CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAMozione n. 30
MOZIONE PUSCEDDU - CUGINI - CALLEDDA - DEMURU - DETTORI Ivana -FALCONI - LAI - MARROCU - MORITTU - ORRU' - PACIFICO - PINNA - PIRISI - SANNA Alberto - SANNA Emanuele - SANNA Salvatore - SCANO - SPISSU sulla allarmante situazione relativa alla sicurezza ed alla salute sui luoghi di lavoro.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO:
- che nonostante i convegni, i dibattiti, le ricorrenti denunce delle Organizzazioni sindacali e professionali e le prescrizioni delle leggi che regolano la materia il numero degli infortuni sul lavoro continua ad aumentare in maniera molto allarmante;
- che in Italia ogni anno sul lavoro oltre 1300 persone muoiono, oltre 1 milione si infortunano ed oltre 30 mila contraggono malattie professionali;
- che rispetto all'Europa, l'Italia detiene due primati negativi: il tasso di frequenza degli infortuni e quello di mortalità sul lavoro sono più alti della media (5,3% rispetto al 3,9%) e la frequenza degli incidenti è più alta tra i giovani;
- che in occasione del "Terzo convegno nazionale di medicina legale e prevenzione", organizzato dall'INAIL a S. Margherita di Pula nello scorso mese di ottobre, sono stati forniti dati particolarmente allarmanti;
- che nei primi 8 mesi del 2000 in Sardegna gli infortuni sul lavoro sono aumentati dell'1,4% e che gli infortuni mortali sono stati 25, con un incremento del 19%, rispetto al 1999;
- che il maggior numero delle vittime si registra nell'industria ed in particolare nel settore delle costruzioni;
CONSIDERATO che ad incrementare il numero degli infortuni contribuiscono diversi fattori quali:
- la mancata osservanza delle norme di sicurezza nei cantieri;
- i mutamenti strutturali che interessano il mondo del lavoro quali le nuove forme di organizzazione del lavoro , la flessibilità, il precariato, i ritmi produttivi accelerati, il lavoro nero e sommerso, i processi di esternalizzazione, la carenza di specifica formazione professionale;
- la scarsa cultura della legalità;
- l'insufficienza delle risorse e del personale per la prevenzione;
- una cultura d'impresa poco sensibile al tema della sicurezza e della salute;
CONSTATATO che sta diventando preoccupante l'incidenza di malattie neoplastiche nell'area ad alto rischio ambientale di Portoscuso e di altre zone industriali e che in Sardegna stanno aumentando vecchie e nuove patologie legate alle attività lavorative;
SOTTOLINEATO che la sicurezza non può essere considerata come un problema o un costo ma come una risorsa su cui investire fin dalla fase della progettazione degli impianti e della scelta delle tecnologie;
RILEVATO che in Sardegna ampi contesti occupativi presentano ancora condizioni di alto rischio per la salute, sia in quelli tradizionalmente più pericolosi (edilizia, industria metalmeccanica, miniera, agricoltura) sia in quei comparti produttivi in cui l'innovazione tecnologica funzionale alla introduzione di dispositivi più sicuri per chi ci opera stenta a penetrare;
ACCERTATO inoltre che anche il numero degli infortuni tra gli studenti e gli allievi degli istituti scolastici e professionali è notevolmente aumentato e che pertanto si ravvisa la necessità di adeguare edifici, impianti ed attrezzature alle norme di sicurezza;
DENUNCIATO che il decreto legislativo n. 626/94, emanato in attuazione di otto direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, rimane nei fatti ancora sostanzialmente non applicato poiché da una parte i datori di lavoro considerano l'adeguamento alla norma un costo aggiuntivo spesso insostenibile e, dall'altra, i lavoratori non sempre sono a conoscenza dei propri diritti;
AUSPICATO che l'intera legislazione di settore venga ricondotta ad un Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro;
RITENUTO improcrastinabile l'intervento nei vari campi della prevenzione, informazione, formazione, vigilanza, controllo e repressione, attraverso un organico piano di intervento che interessi sia il settore pubblico che il sistema delle imprese e degli appalti;
impegna la Giunta regionale
1) a riferire immediatamente in Consiglio regionale:
- sullo stato di attuazione degli interventi in materia di prevenzione e sicurezza previsti per la Regione Autonoma della Sardegna, per i suoi Enti strumentali, e per gli Enti sottoposti a controllo;
- sulla esatta consistenza delle risorse finanziarie impegnate ed erogate, anche sotto forma di incentivi, agevolazioni e finanziamenti alle strutture pubbliche ed alle aziende, per la realizzazione delle finalità del decreto legisaltivo 626/94;
- sull'ammontare delle risorse finanziarie e del personale di ciascuna Asl della Sardegna destinato alla prevenzione;
- sulle iniziative formative finanziate in tema di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro;
2) a svolgere ogni utile iniziativa finalizzata:
- ad acquisire elementi conoscitivi sulle cause di eventuali ritardi e difficoltà incontrate nell'applicazione della normativa in materia di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro;
- alla programmazione di un Piano regionale per la sicurezza, destinando a tal fine adeguate risorse finanziarie, quantificate nel 0,90% del bilancio regionale, rinvenibili dalla riduzione del 5% delle spese correnti prevista dal DPEF 2001-2003, finalizzato a:
a) mettere in sicurezza le strutture pubbliche, a partire da scuole ed ospedali, previa redazione dei piani di valutazione dei rischi;
b) finanziare iniziative formative per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, che devono avere accesso ai dati aziendali e contribuire alla redazione dei documenti di valutazione dei rischi;
c) sostenere le piccole imprese per l'adeguamento alle norme in materia di sicurezza;
- a destinare il 10% degli stanziamenti per la pubblicità istituzionale per il finanziamento di una campagna pubblicità-progresso in tema di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro;
- a promuovere iniziative formative a livello scolastico e professionale finalizzate alla acquisizione di conoscenze essenziali a tutelare il proprio diritto alla salute ed alla integrità fisica;
- a favorire la promozione di un coordinamento tra le autorità di vigilanza ispettiva (Uffici del lavoro, Inail, Inps, Asl ecc.);
- a favorire l'intervento dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali presso le piccole aziende;
- a far si che in occasione delle gare d'appalto vengano valutati i costi del lavoro e della sicurezza in modo da scoraggiare la presentazione di offerte bassissime per avvalersi poi del lavoro nero a scapito della sicurezza;
- a promuovere un'accurata indagine in tutte le più rilevanti aziende ed entità produttive della Regione tesa a verificare, oltre alla sicurezza degli impianti ed il rispetto della normativa antinfortunistica, anche le condizioni di salubrità generale dei luoghi di lavoro che, in caso di alterazione, possono determinare negli addetti e nelle comunità locali gravi patologie connesse all'inquinamento ambientale.
Cagliari, 8 novembre 2000