CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Mozione n. 108

MOZIONE FLORIS - BUSINCO - TUNIS, sulla grave situazione delle attività chimiche in Sardegna.


IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO CHE:

a) l'industria è un elemento strategico di sviluppo per l'economia della Sardegna e che le attività chimiche ne costituiscono, oggi, una parte essenziale rappresentando quasi il 30% della produzione complessiva dell'industria regionale in senso stretto;

b) la Sardegna è una Regione particolare, con le attività chimiche che sono assurte ad un vero e proprio "sottosistema" economico perché hanno una radicazione, una ramificazione, una interrelazione produttiva, non solo fra i vari poli chimici presenti nel nord, nel centro e nel sud della nostra Isola, ma anche con le altre attività produttive che costituiscono l'ossatura dell'intero sistema economico della nostra Regione;

c) la Sardegna, nella divisione internazionale del lavoro, ha avuto la chimica ed ha "messo e compromesso" il proprio territorio nella certezza che lo sviluppo, cosiddetto "per poli", una volta avviato si diffondesse in tutta l'Isola con la nascita di nuove attività al di fuori dei poli chimici: concezioni poi contraddette dalla realtà e dall'esperienza;

d) la Sardegna non vuole la chimica a tutti i costi, né intende proteggere attività antieconomiche, ma per il peso che ha assunto nell'economia regionale e per la validità tecnologica degli impianti produttivi, non può consentire che le attività chimiche siano minimamente messe in discussione;

OSSERVATO che lo scenario che abbiamo davanti a noi è complesso e delicato, in quanto:

- la mondializzazione delle attività chimiche, in atto da tempo, ha portato le imprese a competere in modo esasperato anche per l'entrata, nella scena produttiva, di nuovi paesi che hanno una aggressività senza precedenti perchè basano la loro competitività sul bassi costi di energia, mano d'opera e materia prima di cui dispongono;

- questa mondializzazione e competizione sta portando ad una forte specializzazione produttiva;

- in forza di tutto questo, è in atto un continuo processo di fusioni e di incorporazioni a livello mondiale, tesi a raggiungere gli obiettivi di specializzazione produttiva e di economicità necessari per stare sul mercato globale;

- in Sardegna, invece, è in atto un'accelerazione dello smembramento di impianti e siti produttivi, anche tecnologicamente avanzati, attraverso interventi di "break up" e cioè lo spezzettamento di attività e la successiva cessione a soggetti che, dopo qualche anno, chiudono gli stabilimenti acquistati, comportando talvolta l'azzeramento di interi cieli produttivi per la interdipendenza esistente fra i vari siti chimici, per cui il prodotto finito di un impianto costituisce la materia prima di un altro impianto localizzato in un altro sito;

RITENUTO che una politica economica per la chimica della Sardegna non possa avere una dimensione solo regionale, ma debba rientrare all'interno di una politica nazionale ed europea;

VALUTATO CHE:

- è urgente attivare tutti gli strumenti necessari, non per proteggere eventuali siti ed impianti antieconomici e decotti, ma per eliminare gli elementi che tengono in sofferenza gli impianti ed "hanno in ostaggio" i nostri siti, considerato che ci sono impiantì che sono tra gli unici in Italia e che, tra qualche anno, saranno i soli ad essere ammessi a produrre sulla base delle direttive UE (quale l'impianto a membrana per il cloro-soda di Assemini);

- il costo dell'energia "uccide" le attività produttive della Sardegna, mina alla base la competitività delle sue 'industrie e, in particolare, di quelle fortemente consumatrici di energia, tra cui quella chimica, ed è un fattore che limita la localizzazione di nuove iniziative produttive, in quanto la Sardegna "soffre" un differenziale di costo energetico con il resto d'Italia che, a sua volta, ha dei costi energetici superiori al resto d'Europa (7,8 cents per Kwh contro i 2,7 della Svezia);

- per un solo impianto, ogni dieci lire in meno del costo del chilowattora si avrebbe un minor costo per l'energia di 5 miliardi annui e che l'energia importata dall'estero, che costa circa 50 lire in meno al chilowattora, consentirebbe un risparmio di costi di circa 25 miliardi di lire all'anno, spostando da solo la valutazione, di un intero sito produttivo, da antieconomico a fortemente remunerativo;

RICORDATO che, sulla base di tutte queste considerazioni, la precedente Giunta regionale aveva:

a) formalmente costituito, presso la Presidenza della Giunta regionale, un organismo collegiale permanente denominato "Osservatorio regionale per il settore chimico", con il compito di predisporre:

- l'analisi sulla situazione attuale delle produzioni, dei consumi e dell'occupazione delle attività chimiche regionali;

- le interrelazioni delle attività chimiche regionali con il resto del sistema produttivo isolano;

- l'individuazione degli eventuali limiti ed ostacoli che rendono non economiche le produzioni delle attività chimiche regionali e degli interventi necessari per rimuoverli;

- le indagini sugli andamenti dei trend tecnologici della chimica italiana e mondiale individuando strategie e tecnologie da porre alla base della competitività del settore chimico regionale;

- l'individuazione dì filiere produttive che portino a verticalizzare le produzioni chimiche di base presenti in Sardegna;

b) approvato uno specifico accordo di programma, predisposto dall'Osservatorio regionale per le attività chimiche con la collaborazione del Ministero delle attività produttive, con l'obiettivo di promuovere la qualificazione dei Poli chimici sardi e favorirne la reindustrializzazione per mantenere nel tempo, in Sardegna, condizioni ottimali di coesistenza tra tutela dell'ambiente, consolidamento e trasformazione produttiva nel settore chimico;

RICORDATO, altresì, che nell'accordo di programma (considerati gli assetti ed i programmi di Enichem spa, EVC, Montefibre, AES, DOW e SASOL) era prevista:

- la promozione di adeguati investimenti industriali per dotare gli impianti esistenti di tecnologie di processo ed ambientali per rendere le imprese concorrenziali sul piano internazionale, garantendone l'economicità nel tempo ed assicurando il mantenimento e la qualificazione dell'occupazione;

- la verticalizzazione del settore chimico attraverso la nascita e lo sviluppo di nuove piccole e medie imprese e la fertilizzazione imprenditoriale finalizzata alla produzione di nuova conoscenza scientifica e tecnologica, nello stesso settore chimico e nei settori immediatamente collegati;

- il risanamento e la tutela dell'ambiente attraverso azioni di disinquinamento, bonifica e messa in sicurezza dei siti, di riduzione delle emissioni in atmosfera e di prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti, non solo con riferimento alle aree interne ai complessi produttivi, ma anche alle aree esterne interessate da fenomeni di inquinamento;

- l'istituzione, per la salvaguardia dell'occupazione, del "Tavolo permanente di concertazione per l'occupazione" presso l'Osservatorio regionale per il settore chimico, costituito da rappresentanti dell'Amministrazione regionale competenti per materia, da rappresentanti delle Organizzazioni sindacali e dalle rappresentanze imprenditoriali, finalizzato ad assicurare la massima salvaguardia dell'occupazione ed a non procedere a riduzione dei livelli occupativi in essere presso le singole aziende nel corso della realizzazione degli interventi previsti nell'accordo di programma, prevedendo che le conclusioni del "Tavolo di concertazione" venissero portate, a cura dell'Osservatorio regionale per il settore chimico, all'esame della Giunta regionale per la necessaria adozione dei relativi interventi;

- l'istituzione del "Centro permanente di studio e di analisi per la chimica", presso il Parco scientifico e tecnologico della Sardegna, al fine di supportare le attività delle aziende chimiche presenti in Sardegna, con il compito di:

a) valutare costantemente i mutamenti tecnologici in atto a livello internazionale e curare il trasferimento tecnologico alle aziende interessate;

b) realizzare indagini di mercato mirate a specifici prodotti della chimica fine e secondaria che possano trovare sinergie con le attuali produzioni chimiche della Sardegna per la realizzazione di nuove iniziative di investimento;

c) definire i "business plan" delle iniziative da realizzare;

d) svolgere un'attività di "ricerca ed il contatto" con nuovi soggetti potenzialmente interessati alla realizzazione degli investimenti individuati;

CONSIDERATO che, nello stesso Accordo di programma:

a) il Ministero delle attività produttive - Osservatorio per il settore chimico - d'intesa con la Regione Sardegna - Osservatorio regionale per il settore chimico si impegnava specificamente a:

- individuare le filiere produttive finalizzate a promuovere una completa verticalizzazione;

- predisporre studi di prefattibilità per le iniziative individuate;

- svolgere le attività di promozione dell'area finalizzate all'attrazione di nuove iniziative produttive;

- offrire un supporto per rendere gli strumenti di agevolazione e di programmazione negoziata attualmente disponibili funzionali all'attuazione del progetto di riqualificazione dei poli;

- adeguare, nelle more della realizzazione del gasdotto sottomarino per l'approvvigionamento del gas naturale, il costo energetico (termico ed elettrico) della Sardegna a quello medio nazionale sulla base delle analisi dei costi di produzione enucleati dall'Osservatorio regionale per il settore chimico;

b) era previsto di attribuire ad una "Struttura regionale di promozione industriale" le attività di recupero delle infrastrutture ed i progetti di miglioramento delle effettive esigenze di reindustrializzazione;

per tutto quanto sopra descritto,

impegna la Giunta regionale

a) ad attivare l'immediata operatività dell'Osservatorio regionale per il settore chimico costituito con deliberazione della Giunta regionale n. 8/2 del 27 febbraio 2001;

b) a chiedere al Governo l'urgente sottoscrizione dell'Accordo di Programma, già approvato dalla Giunta regionale il 10 ottobre 2001 e predisposto dall'Osservatorio regionale per il settore chimico, in collaborazione con il Ministero delle attività produttive e con la partecipazione di tutti i soggetti politici e di tutte le forze rappresentative dei lavoratori e degli imprenditori della Sardegna, per ricondurre queste attività al ruolo che debbono e possono svolgere nel nostro sistema economico, dopo essere state colpite da eventi che nulla avevano a che fare con la loro validità economica.

Cagliari, 9 maggio 2003


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