CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Mozione n. 92

MOZIONE SANNA Giacomo - MANCA, sulla dismissione delle basi militari nel territorio della Sardegna.


IL CONSIGLIO REGIONALE

EVIDENZIATA la richiesta di pace nel mondo, ribadita di recente nella manifestazione di Firenze dello scorso sabato 9 novembre c.a., da migliaia di cittadini, da organizzazioni ed associazioni umanitarie di ispirazione laica e cattolica, da rappresentanti delle forze politiche e del lavoro e da autorevoli esponenti  delle rappresentanze politiche dei popoli minoritari d'Europa;

 

RICORDATO il successo straordinario della recente marcia della pace di Laconi;

RIMARCATA la tradizione pacifista del popolo sardo, la cultura della pace nelle istituzioni della Sardegna ed il rifiuto della guerra quale strumento utile per dirimere le controversie fra i popoli e fra gli Stati;

SOTTOLINEATO che senza che mai il popolo sardo si sia espresso favorevolmente, 24 mila ettari del territorio della Sardegna sono sottratti ai Sardi e destinati al demanio militare, contro i 16 mila ettari del resto della penisola Italiana;

RICORDATO che il territorio dell'isola di Santo Stefano è stato sottratto surrettiziamente alla Regione Sarda, senza che neppure il Parlamento italiano ne fosse informato e nonostante fosse previsto il pronunciamento e la ratifica della Camera dei Deputati;

CONSIDERATO che i poligoni militari sono fondato motivo di timore e di preoccupazioni per le popolazioni interessate dagli insediamenti e non vi è certezza alcuna sulle implicazioni che ne derivano in ordine all'ambiente ed alla salute dei Sardi;

CONSIDERATO altresì, che le rassicurazioni fornite dai comandi militari non soddisfano le richieste di trasparenza e chiarezza, provenienti dai cittadini e dalle amministrazioni interessate;

CONSTATATO che Quirra, Villaputzu, Escalaplano, Armungia, Ballao, Jerzu, Tertenia, Villagrande, Arzana, Lotzorai, Ulassai, Arbatax, Teulada, Sant'Anna Arresi, Decimomannu, La Maddalena e Cagliari, sono considerate zone a rischio in Sardegna;

RILEVATO che il delicato e prezioso lavoro di volontari, associazioni, nonché alcune importanti segnalazioni delle amministrazioni interessate, forniscono dati allarmanti, peraltro mai smentiti da fonti ufficiali e senza che i preposti organismi abbiano prodotto contro analisi, in particolare:

a) a Quirra, risulta che 6 militari sono deceduti per patologie tumorali, 4  ne sono attualmente affetti e dei 150 civili, 2 sono deceduti per patologie tumorali e 11 ne sono affetti, con un'incidenza del 10% sulla popolazione civile;

b) a Escalaplano, su una popolazione complessiva di 2.600 abitanti, 11 bambini sono nati con gravi malformazioni genetiche e di questi, ben 5 dopo il 1998, e sono 14 i casi di tumori tiroidei accertati;

c) a Teulada, 3 militari risultano colpiti da leucemia e patologia a carico dei linfonodi e nella popolazione si riscontra un sensibile aumento dell'incidenza tumorale a partire dagli anni '80;

d) a La Maddalena, anche di recente, un medico di base ha denunciato l'alta incidenza di malformazioni alla nascita, tra cui focomelia e tumori dell'ipofisi;

RICORDATO che già nel 1990, il Prof. Cortellesa, fisico nucleare di chiara fama internazionale, responsabile della gestione dei dati socio sanitari e ambientali dell'istituto superiore di Sanità, affermò pubblicamente che i dati relativi al tasso di radioattività emanati da fonte statunitense a Santo Stefano, non erano corrispondenti alla realtà;

RICORDATO, altresì, che la Città di Cagliari è al terzo posto della graduatoria italiana per mortalità da inquinamento;

SOTTOLINEATO che nel passato la base di Santo Stefano è stata oggetto di varie ristrutturazioni ed ampliamenti, del tutto ingiustificati ed inammissibili rispetto alle reali esigenze;

APPRESO da autorevoli organi di informazione che l'US Navy statunitense intende intensificare la propria presenza a La Maddalena, potenziando la base militare, attraverso una serie di iniziative mirate alla promozione di Santo Stefano da base navale d'appoggio a vera e propria base navale, con il trasferimento delle basi navali statunitensi di stanza in Turchia nell'isola di Santo Stefano che garantirebbe così l'assistenza continua a minimo 8 sommergibili nucleari;

APPRESO altresì che il raddoppio della base Us Navy prevede la realizzazione di una serie di costruzioni in calcestruzzo, l'acquisizione del caseggiato dismesso di Faravelli per sottoporlo a ristrutturazione ed altri interventi di potenziamento, tali da consentire l'incremento delle presenze dei militari statunitensi che aumenterebbero di ben 5.000 unità, passando da 3.000 ad 8.000 unità;

CONSIDERATO che tale incremento delle presenze comporterebbe immaginabili conseguenze per quanto attiene i problemi di sovraffollamento e di coabitazione nell'isola, nonché prevedibili problematiche in ordine alle eventuali concessioni edilizie per la realizzazione di nuovi alloggi da destinare ad abitazione dei militari;

RICORDATO che l'isola di La Maddalena con il suo Arcipelago sono Parco Nazionale, istituito per legge e come tale protetto da specifici provvedimenti, che mal si coniugano con la presenza di armamenti nucleari e con il permanere delle strutture militari;

RIMARCATO che la presenza delle basi militari rappresenta una grave penalizzazione per l'intero territorio della Sardegna, una mortificazione dell'autonomia speciale, un pericolo per la salute dei Sardi, nonché un ostacolo per le attività economiche, compromettendo le vocazioni dei nostri territori, ad iniziare da quelle turistiche della Gallura;

RICORDATO altresì, che il Consiglio regionale della Sardegna, ha liberamente, democraticamente, formalmente e solennemente, dichiarato la sovranità del popolo sardo sul suo territorio;

impegna il Presidente della Regione

- a manifestare al Governo italiano la ferma contrarietà e l'indisponibilità della Regione sarda, ad accettare qualunque forma di potenziamento delle basi militari presenti in Sardegna, ad iniziare da quelle di La Maddalena e Santo Stefano;

- ad intraprendere le opportune iniziative perché sia costituito un osservatorio ambientale in ogni poligono militare che ospiti militari dei paesi dell'alleanza atlantica, al fine di assicurare un corretto e continuo monitoraggio della qualità dell'aria, delle acque e dell'ambiente circostante;

- alla predisposizione di un piano di dismissione di tutte le servitù militari, a qualunque titolo costituite in Sardegna, restituendo quei territori alla disponibilità dei Sardi, perché vengano destinati ad usi produttivi e civili.

Cagliari, 25 novembre 2002


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