CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Mozione n. 37

MOZIONE SANNA Emanuele - MANCA - SELIS - CUGINI - FADDA - DETTORI Bruno - BALIA - COGODI - SANNA Giacomo - BIANCU - CALLEDDA - DEIANA - DEMURU - DETTORI Ivana - DORE - FALCONI -GIAGU - IBBA - LAI - MARROCU - MASIA - MORITTU - ORRU' - ORTU - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PUSCEDDU - SANNA Alberto - SANNA Gianvalerio - SANNA Salvatore - SCANO - SPISSU - VASSALLO sulla sorveglianza sanitaria e sulla prevenzione della BSE (Encefalopatia spongiforme bovina) e sulla salvaguardia della zootecnia e dei consumatori in Sardegna.


IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che la diffusione della BSE in numerosi Paesi della Comunità Europea e il recente accertamento del primo caso in Italia stanno determinando un drammatico blocco produttivo e commerciale nel settore zootecnico;

RICORDATO che la variante umana della "mucca pazza", nota come morbo di Creutzfeld-Jacob, si è manifestata, in forma sporadica colpendo diverse decine di giovani pazienti, in Gran Bretagna, in Francia e in Irlanda con esiti quasi sempre letali;

SOTTOLINEATO che oltre ai colossali danni economici si sta diffondendo anche nella nostra Isola un motivato allarme sociale derivante da una potenziale e temibile minaccia per la salute pubblica;

RILEVATO che, nonostante le incertezze che tuttora permangono nella comunità scientifica sulla eziopatogenesi della BSE, è stata comunque definita la sicura correlazione del morbo con la utilizzazione  di farine di mammifero nell'alimentazione dei ruminanti;

RICORDATO che con specifiche direttive comunitarie e con ordinanze ministeriali le farine animali sono state proibite per la produzione di mangimi fin dal 1994;

EVIDENZIATO il fatto che, nonostante il divieto e i ripetuti appelli alla vigilanza, lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha recentemente ammesso che la rete di sorveglianza anti - BSE è stata complessivamente inadeguata in tutto il territorio nazionale;

DENUNCIATO il fatto, ormai acclarato e sottolineato recentemente dai principali organi di informazione del nostro Paese, che nel 1998, su iniziativa del Dipartimento alimenti, nutrizione e sanità pubblica veterinaria del Ministero, è stata irresponsabilmente suggerita l'introduzione di un "limite di tolleranza" della componente animale nei mangimi;

STIGMATIZZATO il fatto che, nonostante il divieto, le farine animali potenzialmente "infette da prione" hanno continuato ad essere importate in Italia in quantità massicce da Paesi  più a rischio come l'Inghilterra e l'Irlanda e sono di conseguenza entrate nei circuiti dei mangimifici degli allevamenti del nostro Paese e della nostra Isola;

RILEVATO che, nonostante le notizie tranquillizzanti e in assenza di controlli adeguati, anche in  Sardegna i mangimi con tessuti di mammiferi sono stati riscontrati negli ultimi anni in numerose aziende zootecniche e commerciali;

ACCERTATO che, nonostante la limitatezza dei mangimi esaminati negli ultimi quattro anni, l'Assessore regionale della sanità ha fornito recentemente un quadro quanto mai allarmante dal quale risulta che in Sardegna su 652 campioni ben 52 sono risultati non conformi per presenza di proteine animali e che nel corso dell'anno 2000 non risulta siano stati effettuati controlli nelle ASL n. 1, ASL n. 2, ASL n. 8;

PRESO ATTO, inoltre, con preoccupazione che, sempre dalla relazione della Giunta, risulta che dal 1° gennaio 2001 sono stati effettuati in Sardegna su bovini macellati al di sopra dei 30 mesi solo 14 test rapidi e su altri bovini sottoposti a sorveglianza per BSE solo 20 test e che tali dati per la ristrettezza dei capi esaminati non possono assolutamente dare un quadro rassicurante in relazione alla consistenza del patrimonio zootecnico regionale;

SOTTOLINEATO che per una rigorosa indagine epidemiologica e per un obiettivo accertamento della condizione sanitaria degli allevamenti e della sicurezza dei  prodotti agro - alimentari è assolutamente necessario procedere attraverso un'azione sistematica di tutte le istituzioni pubbliche competenti al rintraccio di tutti  gli animali provenienti da Paesi a rischio di BSE e contemporaneamente al censimento e al controllo di tutti gli stabilimenti di produzione e commercializzazione di mangimi e di tutti gli utilizzatori di farine di origine animale;

CONSIDERATO che in  rapporto alla gravità e alla complessità dei problemi economici, sociali e sanitari connessi con la BSE le istituzioni statali non sono state capaci di predisporre un quadro organico di misure efficaci per fronteggiare l'emergenza, mentre permane una preoccupante carenza di coordinamento tra le iniziative del Ministero delle Politiche Agricole e quelle del Ministero della Sanità con pesanti ricadute sui produttori e sui consumatori;

CONSIDERATO, inoltre, che anche le competenti autorità della nostra Regione Autonoma limitandosi alla burocratica trasmissione  alle ASL delle direttive ministeriali non hanno svolto un'efficace azione di coordinamento, di controllo e di programmazione di tutti gli interventi necessari nel territorio regionale mentre si sono ulteriormente manifestate le carenze strutturali del Servizio Veterinario dell'Assessorato regionale della sanità;

RILEVATO che mentre non si è ancora risolta l'emergenza della "Blue tongue", la zootecnia sarda deve ora fronteggiare una nuova drammatica crisi soprattutto nel settore della produzione e del consumo delle carni bovine e si profila di conseguenza il rischio di un collasso dei pilastri fondamentali del sistema agro - alimentare della nostra Isola;

impegna la Giunta regionale

 

1) a promuovere con la massima tempestività e rigore l'applicazione di tutti i provvedimenti comunitari e statali finalizzati alla prevenzione e al controllo della BSE anche attraverso uno specifico Piano regionale attuativo e operativo;

2) a dotare il Servizio Veterinario regionale di tutti gli strumenti e le professionalità necessarie per esercitare le sue fondamentali e non delegabili funzioni istituzionali in materia di sanità animale e di tutela della salute pubblica;

3) a potenziare e coordinare l'attività di tutti i Servizi che devono effettuare in tutti gli allevamenti, in tutti gli  impianti di fabbricazione e di commercializzazione dei mangimi, in tutti gli impianti di macellazione, di trasformazione e di smaltimento delle carni e dei tessuti dei mammiferi, gli esami e i provvedimenti necessari per contrastare la trasmissione della BSE;

4) a intensificare in maniera decisa i test anti BSE in tutti gli animali e allevamenti a rischio;

5) a promuovere  tutte le misure di sua competenza per favorire la macellazione volontaria, lo stoccaggio e il pronto indennizzo per i capi a rischio utilizzando e, se necessario, integrando le risorse finanziarie stanziate dalla Cee e dallo Stato;

6) ad avanzare, in relazione alla specifica realtà della Sardegna, un programma complessivo di interventi a favore del settore produttivo e della tutela dei consumatori attraverso la "Cabina di regia unitaria" recentemente costituita tra le Regioni italiane e i Ministeri interessati;

7) a promuovere una decisa iniziativa politica verso il governo nazionale finalizzata in particolare:

a) al completamento dell'anagrafe bovina nazionale;

b) a varare con assoluta urgenza i provvedimenti indispensabili per affrontare la gravissima emergenza che si è determinata per il corretto smaltimento dei materiali a rischio accumulati presso i macelli, per lo smaltimento dei capi morti negli allevamenti e per lo smaltimento e l'incenerimento delle farine animali e di tutti gli altri prodotti pericolosi in impianti idonei;

8) a promuovere, infine, un'adeguata campagna di informazione  per tutelare efficacemente l'immagine del sistema agro - alimentare regionale e i diritti dei consumatori sardi.

Cagliari, 7 febbraio 2001