CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAMozione n. 104
MOZIONE FLORIS - BUSINCO - TUNIS, sul costo dell'energia in Sardegna.
IL CONSIGLIO REGIONALE
CONSIDERATO CHE:
- la metanizzazione del territorio della Sardegna è un obbligo di legge a cui il Governo non può sottrarsi, in quanto la nostra Isola è stata inserita nella Legge n. 445 del 29 ottobre 1987, a seguito di anni di lotte dei sardi e del costante e deciso impegno delle forze politiche locali che avevano ottenuto l'inserimento della Sardegna nel Programma di metanizzazione del Mezzogiorno avviato ben sette anni prima con l'emanazione della Legge n. 784 del 1980, da cui la nostra Regione era stata inizialmente esclusa;
- nello stesso anno la Regione sarda, anticipando il Governo, si era prontamente attivata predisponendo il "Progetto generale per la metanizzazione della Sardegna" ed il "Progetto esecutivo per la metanizzazione dei quattro capoluoghi di provincia" che prevedeva un fabbisogno totale annuo di 3,1 miliardi di metri cubi di metano, di entità tale da giustificare ampiamente l'impegno tecnologico e finanziario richiesto dall'iniziativa;
- nonostante tutto questo e nonostante le continue pressioni della Giunta Regionale e di tutti i Parlamentari sardi, il Governo ha sempre "rinviato" nel tempo la realizzazione della metanizzazione della Sardegna, completandola, invece, nell'intero Mezzogiorno, e programmando per la nostra Isola unicamente nuovi studi, analisi, ricerche e quant'altro, nonché stipulando solo nuovi Accordi di Programma;
- ancora una volta il Governo programma di effettuare un nuovo studio di fattibilità, invece che procedere immediatamente alla gara internazionale ed individuare i soggetti che dovranno realizzare l'opera;
VALUTATO CHE:
- in un mondo in cui l'energia è diventata oramai uno degli elementi fondamentali per lo sviluppo determinando la economicità o la diseconomicità di intere produzioni, la Sardegna non può soffrire di un costo energetico più alto rispetto alle altre regioni, perché questo mette a rischio la stessa esistenza del suo apparato produttivo spingendo le sue imprese fuori mercato, allontana dalla nostra Isola i nuovi investimenti e, soprattutto, determina una grave disparità di trattamento per l'intero popolo della Sardegna rispetto a quello del resto d'Italia;
- l'alto costo dell'energia è una delle tagliole dello sviluppo economico e sociale della nostra Isola e non è possibile pensare che le nostre imprese e le nostre famiglie possano attendere ancora un decennio (nel migliore dei casi) per la realizzazione del metanodotto e solo dopo, in teoria, poter beneficiare della riduzione dei costi energetici, ammesso che tra dieci anni il metano possa essere ancora una fonte energetica competitiva;
RITENUTO CHE:
- già oggi l'intero sistema produttivo della Sardegna, anche e soprattutto a causa del costo energetico molto più alto rispetto a quello delle imprese concorrenti, è in una condizione di grave crisi per la perdita di competitività delle proprie produzioni (tra cui le industrie chimiche e metallurgiche) e che, quindi, in dieci anni l'intero sistema economico della nostra Isola andrebbe incontro ad una recessione certa ed irreversibile, con drastiche riduzioni dell'occupazione e del reddito dei suoi abitanti;
- i bilanci delle famiglie della Sardegna non debbano soffrire (ancora per almeno un decennio) costi dell'energia più alti rispetto alle altre famiglie italiane che invece, già da oltre dieci anni beneficiano di un costo energetico più basso;
VALUTATO ALTRESI' CHE:
- i massimi esperti a livello mondiale prevedono una forte crescita della domanda di energia che porterà l'estrazione petrolifera mondiale a raggiungere il picco tra gli 8 e i 15 anni con un crollo nell'offerta di greggio ed un'impennata del prezzo ancor prima che la produzione raggiunga il suo picco in quanto l'estrazione sarà sempre più costosa ed insufficiente a coprire il fabbisogno mondiale, facendo aumentare drasticamente anche i prezzi del metano;
- davanti alla prospettiva di una crisi energetica globale si sono sviluppate nuove tecnologie in grado di produrre energia utilizzando fonti alternative a quelle del petrolio e del metano, tra cui quella delle "celle a combustibile" che utilizzano l'idrogeno come carburante, ottenendo come sottoprodotto l'acqua; tecnologia che segnerà il passaggio dall'era dei combustibili fossili all'era delle nuove fonti energetiche, per la disponibilità universale dell'idrogeno e per la consapevolezza che la terra funziona come un organismo vivente che oramai ci impone, anche a prescindere dalla fine del petrolio, di riformulare un nuovo concetto dell'energia che sia non inquinante e, allo stesso tempo, decentralizzata e di possibile accesso per tutti;
- "le celle a combustibile alimentate a idrogeno possono produrre elettricità a sufficienza per coprire il fabbisogno futuro dell'umanità non appena la produzione di celle avrà raggiunto la soglia critica che consentirà, come per tutte le nuove tecnologie, di ridurre il costo di produzione" tanto da prefigurare, come sostiene in particolare l'economista J. Rifkln, "una economia all'idrogeno";
OSSERVATO CHE:
- la Sardegna, pur essendo l'unica regione italiana a non disporre del metano, è ugualmente parificata alle altre regioni nell'importazione di energia dall'estero, energia che costa la metà di quella nazionale, nonostante le altre regioni possano fare affidamento sul collegamento con la rete nazionale del metano e su quella europea dell'energia elettrica;
- questa omologazione alle altre regioni porta la Sardegna a ricevere solo una piccola parte dell'energia importata dall'Italia, contro necessità ben più alte;
RICORDATO CHE sulla base di tutto quanto sopra, la precedente Giunta regionale aveva presentato con forza al Governo centrale una proposta operativa per la immediata riduzione, per i sardi, dei costo dell'energia, e che a sostegno di questa linea, nel corso della discussione della legge finanziaria nazionale, il Senato aveva fatto proprio e il Governo aveva accolto uno specifico ordine del giorno (a firma Manunza, Delogu, Federici, Tunis e più) che impegnava lo stesso Governo ad abbattere il costo energetico per la nostra Isola; un provvedimento che interessa tutte le famiglie e le imprese della Sardegna, che vedrebbero ridotta da subito (se il Governo dovesse dare esecuzione all'impegno del Parlamento) la propria spesa per l'energia, dal riscaldamento domestico alla produzione dei beni e servizi, nell'attesa che si adempia all'obbligo di legge relativo alla costruzione del gasdotto sottomarino per il trasporto metano,
impegna la Giunta regionale
a chiedere al Governo - nelle more dell'adempimento di legge relativo alla costruzione del gasdotto sottomarino per l'adduzione del metano - il rispetto degli impegni assunti in Parlamento e in particolare a provvedere nell'immediato, all'adeguamento del costo energetico della Sardegna a quello medio nazionale, per le singole utenze sia termiche che elettriche, sulla base dei parametri ed elementi di riferimento che saranno predisposti da un apposito comitato composto da rappresentanti del Governo e della Regione Sardegna anche attraverso l'eliminazione di qualsiasi limite o vincolo quantitativo alla importazione di energia elettrica dall'estero da parte di soggetti presenti in Sardegna e la definizione, per essi, di nuovi limiti per l'attribuzione della qualifica di cliente idoneo.
Cagliari, 2 maggio 2003
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