CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAMozione n. 57
MOZIONE SANNA Giacomo - CUGINI - FADDA - DORE - COGODI - BALIA - BIANCU - CALLEDDA - DEIANA - DEMURU - DETTORI - FALCONI - GIAGU - GRANELLA - IBBA - LAI - MANCA - MARROCU - MASIA - MORITTU - ORRU' - ORTU - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PUSCEDDU - SANNA Alberto - SANNA Emanuele - SANNA Gian Valerio - SANNA Salvatore - SCANO - SECCI - SELIS - SPISSU - VASSALLO, sul tentativo di accaparramento delle aree industriali costiere e sulle inadempienze in materia di demanio e patrimonio pubblico.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che il disegno di legge A.C. n. 2032, recante "Disposizioni in materia di infrastrutture e trasporti", presentato il 28 novembre 2001 dal Presidente del Consiglio dei Ministri, dal Ministro delle infrastrutture e trasporti, di concerto con quello dell'economia e finanze, è all'esame, in sede referente, delle Commissioni riunite trasporti e ambiente della Camera dei Deputati;
VERIFICATO che i termini per la presentazione degli emendamenti al testo di legge erano fissati per lunedì 11 febbraio 2002, alle ore 14.00;
APPRESO che il gruppo politico di Forza Italia ha presentato un emendamento al disegno di legge n. 2032 che prevede che tutte le aree espropriate e attrezzate, le opere di urbanizzazione primaria e secondaria, i depuratori, i collettori per lo smaltimento dei reflui, gli edifici realizzati nelle aree dei consorzi industriali, passino integralmente ai beni del demanio marittimo e dunque sotto l'amministrazione delle Autorità portuali;
VERIFICATO che la Regione sarda rischierebbe di perdere aree, strutture e infrastrutture il cui valore è quantificabile in 4/5 miliardi di euro;
APPRESO inoltre che il personale attualmente in forza ai Consorzi ASI entrerebbe nei ruoli dell'Autorità portuale, laddove questa sia istituita;
RILEVATO che il patrimonio di aree pubbliche, impianti e attrezzature dei consorzi industriali di Cagliari - Macchiareddu, Porto Torres, Olbia, Arbatax, Oristano e Portoscuso è stato costituito con la rilevante partecipazione della Regione Sarda, attraverso l'erogazione di ingenti finanziamenti; si consideri, ad esempio, la realizzazione degli impianti del Tecnocasic che ha visto l'impiego di circa 600 miliardi di lire di risorse regionali;
RICORDATO con viva preoccupazione che circa 1.500 ettari di terreno con numerosi fabbricati e un rilevante patrimonio immobiliare ricadenti nelle aree costiere del Consorzio industriale di Macchiareddu di proprietà ex ANIC, acquisiti con fondi esclusivamente pubblici, sono stati nei mesi scorsi alienati dal Commissario liquidatore a società private costituite ad hoc a prezzi circa cinquanta volte inferiori a quelli di mercato, configurandosi come una spregiudicata operazione speculativa a danno in primo luogo degli enti locali territoriali e nella più assoluta inerzia della Giunta regionale;
RIMARCATO che le aree industriali costiere hanno valenza strategica per l'intero sistema economico isolano, in considerazione dell'istituzione, in attuazione all'articolo 12 dello Statuto speciale di autonomia, delle zone franche, secondo le disposizioni di cui ai regolamenti CEE n. 2913\1992 e n. 2454\1993, nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Portovesme, Porto Torres, Arbatax ed in altri porti e aree industriali ad essi funzionalmente collegate o collegabili;
evidenziato che ai noti ritardi circa l'introduzione delle zone franche nei porti individuati dal D.L. n. 75 del 10 marzo 1998, si aggiungono alcune discutibili iniziative, quali ad esempio quelle dei commissari liquidatori della cartiera di Arbatax, tendenti ad alienare, attraverso asta pubblica, aree di pertinenza della cartiera, ricomprese nella delimitazione territoriale della relativa zona franca;
evidenziato, altresì, che l'emendamento proposto dal gruppo politico di Forza Italia al disegno di legge n. 2032, rappresenta il tentativo di scippare la Sardegna di professionalità, aree, impianti e attrezzature di rilevanza strategica per il corretto sviluppo economico dell'isola ed, anche, la testimonianza del perdurare delle politiche centralistiche e di stampo prettamente coloniale e padronale, praticate dallo Stato Italiano in danno della Sardegna e del suo popolo;
richiamato, ancora, il fatto che perdurano, in modo inammissibile, gravissime inadempienze politiche, giuridiche e istituzionali del Governo centrale, circa il rispetto dell'articolo 14 dello Statuto di autonomia, in materia di beni e diritti patrimoniali di natura immobiliare e di quelli demaniali nell'ambito del territorio regionale;
DENUNCIATO il fatto che, sulla base di circostanziate notizie riportate da un quotidiano sardo, l'emendamento parlamentare prima di essere consegnato a mano agli uffici del ministro Lunardi, sarebbe stato redatto in un noto studio cagliaritano dopo essere stato concordato con alcune forze politiche del Polo e con l'obiettivo dichiarato di consegnare all'Autorità portuale (attualmente commissariata) tutto il patrimonio del Consorzio industriale di Cagliari;
considerato che il silenzio dell'attuale Giunta regionale e del suo Presidente sulla vicenda, conferma nei fatti l'atteggiamento di vera e propria sudditanza nel confronto con il Governo italiano, anche su questioni che compromettono gli interessi dell'isola ed i diritti del nostro popolo,
impegna la Giunta regionale
1) a riferire la posizione della Giunta regionale rispetto all'inaccettabile emendamento proposto dal gruppo politico di Forza Italia in occasione dell'esame del disegno di legge n. 2032 nelle Commissioni trasporti e ambiente della Camera dei Deputati, tendente a scippare la Sardegna delle aree industriali costiere;
2) ad attivare le opportune iniziative politiche affinché venga scongiurata la perdita del patrimonio dei consorzi industriali costieri della Sardegna e vengano salvaguardati gli interessi della Regione sarda che ha destinato ingenti risorse per la realizzazione di impianti ed infrastrutture;
3) a riferire la posizione della Giunta regionale, riguardo l'acquisizione delle competenze regionali e dei beni sul demanio, ivi compreso quello marittimo;
4) a riferire sui ritardi che caratterizzano l'introduzione delle zone franche nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Portovesme, Porto Torres, Arbatax ed in altri porti ed aree industriali ad essi funzionalmente collegate o collegabili, peraltro già istituite con l'emanazione del D.L. n. 75 del 10 marzo 1998, in attuazione all'articolo 12 dello Statuto sardo e secondo le disposizione dei regolamenti CEE n. 2913\1992 e n. 2454\1993.
Cagliari, 13 febbraio 2002