CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Mozione n. 67

MOZIONE SPISSU - FADDA - DORE - COGODI - BALIA - DETTORI - DEMURU - FALCONI - PIRISI - Biancu - Calledda - Cugini - Deiana - Giagu - Granella - Ibba - Lai - Marrocu - Masia - Morittu - Orrù - ORTU - Pacifico - PINNA - PUSCEDDU - sanna Alberto - SANNA EMANUELE - Sanna GIAN VALERIO - SANNA SALVATORE - Scano - Secci - SELIS - VASSALLO, sulle problematiche delle zone interne della Sardegna.


IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che gli indicatori economici delle zone interne della Sardegna (occupazione, lavoro sommerso, reddito medio pro-capite) evidenziano con chiarezza gli elementi di costante debolezza, di arretratezza e di ritardo nello sviluppo di quei territori e testimoniano le condizioni profonde e vere della difficoltà, accentuata ed esasperata da assurdi provvedimenti governativi che nel quadro di una contrazione della spesa pubblica tagliano scuole, uffici postali, procure, uffici della Pubblica amministrazione e privano dunque le popolazioni di quella rete essenziale di servizi alla collettività e alle persone;

ATTESO che nelle zone interne rischiano di restare invariate le condizioni che hanno determinato la permanenza della Sardegna nei parametri previsti dall'Unione Europea per le Regioni inserite nell'Obiettivo 1, se non si mettono in campo le iniziative e gli investimenti opportuni;

CONSTATATO come siano assolutamente invariate le condizioni di ritardo nella organizzazione di una adeguata rete di trasporti che accentua la marginalità e l'isolamento; l'assenza di essenziali infrastrutture per lo sviluppo agricolo ed industriale (elettrificazione rurale, reti idriche, acquedotti, etc.) per quello culturale e della ricerca; il difficile e costoso accesso al credito che rende più difficoltosa l'iniziativa di nuova imprenditoria locale e quella del debole tessuto imprenditoriale esistente;

VALUTATO come l'assenza di lavoro, di servizi alle imprese e alle persone, di qualità della vita adeguata, di svago e di crescita culturale stiano provocando fenomeni inarrestabili ed irreversibili di spopolamento e di invecchiamento della gran parte dei comuni;

CONSIDERATO che lo sproporzionato clamore e la caricaturale proiezione mediatica che in queste settimane viene data alle problematiche che interessano le zone interne della nostra Regione, e in modo particolare quelle della Sardegna centrale, rischiano di produrre una visione distorta dei fenomeni sociali, economici, culturali e politici che stanno alla base del profondo malessere delle comunità interessate, senza peraltro avanzare nelle sedi opportune progetti e strategie di inversione di tendenza;

VERIFICATO come una attenta analisi e una puntuale comprensione dei fenomeni che interessano queste aree della Sardegna, siano distanti dalle politiche spettacolari e propagandistiche messe in atto dal centrodestra al governo della Regione e dello Stato, riducendo a ribalta mediatica anche i fondamentali elementi di una emergenza democratica, accendendo impropri e deformanti riflettori soltanto su un aspetto della condizione di vita di quelle comunità;

ATTESO che nonostante il progressivo peggioramento degli indicatori economici e sociali in questi ultimi tre anni, il Governo regionale del centrodestra non ha prodotto alcuna azione organica volta al superamento dello stesso, disattendendo gli indirizzi più volte espressi e deliberati dal Consiglio regionale tesi all'utilizzo di consistenti risorse nelle aree interne, come avvenuto in modo particolare per l'utilizzo dei fondi comunitari attraverso la disastrosa gestione dei PIP;

POSTO che le politiche finanziarie ed economiche del Governo nazionale segnano un arretramento pesante delle politiche per il Mezzogiorno con seri pericoli di crescita ulteriore del divario fra le varie aree del Paese con evidente ripercussione negativa nelle aree più depresse ed in ritardo;

CONSIDERATO che la sicurezza dei cittadini e il ripristino di condizioni di normalità democratica si rinvengono quasi sempre all'interno di una azione complessiva e rispettosa dell'insieme delle variabili in campo ricreando, anzitutto, le condizioni di fiducia verso le Istituzioni democratiche ed attraverso un'adeguata e non episodica azione strutturale in grado di ricostruire i valori e le potenzialità del capitale umano e sociale indispensabile allo sviluppo;

RITENUTA di estrema gravità la decisione del Governo nazionale, annunciata dal sottosegretario Micicché, di interruzione degli strumenti della programmazione negoziata che con la loro positiva azione avviata nella Sardegna centrale da alcuni anni hanno fin qui prodotto 4600 nuovi posti di lavoro e consolidato un metodo partecipativo diffuso che ha interessato le istituzioni, le forze economiche e sociali di quelle aree;

POSTO che le decisioni e le azioni del Governo nazionale si sommano al già grande processo di deindustrializzazione in atto nel sistema industriale territoriale,

impegna la Giunta regionale

- ad elaborare e proporre un programma coordinato di interventi economici, sociali e culturali per lo sviluppo e l'occupazione delle aree interne della Sardegna;

- a proporre e a negoziare con il Governo nazionale un accordo di programma-quadro, che affronti concretamente le grandi questioni che determinano in quei territori malessere sociale ed economico,

in particolare impegna la Giunta regionale

1) ad affrontare con il Governo nazionale le problematiche dello sviluppo culturale e scolastico;

2) ad accompagnare il sostegno agli investimenti produttivi con il completamento e l'ampliamento delle attuali inadeguate infrastrutture;

3) ad avviare in una apposita tornata consiliare un ampio dibattito per definire una nuova legislazione volta ad analizzare e favorire un processo di riequilibrio territoriale dell'Isola,

invita

i Consigli comunali e provinciali ad una mobilitazione permanente e straordinaria volta a ripristinare l'agibilità democratica in tutti i Comuni della Sardegna,

e mentre esprime

piena e incondizionata solidarietà a tutti gli amministratori che hanno subito attentati,

manifesta

ampio sostegno per la loro insostituibile funzione pur nel contesto di una sostanziale resistenza democratica che si manifesta il più delle volte nel silenzio e nella quotidiana abnegazione e dedizione ai problemi piccoli e grandi delle comunità che amministrano e che rappresentano il centro della dimensione autonomistica della Regione sarda.

Cagliari, 17 maggio 2002


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