CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Mozione n. 71

MOZIONE SANNA Giacomo - SPISSU - FADDA - DORE - BALIA - COGODI - MANCA - BIANCU - CALLEDDA - GIAGU - IBBA - ORTU, sulla sottrazione al Consiglio regionale di atti politici ed amministrativi strategici per lo sviluppo della Sardegna.


IL CONSIGLIO REGIONALE

CONSTATATO che il documento di programmazione economica e finanziaria 2003 - 2005 è stato presentato dalla Giunta regionale ed approvato dalla competente Commissione consiliare (soltanto con la partecipazione ai lavori dei Consiglieri della maggioranza) senza che, prima volta nella storia dell'autonomia, per il più importante atto di programmazione economica, si sia proceduto all'attivazione del confronto con le parti sociali, i sindacati, gli imprenditori e le relative organizzazioni di categoria; 

RILEVATO che, quale sintomo del malessere ormai diffuso, per la giornata del 28 giugno 2002 la Sardegna incrocerà le braccia, bloccata dallo sciopero generale proclamato da CGIL, CISL ed UIL;

RIMARCATO che, dinanzi a tale pronunciamento unitario, il Presidente della Regione ha definito i sindacati sardi quali succursali politiche di un partito della sinistra democratica;

EVIDENZIATO che, su questioni di rilevanza strategica per lo sviluppo e la crescita della Sardegna, non soltanto le parti sociali sono escluse, ma è in atto il tentativo di un ridimensionamento del ruolo politico e delle prerogative proprie del Consiglio della Regione autonoma della Sardegna, attraverso la sottrazione al dibattito politico, al confronto ed al contributo degli stessi Consiglieri dell'attuale maggioranza di argomenti vitali per il futuro dell'isola;

SOTTOLINEATO che il Presidente della Regione ha annunciato una serie di interventi che per esser credibili e politicamente realizzabili debbono trovare la condivisione, la partecipazione ed il formale pronunciamento del Consiglio regionale;

CONSIDERATO che non è stato promosso alcun dibattito sul nuovo ruolo della Sardegna in Europa, nel momento in cui si scrive per la prima volta nella storia la Carta Costituzionale dell'Unione Europea, nonostante il Presidente della Regione sia stato indicato dal Presidente del Parlamento europeo, in sede di Parlamento Europeo, quale componente della Commissione Affari Costituzionali che lavorerà sui temi della convenzione, tanto che è doveroso chiedersi se lo stesso Presidente della Giunta porterà in tale sede le volontà del gruppo parlamentare che lo ha espresso, oppure quelle del partito che lo ha indicato, oppure ancora quelle della Regione sarda;

 

EVIDENZIATO che il Governo regionale non ha predisposto alcun atto e neppure alcun documento utile, per il tempestivo recepimento delle modifiche apportate al titolo V della Costituzione Italiana, in ordine al trasferimento di competenze e funzioni alla Regione sarda, impedendo così di fatto l'esercizio di diritti a migliaia di cittadini ed imprese;

CONSTATATO CHE:

- per la risoluzione dei problemi derivanti dalla carenza di risorsa idrica il Presidente della Regione ha manifestato la volontà di procedere con soluzioni discutibili, quali quelle della realizzazione delle dighe in Corsica per portare l'acqua in Sardegna, senza peraltro far seguire alle parole i fatti, ma, fatto ancor più grave, senza che mai il Consiglio abbia avuto l'opportunità di confrontarsi sulle soluzioni al grave problema e dunque sul piano regionale delle acque;

- per quanto attiene al metano, viene da qualche tempo sbandierata l'ipotesi della realizzazione del metanodotto Algeria - Sardegna - Corsica, senza che al Consiglio regionale sia stato fornito alcun materiale utile alla discussione ed alla valutazione e senza che neppure lo stesso Consiglio abbia potuto affrontare l'argomento riguardante il piano energetico sardo;

- all'indomani della corsa all'accaparramento del progetto per la continuità territoriale per i collegamenti aerei nessuna proposta operativa è stata presentata dall'esecutivo circa i sistemi e le modalità per completare il progetto "continuità territoriale Sardegna - Continente", con riferimento particolare ai temi riguardanti la continuità territoriale per i collegamenti marittimi ed il piano regionale per le merci;

- nonostante le varie dichiarazioni rese dal Presidente della Giunta, non è stato presentato al Consiglio regionale, alcun piano per le grandi opere pubbliche;

- neppure sulle delicate questioni riguardanti l'ordine pubblico e più specificatamente il malessere delle zone interne, è dato conoscere, non solo gli atti formali, ma neppure gli indirizzi politici dell'attuale Giunta e del suo Presidente;

- il Presidente della Regione ha da tempo soltanto annunciato iniziative concrete tese alla revoca del decreto istitutivo il Parco Nazionale del Gennargentu e che niente è stato fatto neppure in ordine alle politiche di tutela del territorio, tanto che non si conoscono le proposte dell'esecutivo circa le politiche da adottare riguardo alle aree protette in Sardegna;

- la Giunta regionale non ha mai presentato al Consiglio alcuna proposta relativa ai necessari e giusti progetti di digitalizzazione e informatizzazione della Pubblica Amministrazione in Sardegna, mentre notizie di stampa danno per imminente l'attribuzione a trattativa privata di un appalto di circa 400 miliardi di vecchie lire;

- in più occasioni il Presidente della Regione ha ipotizzato un ruolo preminente del settore turistico per l'economia della Sardegna, ma non è mai stato affrontato, nel Consiglio regionale, un piano complessivo di sviluppo delle attività turistiche in Sardegna;

APPRESO dalla stampa che il Presidente della Giunta intende affidare ad esterni la predisposizione di un non meglio identificato "nuovo piano di rinascita", senza che nessun confronto sia in essere fra le istituzioni e la società Sarda e senza che vi sia alcun dibattito nel Consiglio regionale sulle grandi questioni dello sviluppo in Sardegna;

invita il Presidente del Consiglio regionale

a salvaguardare e garantire le funzioni proprie del Consiglio regionale,

censura il Presidente della Regione

per la scarsa considerazione dimostrata verso le prerogative proprie del Consiglio regionale, in ordine alle problematiche prima enunciate,

impegna il Presidente e la Giunta regionale

a presentare al Consiglio regionale della Sardegna gli atti di programmazione in ordine alle questioni sopra elencate.

Cagliari, 12 giugno 2002


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