CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Mozione n. 26

MOZIONE SANNA Emanuele - SELIS - MANCA - BALIA - DETTORI Bruno - ORTU - SANNA Alberto - FADDA  - CALLEDDA  - PINNA - DEMURU - MARROCU - DETTORI Ivana - PACIFICO  - IBBA - GIAGU sull'epidemia di febbre catarrale ovina in Sardegna.


IL CONSIGLIO REGIONALE

CONSTATATO che le imprese agro-pastorali della Sardegna, in particolare gli allevamenti ovi-caprini, sono investiti da un'epidemia di febbre catarrale ovina, di origine virale, che nel breve volgere di alcune settimane ha determinato la morte o l'abbattimento di molte decine di migliaia di capi e la totale distruzione del patrimonio zootecnico di diverse migliaia di aziende;

RILEVATO che il morbo, dopo i primi focolai segnalati, forse con colpevole ritardo, in un allevamento del Comune di Pula, si è rapidamente diffuso nei territori del Sulcis e della provincia di Cagliari  ed è arrivato pressoché incontrastato in tutte le Province della nostra Isola;

ACCERTATO che le misure di polizia veterinaria adottate subito dopo le prime sicure diagnosi di "blue tongue" sono risultate assolutamente inefficaci per arginare la trasmissione dell'infezione che ha assunto un travolgente  carattere  epidemico e diffusivo;

SOTTOLINEATO che, nonostante le tempestive sollecitazioni e le proposte costruttive delle associazioni degli allevatori, dei Consigli comunali e dei gruppi politici rappresentati in Consiglio regionale, la Giunta ha seguito una linea non solo velleitaria e improduttiva nella lotta alla epizoozia ma ha anche adottato una strategia gravemente carente sotto il profilo istituzionale, in particolare nei rapporti con le Aziende Sanitarie Locali, con la organizzazione veterinaria regionale, col governo nazionale e gli organi della CEE;

CONSIDERATO  che nella attività di controllo clinico e sierologico degli allevamenti, nell'azione di abbattimento e smaltimento dei capi infetti, nei provvedimenti finalizzati a creare un'efficace e realistico cordone sanitario nei porti e nelle vie di ingresso della nostra Isola,  nel controllo della movimentazione interna degli animali e ancor più nelle misure di disinfestazione e di lotta al vettore dell'agente virale, si è registrata una incredibile approssimazione e leggerezza delle autorità politiche regionali;

DENUNCIATO che le dichiarazioni e le previsioni sull'origine e sull'andamento dell'epidemia fatte dagli Assessori regionali competenti, attraverso la stampa e con le relazioni svolte in Commissione e in Aula, sono state clamorosamente e drammaticamente smentite dai fatti e dagli eventi morbosi, confermando che la Giunta ha seguito finora una strategia confusa e del tutto inadeguata;

RIBADITO che, mentre la nostra Regione sta vivendo un'emergenza di sanità animale e produttiva senza precedenti, è indispensabile la più ampia mobilitazione e la massima sinergia di tutte le istituzioni pubbliche e di tutte le organizzazioni politiche e sociali per dare la massima efficacia e tempestività all'azione di tutti gli strumenti scientifici, sanitari, operativi e legislativi che devono concorrere a bloccare e a eradicare definitivamente nel territorio della Sardegna la virosi della febbre catarrale ovina;

PRESO ATTO che, nonostante il serrato e responsabile dibattito che su richiesta dei gruppi di opposizione si è svolto in Consiglio regionale (riunito in seduta straordinaria in data 19 settembre), le indicazioni operative e istituzionali emerse nell'Assemblea sarda sono state sostanzialmente disattese dalla Giunta regionale e che, di conseguenza, l'epidemia di "lingua blu" sta dilagando senza controllo in tutto il territorio regionale col rischio sempre più concreto che crolli uno dei pilastri fondamentali del sistema produttivo della nostra Regione,

impegna il Presidente del  Consiglio regionale

ad affidare alle Commissioni agricoltura e sanità del Consiglio regionale lo svolgimento di una rapida e approfondita indagine conoscitiva sulle cause, sulla diffusione e sulle conseguenze sanitarie, economiche e sociali dell'epidemia di febbre catarrale ovina al fine di acquisire, nei tempi più stretti possibili, tutti gli elementi di conoscenza e di valutazione sulle misure che sono state  finora adottate e sugli interventi, anche di carattere straordinario, che devono essere promossi con la massima sollecitudine per contrastare una evoluzione endemica della malattia e prevenire il possibile collasso delle attività produttive e commerciali della zootecnia sarda,

impegna le Commissioni permanenti V e la VII

a presentare entro 15 giorni al Consiglio un dettagliato rapporto che abbia il carattere  di atto generale di indirizzo per tutte le misure che dovranno essere adottate per fronteggiare l'emergenza che stanno vivendo le aziende agro-pastorali della Sardegna; il suddetto rapporto dovrà essere predisposto dopo aver consultato le organizzazioni imprenditoriali e professionali, le istituzioni sanitarie e scientifiche regionali, nonché le istituzioni locali, nazionali e comunitarie che devono concorrere a debellare l'epidemia di febbre catarrale ovina,

 

impegna la Giunta regionale

 

1) a fornire con la massima tempestività e completezza al Consiglio regionale i seguenti dati aggiornati:  numero e ubicazione degli allevamenti interessati dalla malattia; totale di capi finora colpiti e abbattuti; contenuto delle direttive impartite alle ASL e alle altre istituzioni che operano nel campo della zooprofilassi; tempi e contenuto delle indicazioni  date alle amministrazioni comunali e provinciali e alle associazioni degli allevatori per contrastare la diffusione dell'epidemia e affrontare correttamente i danni conseguenti;

2) a  predisporre un corpo di misure organiche (anche sotto la forma dell'ordinanza o del decreto assessoriale e/o presidenziale) per dare indicazioni precise, supportate da sicure basi scientifiche,  per condurre una lotta sistematica e ambientalmente  corretta contro il vettore della malattia tenendo conto  del particolare ciclo biologico dell'imicola culicoides;

3) ad assicurare mezzi e supporti tecnici e finanziari adeguati alle ASL, ai Comuni e agli allevatori per il corretto smaltimento dei capi abbattuti nel rispetto delle recenti direttive comunitarie che prevedono tassativamente o la termodistruzione o il pretrattamento inertizzante;

4) a condurre un'indagine clinica e sierologia sistematica su tutto il patrimonio ovino, caprino, bovino e negli animali selvatici recettivi che possono diventare il serbatoio naturale e inesauribile della virosi;

5) a promuovere un robusto progetto di ricerca e di sperimentazione scientifica da affidare all'Istituto Zooprofilattico della Sardegna, agli Atenei sardi e alle più qualificate istituzioni scientifiche nazionali e internazionali per la messa a punto, in tempi auspicabilmente non troppo  lunghi, di una sicura terapia vaccinale;

6) a potenziare immediatamente il Servizio veterinario dell'Assessorato regionale anche per porre fine alle intollerabili carenze operative e professionali che manifesta ormai da molti anni;

7) a rafforzare ulteriormente e strutturalmente tutti i servizi veterinari delle ASL e delle imprese puntando sulla prevenzione e sull'aggiornamento culturale dell'organizzazione veterinaria sarda;

8) a superare i limiti della cosiddetta unità di crisi costituendo una qualificata Commissione consultiva regionale per indirizzare tutti gli interventi contro la "lingua blu"; la commissione dovrà essere composta dai più qualificati specialisti in materia di sanità animale, di epidemiologia, di lotta agli insetti e di tutte le altre discipline collegate con le patologie di tipo epizootico; della Commissione regionale dovranno far parte anche i rappresentanti delle organizzazioni produttive e del mondo agro-pastorale per garantire la correttezza e la concretezza degli interventi nei territori;

9) ad attivare e rendere immediatamente operative tutte le misure di pronto indennizzo per gli allevatori  con anticipazione dei fondi  col bilancio regionale e attivando contestualmente le procedure e le provvidenze previste dalla direttiva comunitaria (2000/c28/02) per gli aiuti di Stato nel settore agricolo, dalla legge statale n. 218 del 2.06.1988 relative alle misure per la lotta alle malattie epizootiche degli animali e dalla legge regionale 11.03.1998,  n. 8 che norma gli aiuti per i danni alla  produzione agricola;

10) a predisporre e concordare col governo italiano e gli organi della Cee un piano organico di eradicazione del virus della febbre catarrale ovina dal  territorio della Sardegna (senza affidarsi alla clemenza delle stagioni come ha superficialmente proposto l'assessore pro-tempore all'Agricoltura della Regione Sarda) rivendicando che le risorse finanziarie e i supporti tecnici necessari debbano gravare sui bilanci dello Stato e della CEE;

11) a rivendicare con la massima fermezza da parte del Governo italiano un più rigoroso controllo, nei presidi portuali  e aeroportuali, degli animali e dei prodotti agro-alimentari che entrano in Sardegna e attraverso i quali sono sicuramente penetrati gli agenti patogeni che hanno devastato e depauperato il patrimonio zootecnico della nostra Isola;

12) a rivedere, d'intesa con le autorità sanitarie e statali e in maniera rigorosa e selettiva, il divieto della movimentazione e della esportazione dei capi vivi provenienti dalla Sardegna. Un blocco generalizzato che,  che a seguito della "blue tongue",  sta arrecando un danno economico rilevante alle imprese isolane che vedono compromessa una promettente area di espansione della commercializzazione dei capi ovini e bovini di elevata qualità genetica e riproduttiva selezionati nelle aziende sarde;

13) a predisporre una efficace campagna di informazione per dare a tutti gli allevatori e a tutti i consumatori le notizie più corrette e rassicuranti sui meccanismi di trasmissione del virus della febbre catarrale ovina e sulla assoluta sicurezza sotto il profilo sanitario e nutrizionale dei prodotti alimentari degli allevamenti sardi.

Cagliari 9 ottobre 2000