nazionale dello scorso 25 giugno;
EVIDENZIATO che questa condizione, denunciata e combattuta da mesi dalle opposizioni, richiama alla coscienza di tutti i rappresentanti eletti dal popolo sardo, il senso di responsabilitą e di passione civile che č necessario per superare la condizione di crisi e di paralisi non pił sostenibile della Regione;
CONSIDERATO che le forze politiche della maggioranza non mostrano pił capacitą e responsabilitą per rimuovere da sole la crisi che le attanaglia e superare i numerosi vincoli e ricatti che la concezione padronale di Berlusconi ha diffuso e radicato anche in Sardegna e che ha come esponente pił esemplare il Presidente Pili;
RILEVATO che anche in altre occasioni, altrettanto cruciali e critiche della vita democratica della nostra Sardegna, il senso civile e la responsabilitą politica individuale di ogni consigliere regionale si sono rilevate indispensabili per uscire dalla crisi e rilanciare l'autonomia sarda,
impegna la Giunta regionale
a rassegnare le dimissioni, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 37, comma 2, dello Statuto Speciale per la Sardegna.
Cagliari, 27 giugno 2003
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