CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Mozione n. 64

MOZIONE VASSALLO - COGODI - ORTU, sulla situazione del settore chimico in Sardegna.


IL CONSIGLIO REGIONALE

PRESO ATTO della conferma del gravissimo intendimento dell'Enichem di procedere alla sostanziale chiusura delle proprie attività in Sardegna, con l'avvenuto blocco, fra l'altro, dell'impianto cloro-soda di Porto Torres;

VISTA l'ipotesi di Accordo di programma, sottoscritta in il 22 febbraio 2002 sulla base dell'elaborazione dell'Osservatorio regionale per il settore chimico, da sottoporre al confronto con il Governo nazionale;

CONSIDERATO che tale ipotesi di Accordo di programma risulta del tutto inadeguata e del tutto incoerente rispetto alle azioni effettivamente poste in essere da Enichem con la chiusura del predetto impianto e della  dichiarata volontà di porre gli impianti chimici sardi nell'elenco di quelli previsti per la dismissione, escludendo perciò ogni ipotesi di valorizzazione, attraverso programmi di sviluppo e integrazione, di cui tali attività necessitano al fine di operare in maniera competitiva nel mercato internazionale;

CONSIDERATO che tale comportamento, nel concreto, contrasta palesemente con gli stessi obiettivi indicati dalla predetta ipotesi di Accordo di programma, che rivelano pertanto la propria inattendibilità;

TENUTO CONTO che il la predetta ipotesi di Accordo prevede che Regione Sarda "si farà promotrice di idonei programmi e specifiche iniziative permanenti per promuovere attività di ricerca e sviluppo nel settore chimico"; 

CONSIDERATO che l'Accordo - per esplicito preventivo riconoscimento delle parti sottoscriventi - è tuttora carente delle parti relative ad impegni che debbono da assumere le parti istituzionali ai diversi livelli (locale, regionale e statale) ed alla formulazione delle strategie aziendali, in specie con la rappresentazione di programmi di investimento prospettati dalle singole imprese firmatarie;

VISTO che la suddetta ipotesi di Accordo di programma individua, tra gli altri obiettivi, quello "di risanare e tutelare l'ambiente attraverso azioni di disinquinamento, bonifica e messa in sicurezza dei siti", ma che tale previsione non può costituire un incentivo o un alibi per nuove dismissioni, dovendo al contrario necessariamente riguardare le aree già da tempo non utilizzate;

RITENUTO perciò che debba essere verificato e reso esplicito l'impegno delle imprese in tal senso, e che in particolare debba essere richiesta con forza l'assunzione di responsabilità della Enichem nei confronti dei territori interessati, mediante la messa in sicurezza e la bonifica a proprio carico dei siti già tempo dismessi e non soggetti a specifica valorizzazione e del loro trasferimento non oneroso agli enti territoriali;

TENUTO CONTO che diverse aziende operanti in Sardegna con propri impianti in filiere fondamentali della produzione industriale si avvalgono delle produzioni di base degli stabilimenti Enichem e che la chiusura di questi ultimi costituirebbe un colpo mortale, non solo per le maestranze direttamente interessate, ma anche per un vasto indotto produttivo, ed in ultima analisi per tutta l'economia e lo stato dell'occupazione isolana;

CONSIDERATO che gli stabilimenti sardi, sinora, hanno potuto sopravvivere anche in forza della esperienza, delle innovazioni tecniche, dell'aggiornamento produttivo, della professionalità maturata, elementi tutti che verrebbero persi con il progressivo disimpegno dell'Eni dalla chimica nell'Isola;

CONSIDERATA la grave ripercussione di tali scelte sull'occupazione nei territori interessati, ed in particolare nell'ampio indotto, a partire dalle imprese metalmeccaniche, oggi impegnate nelle manutenzioni, per le quali cesserebbe ogni lavoro possibile;

CONSIDERATO che gli stabilimenti Enichem nel territorio regionale e gli altri impianti operanti nel territorio, quali Ottana, Macchiareddu, Sarroch, etc., rivestono un carattere strategico per tutta l'economia regionale, in considerazione del fatto che realizzano circa il 30% della complessiva produzione industriale isolana, e che la crisi dell'industria in Sardegna, e non solo del comparto chimico, rischia di trascinare a catena l'intera economia isolana verso effetti devastanti;

RIBADITO inoltre che anche nel settore chimico occorre risolvere il problema posto dal differenziale causato dall'insularità nei costi di trasporto delle materie prime in entrata e dei prodotti lavorati in uscita, e che pertanto occorre che la Giunta regionale presti adeguata attenzione anche a tale settore, in sede di confronto col Governo nazionale, nella vertenza sulla continuità territoriale delle merci;

CONSIDERATO che l'elevato costo energetico costituisce un ulteriore, pesante aggravio per molte aziende del settore, le cui lavorazioni richiedono la disponibilità di notevoli quantità di energia elettrica, che dovrebbe essere pertanto resa disponibile a costi più favorevoli, in analogia a quelli vigenti nell'Europa continentale;

CONSIDERATO, inoltre, che emerge chiaramente l'assenza di un progetto di sviluppo regionale del settore chimico e che in tale situazione la Giunta regionale appare semplicemente acquiescente e subalterna rispetto alle politiche di deregolamentazione e di privatizzazione selvaggia promosse del Governo nazionale;

RITENUTO che sia necessario, per tutto ciò, rilanciare un programma di settore, secondo i seguenti punti qualificanti:

- difendere e riqualificare l'area chimica regionale;

- favorire un processo di diversificazione delle produzioni industriali;

- verticalizzare il settore;

- assicurare il mantenimento e la qualificazione dell'occupazione;

- promuovere adeguati investimenti per dotare gli impianti esistenti di aggiornate tecnologie di processo e ambientali;

- produrre nuova conoscenza scientifica e tecnologica nello stesso settore;

delibera

- di esprimere la ferma volontà di difesa e di rafforzamento del comparto chimico isolano e la contrarietà rispetto ad ogni prospettiva di smantellamento;

- di impegnare la Giunta regionale perché:

1) sottoscriva l'Accordo di programma con le altre parti cointeressate solo in presenza di chiari impegni e concreti programmi che garantiscano la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali non solo nel comparto produttivo,  ma nell'intero sistema ad esso collegato;

2) operi nei confronti dei soggetti imprenditoriali interessati e con le organizzazioni sindacali dei lavoratori, per valutare concrete proposte per il superamento della crisi ed il rilancio produttivo della chimica in Sardegna che contemplino il rafforzamento della gestione Enichem anche mediante l'ingresso nella compagine aziendale, ai più alti livelli, di altri operatori economici di comprovata capacità imprenditoriale;

3) si attivi per convocare in Sardegna i maggiori operatori del settore per valutare le convenienze connesse alla disponibilità di aree attrezzate, con servizi e strutture fruibili per l'insediamento di nuove intraprese, e richieda perciò uno specifico impegno da parte del Governo nazionale perché vengano posti a disposizione i necessari finanziamenti agevolativi;

4) definisca il più conveniente costo al quale deve essere resa disponibile l'energia per il sistema industriale sardo, avendo riferimento a costi analoghi vigenti nell'Europa continentale;

5) definisca in tempi rapidi la vertenza con il Governo nazionale sulla attuazione della continuità territoriale delle merci;

6) predisponga i necessari atti normativi perché venga disposta la retrocessione o la cessione senza oneri ai Consorzi industriali delle aree a suo tempo assegnate o acquisite, e non più finalizzate allo svolgimento di attività industriale;

7) indichi in maniera precisa tempi e modalità della bonifica dei siti interessati dagli insediamenti produttivi da tempo dismessi, dando puntuale attuazione alle normative nazionali in materia di risanamento ambientale, attivando conseguentemente nuove e più valide attività economiche ed occupazionali.

Cagliari, 10 aprile 2002