CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Mozione n. 89

MOZIONE SPISSU - FADDA - SANNA Giacomo - BALIA - BIANCU - CALLEDDA - CUGINI - DEIANA - DEMURU - DETTORI - DORE - FALCONI - GIAGU - GRANELLA - IBBA - LAI - MANCA - MARROCU - MASIA - MORITTU - ORRU' - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PUSCEDDU - SANNA Alberto - SANNA Emanuele - SANNA Gian Valerio - SANNA Salvatore - SCANO - SECCI - SELIS, sulla situazione della scuola in Sardegna.


IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che, grazie agli organi di stampa nazionali e regionali, che hanno ripetutamente rappresentato l'accrescersi dell'allarmante situazione di incertezza e precarietà dell'intero sistema scolastico sardo, è ormai chiaro che il mondo della scuola in Sardegna sta vivendo un momento di forte crisi e incertezza;

ATTESO che questa difficile situazione riguarda molteplici ambiti ed è quindi un problema generale e diffuso a tutto il sistema scolastico coinvolgendo docenti, studenti e famiglie;

POSTO che i tentativi di sdrammatizzare questa situazione sono tutt'altro che utili alla soluzione dei problemi urgenti in campo;

CONSTATATO che questa Giunta e questa maggioranza di centrodestra sono totalmente assenti e carenti in proposte, soluzioni e investimenti nell'ambito dell'istruzione e del diritto allo studio e che, con il passare dei giorni, la situazione non solo non accenna a migliorare, ma sembra passare sotto l'assoluta indifferenza della Regione Sardegna;

CONSIDERATA la totale mancanza di progettualità che veda la scuola sarda inserita in un progetto di rilancio complessivo che impegni la Regione in un investimento a lungo termine e non solo in interventi sporadici, scollegati tra loro e legati solo alle emergenze;

CONSTATATO che questa assenza di progettualità trascura i grandi temi che dovrebbero rinnovare la scuola sarda come i nuovi curricula, la promozione della cultura sarda, le nuove tecnologie, la logistica e l'articolazione territoriale, il collegamento il tra sistema di istruzione e la formazione;

CONSTATATA la disastrosa incapacità di creare un adeguato  e completo collegamento tra la Regione e la Direzione generale dell'istruzione che avrebbe dovuto facilitare gli interventi di riqualificazione del sistema di istruzione in Sardegna e che invece sta compromettendo una serie di progetti tra i quali quello importantissimo contro gli abbandoni scolastici e le ripetenze, fenomeno che in Sardegna registra la percentuale più alta d'Italia;

RILEVATA la pericolosa mancanza di oltre mille insegnanti di sostegno che garantiscano il diritto allo studio a tutti gli studenti che versano in situazioni di disagio e che si ritrovano, ancora una volta, ad essere lasciati a loro stessi, nonostante le Università sarde riescano a specializzare ottanta insegnanti di sostegno ogni anno;

CONSTATATA la mancata attuazione del collegamento tra istruzione e formazione, tra Assessorati e funzioni competenti che, tra le altre cose, blocca la definizione delle "passerelle" tra l'obbligo formativo e la scuola superiore e il relativo riconoscimento da parte degli istituti scolastici dei corsi di obbligo formativo frequentati dagli studenti;

RILEVATA l'inaccettabile assenza di una misura del POR che operativamente e politicamente sostenga la scuola sarda con progetti complessivi e lungimiranti;

CONSTATATA la cronica assenza di questa Giunta per quanto riguarda il problema "precari storici" che, nonostante abbiano reso un servizio all'intera comunità in tanti anni di lavoro contribuendo alla crescita della cultura nel nostro territorio, garantendo l'istruzione alle giovani generazioni con impegno e sacrificio, stanno assistendo alla loro totale esclusione dal sistema scolastico e formativo;

POSTO che a tutto questo va aggiunta la controversia dovuta al rifiuto, da parte della maggior parte delle scuole sarde, della sperimentazione voluta dal Ministro Moratti che ha condizionato l'avvio sereno delle attività in queste scuole che esprimono da anni la parte migliore del nostro sistema di istruzione e che si trovano a dover affrontare una riforma che le riporterebbe indietro dal punto di vista sia pedagogico che didattico;

ATTESO che nell'ultima finanziaria sono previsti 242 milioni di euro di tagli all'istruzione che riguarderanno soprattutto il personale non docente e la mobilità per circa cinquemila insegnanti e che, nel breve periodo, sono anche previsti dei "ridimensionamenti" del numero degli istituti scolastici in Sardegna, è chiaro che la situazione esistente andrà sicuramente peggiorando inasprendo ancora di più i rapporti con tutti i lavoratori della scuola;

CONSIDERATO :

- che nelle ultime settimane si è raggiunto il record di ore di astensione dal lavoro e dalle lezioni nelle scuole culminato con lo sciopero del 14 e del 18 di ottobre  che ha visto uniti famiglie, studenti e operatori scolastici;

- come questa grave situazione di tensione del mondo scolastico, che si continuerà a manifestare nell'Isola con partecipate assemblee e proteste, si somma ad una già allarmante problematica di disoccupazione che, in Sardegna, si manifesta come diffusa e generalizzata;

SOTTOLINEATO , infine, che anche il sistema universitario sardo, nonostante i sostegni economici derivanti dai finanziamenti della legge regionale varata dal centrosinistra nel '98 è costretto, per competere con le altre Università italiane, ad aumentare i costi per la frequenza degli studenti e che gli enti per il diritto allo studio regionali, gli ERSU Cagliari e Sassari, dopo sei mesi di ritardo nella nomina dei Consigli di amministrazione dovuti alla Giunta regionale, non sono tuttora in grado di operare ordinariamente e rischiano così di non essere nelle condizioni di garantire il diritto allo studio agli studenti meritevoli ma in condizioni di disagio economico, come prevede la Costituzione e la legge regionale,

impegna la Giunta regionale

a) a riferire in Consiglio sulla situazione della scuola in Sardegna;

b) a riferire sugli interventi settoriali che i diversi Assessorati hanno obbligo di realizzare in base agli impegni presi nel POR, sia per ciò che riguarda il sistema scolastico che quello formativo, quello universitario e quello relativo al mercato del lavoro e al suo collegamento con il mondo della istruzione;

c) ad elaborare un programma che veda la scuola sarda inserita in un  progetto di rilancio complessivo a lungo termine attraverso:

1) l'assunzione di tutte le responsabilità relative al nuovo Titolo V della Costituzione che portano in capo alla Regione i compiti legati alla istruzione;

2) la creazione di un adeguato rapporto basato su oneri reciproci e progetti a lungo termine tra la Regione e la Direzione generale dell'istruzione che faciliti gli interventi di riqualificazione e rilancio del sistema di istruzione in Sardegna;

3) lo sblocco della riforma del sistema formativo con la definizione dell'accreditamento delle strutture formative e delle "passerelle" tra l'obbligo formativo e la scuola superiore, in modo da garantire le possibilità di rientro degli allievi dell'obbligo nella scuola statale;

4) la creazione di una serie di azioni tese ad rendere disponibile un numero di insegnanti di sostegno sufficiente a garantire il diritto allo studio agli studenti che si trovano in condizioni di disagio per evitarne l'isolamento;

5) l'adozione di interventi che affrontino il problema dei cosiddetti "precari storici", che si vedono man mano totalmente esclusi dal sistema scolastico e formativo;

6) la ristrutturazione del sistema scolastico regionale in termini di sedi e localizzazione delle scuole, tenendo conto della particolare situazione geografica e sociale delle zone interne;

7) l'evoluzione del sistema dell'istruzione sarda verso un modello europeo capace di garantire coesione sociale e insieme opportunità che consentano a tutti i sardi, senza distinzione di censo, di poter essere competitivi con i giovani di tutti gli Stati d'Europa.

Cagliari, 23 ottobre 2002


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