CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAMozione n. 80
MOZIONE ONIDA, sulla soggettività internazionale della Sardegna nell'ambito dell'Unione europea.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la riforma del Titolo V della Costituzione repubblicana riconosce alle regioni potestà di legislazione concorrente in materia di "rapporti internazionali e con l'Unione europea";
- su questa base il ministro La Loggia ha proposto e il governo approvato un disegno di legge teso ad adeguare l'ordinamento repubblicano alla riforma costituzionale;
- quanto alla competenza concorrente delle regioni in materia di rapporti con l'Unione europea, il disegno di legge afferma che la partecipazione delle regioni agli atti comunitari avverrà "nell'ambito delle delegazioni del governo alle attività dei gruppi di lavoro e dei comitati del Consiglio e della Commissione […] che devono comunque garantire l'unitarietà della rappresentazione della posizioni italiana da parte del Capo delegazioni designato dal governo";
- l'articolo 116 della Costituzione continua a prevedere per le regioni a statuto speciale "forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale";
CONSIDERATO che:
- il disegno di legge La Loggia, pur approvato dalla Conferenza unificata Stato-regioni-autonomie locali, continua a suscitare rivendicazioni di più ampia soggettività delle regioni in Europa;
- in questo ambito sono da segnalare l'incontro tra la Regione toscana e la Generalitat catalana conclusosi con un documento che accampa diritti di rappresentatività diretta delle regioni e la riunione, promossa dal presidente della Lombardia, di 18 presidenti regionali della Mitteleuropa per chiedere che "le regioni possano partecipare al livello decisionale e strategico (anche autonomamente se necessario) sulle questioni rilevanti per lo sviluppo delle singole regioni";
- già nell'ottobre dello scorso anno, la "Dichiarazione di Madeira" della CALRE rivendicava per le regioni con potere legislativo "un trattamento specifico" da parte della Conferenza intergovernativa del 2004;
- fuori della Repubblica italiana, rivendicazioni di partecipazione istituzionale sono avanzate da regioni con poteri legislativi, nazionalità storiche e entità federate;
CONSIDERATO ancora che:
- il 28 febbraio 2002 si è aperta in Bruxelles la Convenzione incaricata di elaborare e proporre la Carta fondamentale dell'Unione europea;
- le scelte che in quella sede si faranno avranno riflessi sulla Sardegna per molti lustri a venire e ne condizioneranno prospettive politiche e sviluppo economico e sociale;
- secondo quanto risulta dal rapporto sullo stato dei lavori della Convenzione fatto dal suo presidente Valéry Giscard d'Estaigne in un suo articolo il rapporto Europa-regioni è posto sullo sfondo dei lavori;
- secondo quanto afferma il presidente della Commissione Romano Prodi, la tendenza è quella di relegare il ruolo delle regioni a quello di attuatrici di regole e programmi comunitari;
- le notizie disponibili sui lavori della Convenzione danno atto che il dibattito che lì si svolge è, in queste materie di ordine costituzionale e istituzionale, circoscritto alle quantità di competenze da ripartire fra Unione e stati membri;
ATTESO che:
- nel passato, trattati europei, che pure avevano gran rilievo per la società sarda, sono stati accolti senza che neppure a posteriori il Consiglio regionale sardo sia stato investito delle questione, malgrado l'impatto che tali trattati erano destinati ad avere sulla nostra economia e sulle nostre tradizioni;
- la normativa europea derivata da trattati, trasferimenti di competenze e autoreferenzialità della burocrazia comunitaria ha creato situazioni di incomunicabilità fra Unione europea e Sardegna;
ATTESO che:
- il tentativo dei governi dell'Unione di attribuirsi la rappresentanza di regioni, nazionalità e entità federate non sembra trovare resistenze significative all'interno della Convenzione;
- neppure il referendum europeo che potrebbe suggellare i lavori della Convenzione europea è tale da garantire il rispetto delle minoranze e delle nazionalità all'interno degli stati aderenti e di quelli candidati e ciò per due ordini di ragioni: vuoi perché le loro ragioni hanno un ovvio peso minoritario sia nei singoli stati membri sia nel complesso dell'Unione, vuoi perché, nella situazione data, partecipano alla elaborazione della Carta solo gli stati, le entità, insomma, che sono responsabili della condizione di subalternità delle minoranze e delle nazionalità;
RILEVATO che:
- esiste il rischio che le regioni economicamente più forti da sole o associate ottengano il riconoscimento di una titolarità privilegiata in materia di trattamento bilaterale o multilaterale di questioni economiche;
- è forte il pericolo che nel dibattito/scontro intorno al ruolo delle regioni europee siano ignorate le ragioni di quelle a intensa identità nazionale e culturale quali la Sardegna;
- proprio per questo la regione sarda e il suo sistema autonomistico non possono ancora a lungo essere assenti dalle discussioni internazionali e lontane dai luoghi in cui di ciò si discute;
- la specialità della Sardegna è riconosciuta dalla Costituzione italiana e da atti europei come la carta dei diritti delle minoranze linguistiche;
- il Consiglio regionale, con il suo documento del 24.2.1999, ha rafforzato una volontà condivisa di autonomia speciale, dichiarando solennemente "la sovranità del popolo sardo sulla Sardegna";
- il forum aperto alle proposte dei cittadini europei non è una misura sufficiente a far apprezzare ai convenzionalisti riuniti a Bruxelles il complesso dei diritti di una nazionalità storica qual è la sarda;
RITENUTO che:
- é indispensabile difendere gli interessi della nazione sarda nei processi decisionali delle comunità europee;
- a tal fine non è sufficiente la previsione contenuta nel disegno di legge La Loggia di adeguamento dell'ordinamento al nuovo Titolo V della Costituzione;
- é urgente determinare la presenza sarda nei forum e nelle riunioni specialmente dedicati alle nazionalità e alle regioni con poteri legislativi,
impegna la Giunta regionale
1) a predisporre e a presentare alla approvazione del Consiglio stesso, in attesa della elaborazione e approvazione del nuovo Statuto speciale, una dichiarazione di intenti circa la applicazione dell'articolo 116 della Costituzione in materia di "rapporti internazionali e con l'Unione europea";
2) a nominare alla ripresa autunnale e di concerto con il Consiglio una "Convenzione sarda per il dibattito sul futuro della Ue" che abbia il compito di partecipare insieme alla cittadinanza sarda alla definizione del ruolo che la Sardegna rivendica nell'ambito della prossima costituzione europea,
impegna il Presidente del Consiglio regionale
a convocare alla ripresa dei lavori autunnali una sessione dell'Assemblea per la discussione di una piattaforma di partecipazione istituzionale e presenza della Regione autonoma della Sardegna nella costruzione europea.
Cagliari, 31 luglio 2002
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