CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAMozione n. 25
MOZIONE PINNA - SANNA Giacomo - FADDA - MANCA - SANNA Emanuele - SELIS - CALLEDDA - DORE - IBBA - PACIFICO sul gravissimo danno ambientale verificatosi nel canale di S. Pietro e nelle zone costiere del Sulcis a seguito dell'incagliamento e dell'affondamento della motonave Eurobulker IV.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che l'incagliamento della motonave Erobulker IV, avvenuto il giorno 8 settembre 2000 nel canale di S. Pietro, e il successivo affondamento dell'imbarcazione, verificatosi dopo 25 giorni dall'incidente, hanno provocato gravissimi danni all'ecosistema marino e costiero del Sulcis con pesantissime conseguenze per l'economia dell'intero territorio;
CONSIDERATO che gli ingiustificati ritardi registratisi nelle operazioni di recupero del carbone contenuto nelle stive dell'imbarcazione hanno messo in evidenza la totale inadeguatezza e inefficienza del piano operativo di pronto intervento predisposto dalle autorità pubbliche competenti che hanno dimostrato leggerezza nella valutazione dell'incidente e delle sue conseguenze;
RILEVATO che, come recita la Legge 31 dicembre 1982, n.979, "Nel caso di inquinamento o di imminente pericolo di inquinamento delle acque del mare causato da immissioni, anche accidentali, di idrocarburi o di altre sostanze nocive, provenienti da qualsiasi fonte o suscettibili di arrecare danni all'ambiente marino, al litorale e agli interessi connessi,………il capo del compartimento marittimo competente per territorio dichiara l'emergenza locale……..ed assume la direzione di tutte le operazioni";
SOTTOLINEATO che sempre la suddetta legge per la difesa del mare prevede (art. 12, commi 2 e 3) "L'autorità marittima rivolge ai soggetti responsabili dell'incidente immediata diffida a prendere tutte le misure ritenute necessarie per prevenire il pericolo di inquinamento e per eliminare gli effetti già prodotti. Nel caso in cui tale diffida resti senza effetto, o non produca gli effetti sperati in un periodo di tempo assegnato, l'Autorità marittima farà eseguire le misure ritenute necessarie per conto dell'armatore o del proprietario, recuperando, poi, dagli stessi le spese sostenute; nei casi di urgenza, l'Autorità marittima farà eseguire per conto dell'armatore e del proprietario le misure necessarie, recuperandone, poi, le spese indipendentemente dalla preventiva diffida a provvedere";
CONSTATATO che, nonostante le allarmanti informazioni degli esperti sulle gravissime conseguenze ambientali che il carbone provocherà all'ecosistema marino e costiero con pesantissimi danni per l'immagine e per le attività economiche del territorio (pesca e turismo in particolare), il capo del compartimento marittimo della Sardegna, confortato e circondato dalla più alta carica dell'Istituzione autonomistica regionale, dimostra ancora una volta di sottovalutare la gravità dei fatti accaduti con incredibili dichiarazioni rassicuranti prive di alcun fondamento scientifico;
impegna la Giunta Regionale
1) a mettere in atto, con tempestività e con il coinvolgimento di qualificati esperti, tutte le azioni necessarie per accertare le conseguenze e i danni causati e causandi all'ecosistema marino e costiero e alle attività economiche del territorio, con particolare riferimento alle attività della pesca e del turismo;
2) a chiedere ed imporre, alle autorità e ai soggetti competenti, l'immediato avvio di tutti gli interventi che risulteranno possibili e necessari, anche a seguito delle verifiche e degli accertamenti tecnico-scientifici, per contenere i danni ambientali, intervenendo anche direttamente qualora si rendesse necessario;
3) a mettere a disposizione degli enti locali interessati i mezzi e le risorse finanziarie per far fronte agli interventi di loro competenza e per dare copertura ai costi finora sostenuti per effettuare le operazioni di emergenza relative, prevalentemente, alla bonifica dei litorali;
4) a sostenere gli operatori economici del territorio con particolare riferimento all'indennizzo dei danni che hanno subito e che subiranno i pescatori in conseguenza del disastro ambientale verificatosi;
5) a presentare un esposto ai Ministeri competenti e alla Magistratura per l'accertamento delle responsabilità civili e penali richiedendo il risarcimento dei danni causati al patrimonio ambientale, alle attività economiche e all'immagine della Sardegna;
6) a chiedere al Governo il sollecito espletamento di una specifica indagine conoscitiva per accertare le cause e le responsabilità dell'inefficienza, dell'inefficacia e dei ritardi verificatisi nell'attuazione del piano operativo di pronto intervento locale che hanno determinato la trasformazione del grave incidente navale in un vero e proprio disastro ambientale, mettendo in atto con rigore i conseguenti provvedimenti disciplinari e amministrativi;
7) a rivendicare dal Governo nazionale l'immediata adozione dei provvedimenti necessari per imporre l'interdizione alla navigazione nei mari della Sardegna a tutte le imbarcazioni mercantili che non dispongono di adeguati sistemi di sicurezza e di equipaggi in possesso della necessaria esperienza e professionalità;
8) ad adottare al più presto tutti gli atti amministrativi e legislativi possibili per imporre, a tutti i soggetti pubblici e privati che operano in Sardegna, l'utilizzo diretto e indiretto di imbarcazioni mercantili che dispongano di adeguati sistemi di sicurezza e di equipaggi in possesso della necessaria esperienza e professionalità;
9) a nominare un'apposita Commissione d'inchiesta, della quale facciano parte anche esperti, periti tecnici e legali al fine di accertare le responsabilità dell'incagliamento e del successivo affondamento della motonave e per verificare la puntuale e rigorosa attuazione degli impegni previsti nei punti precedenti.
Cagliari, 6 ottobre 2000