CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAMozione n. 75
MOZIONE SANNA Alberto - SPISSU - FADDA - BALIA - DORE - COGODI - SANNA Giacomo - GIAGU - GRANELLA - MANCA - MARROCU - ORTU - SANNA Emanuele - BIANCU - CALLEDDA - CUGINI - DEIANA - DEMURU - DETTORI - FALCONI - IBBA - LAI - MASIA - MORITTU - ORRU' - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PUSCEDDU - SANNA Gian Valerio - SANNA Salvatore - SCANO - SECCI- SELIS - VASSALLO, sulle gravissime conseguenze della siccità 2001-2002 sull'agricoltura e sull'economia della Sardegna.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO CHE:
- la gravissima siccità in atto è dovuta sia ai cambiamenti climatici planetari che interessano anche la nostra Isola, sia all'assenza di politiche organiche che affrontino seriamente i problemi dell'assetto del territorio, dell'approvvigionamento, dell'uso razionale e compatibile della risorsa idrica;
- nella maggior parte delle zone irrigue della Sardegna la scarsa disponibilità di acqua ha compromesso non solo le colture orticole, ma la stessa sopravvivenza delle colture arboree (agrumeti e frutteti) con conseguenze drammatiche per l'agricoltura e l'economia dell'intera Isola;
- gli agricoltori sardi non potranno usufruire delle risorse sulla siccità del 2001 previste dal Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali a seguito della grave negligenza della Giunta regionale che non ha provveduto ad inoltrare la relativa domanda come emerso nella Commissione agricoltura del Senato e come ribadito dal Sottosegretario all'agricoltura Bonazza Buora;
- la Giunta di centrodestra, al Governo della Regione ormai da tre anni, non ha messo in atto alcun provvedimento per attuare in Sardegna il "Programma nazionale per la lotta alla siccità e alla desertificazione" approvato dal CIPE (del. n. 299/1999) che consentirebbe l'utilizzo di notevoli risorse comunitarie e nazionali per fronteggiare il processo di desertificazione in atto in oltre 500.000 ettari di territorio sardo;
- le risorse che l'UE e lo Stato mettono a disposizione della Sardegna attraverso il POR 2000-2006 (Fondi Strutturali) non potranno essere utilizzate per il quadriennio 2003-2006 se entro il 31 dicembre 2002 non saranno costituite le Autorità d'Ambito per la gestione del servizio idrico integrato come previsto dalle leggi nazionali n. 183/89 e 36/94 (Galli), e delle leggi regionali n. 29/97 e 17/2000;
- si rende necessario superare rapidamente la gestione commissariale "dell'emergenza idrica" che da provvisoria e straordinaria è diventata ordinaria, non trasparente e per niente democratica, ed agisce su spinte territoriali e di potere al di fuori di un programma approvato dal Consiglio regionale che stabilisca le priorità dell'emergenza, del medio e del lungo periodo anche in relazione agli usi plurimi della risorsa;
- la bizzarra idea di approvvigionare la Sardegna dalla Corsica può essere utile per fare propaganda a basso costo, ma non serve allo scopo in quanto renderebbe la nostra Isola dipendente dall'estero con costi pesantissimi sia per la realizzazione delle opere che per l'acquisto dell'acqua medesima. Le risorse disponibili bisogna spenderle rapidamente in Sardegna per realizzare le opere necessarie;
- la delibera della Giunta regionale n. 16/35 datata 8 maggio 2001 che stanzia 45 miliardi di risorse, non previste in nessun atto programmatorio, per la realizzazione di due invasi in agro di Benetutti e di Bonorva, rappresenta l'ennesimo esempio di demagogia elettoralistica fatta sui bisogni reali delle popolazioni;
- la Giunta regionale non ha una politica che valorizzi il patrimonio di conoscenze e di esperienza presenti negli Enti regionali che si occupano del problema acqua,
impegna la Giunta regionale
a sottoporre all'approvazione del Consiglio regionale un programma di misure urgenti al fine di fronteggiare la gravissima situazione che ha investito l'agricoltura sarda, in particolare per quanto riguarda:
- l'utilizzo delle acque, compresa quella gestita dall'ENEL per la produzione di energia elettrica, secondo i bisogni reali e i criteri di equità e solidarietà fra i diversi territori e i comparti agricoli dell'isola, che eviti dannose contrapposizioni territoriali o di comparto;
- la priorità di mantenere in vita le colture arboree (agrumeti e frutteti);
- l'obbligo di attuare in tutta la Sardegna politiche e sistemi colturali finalizzati al risparmio idrico, assicurando la manutenzione costante degli impianti e, se necessario, il loro rifacimento;
- l'accelerazione delle procedure di approvazione del provvedimento di legge finalizzato a fronteggiare la siccità dell'annata agraria 2001/2002 destinando allo scopo 130 milioni di euro, come peraltro proposto dal centrosinistra con un emendamento alla finanziaria 2002;
- il recepimento e la rapida attuazione delle norme comunitarie, nazionali e regionali, richiamate in premessa (Leggi n. 183/89 e n. 36/94 (Galli) e LL.RR. n. 29/97 e 17/2000) che, superando la politica dell'emergenza e della straordinarietà, doterebbero la Sardegna di un nuovo quadro normativo indispensabile per un governo democratico ed ordinario delle risorse idriche per i diversi usi: potabile, agricolo ed industriale;
- la definizione del programma delle opere indispensabili nel breve e nel medio periodo per fronteggiare la situazione.
Cagliari, 22 giugno 2002
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