CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Mozione n. 24

PINNA - CUGINI - FALCONI - ORRU' - CALLEDDA - DEMURU - DETTORI Ivana - LAI - MARROCU - MORITTU - PACIFICO - PIRISI - PUSCEDDU - SANNA Alberto - SANNA Emanuele - SANNA Salvatore - SCANO - SPISSU sulla precarietà delle infrastrutture elettriche e sulla  inadeguatezza del comparto energetico della Sardegna.


IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che la Sardegna, per la sua peculiare caratteristica dovuta all'insularità, è l'unica regione a risentire maggiormente della carenza di potenza elettrica installata in quanto non può fare affidamento, al pari delle altre regioni italiane, sulla connessione con la rete nazionale ed europea se non per i 170 MW effettivamente erogabili attraverso il cavo a 200.000 V  Sardegna - Corsica - Italia, denominato SACOI;

TENUTO CONTO che in un sistema sostanzialmente chiuso e isolato di trasporto e distribuzione come quello sardo si rende indispensabile produrre localmente l'intero fabbisogno di energia elettrica con la conseguente necessità di dotare lo stesso sistema  di una potenza di riserva  capace di garantire, anche nella situazione più estrema, la continuità di erogazione del servizio elettrico per evitare pesanti conseguenze sull'affidabilità dell'organizzazione sociale e produttiva della Sardegna;

CONSIDERATO che la punta massima di potenza richiesta dalla rete nei mesi estivi ha ormai superato i 1.690 MW, come confermato dal Ministero dell'Industria e dal Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN S.p.A.), determinando conseguentemente l'indispensabile esigenza di dover disporre di un parco di generazione elettrica effettivamente disponibile di potenza non inferiore ai 3.042 MW, in considerazione del fatto che la  potenza di riserva  deve essere dimensionata nella misura dell'80% della stessa punta massima richiesta dalla rete come previsto dal Ministero dell'Industria;

RILEVATO che sulla base dello scenario di crescita del fabbisogno energetico pari al 2% nel periodo 2000-2005, come previsto nella "Nota sulla situazione del settore elettrico della Sardegna" recentemente elaborata dal Ministero dell'Industria, la Sardegna necessita nel medio periodo di una potenza elettrica effettivamente disponibile, compresa la potenza di riserva come sopra dimensionata, di almeno     3.592 MW;

VALUTATO che il parco di generazione elettrica di cui potrà disporre la nostra Isola con l'entrata in produzione a regime dei tre nuovi gruppi da 450 MW della Sarlux, dell'impianto a letto fluido da 200 MW previsto dall'ENEL nella centrale Sulcis e del gassificatore da 450 MW programmato dall'ATI Sulcis, pur dimensionato su una potenza complessiva erogabile in rete esterna  pari a 3.466 MW (esclusi i 170 MW del SACOI) presenta una quadro preoccupante di punti di debolezza e di vulnerabilità riconducibili a:

1) incertezza sulla continuità di funzionamento e sulla possibilità di erogazione della potenza massima installata da parte dei nuovi impianti Sarlux e ATI Sulcis sopra richiamati a causa dell'adozione di nuove tecnologie non ancora sufficientemente sperimentate come il termoelettrico tradizionale;
2) difficoltà dei gruppi di produzione termoelettrica, su cui si basa più dell' 80% della potenza installata, a sviluppare nei mesi estivi la massima potenza a causa dell'eccessivo aumento della temperatura delle acque di raffreddamento;
3) scarsissimo apporto, specie nelle richieste di punta massima, dei gruppi di produzione idroelettrica a causa della cronica e sempre più accentuata carenza di risorse idriche, fatta eccezione per i 240 MW della centrale a pompaggio del Taloro, peraltro, utilizzabile solo per poche ore al giorno;
4) scarsa utilizzazione delle centrali a turbogas di Assemini e Codrongianos (circa 266 MW di potenza installata) a causa degli altissimi costi di produzione;

RICORDATO che in più occasioni nel passato si è manifestata la fragilità dell'intero sistema di produzione, trasporto e distribuzione dell'energia elettrica, con black-out che hanno interessato ampie zone della Sardegna causando gravi disagi per l'utenza civile e, tal volta, danni all'utenza industriale;

CONSTATATO che, ad ulteriore riprova della inadeguatezza e della vulnerabilità del sistema elettrico isolano, nei giorni 14 e 15 giugno u.s. nella sola regione Sardegna,  pur con una richiesta di potenza massima della rete limitata a soli 1200 MW e, dunque, proprio per carenza di potenza elettrica disponibile, sono stati effettuati stacchi programmati di energia elettrica da parte del Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, con alleggerimenti di carico per una potenza non inferiore a 200 MW, che ha interessato a rotazione la quasi totalità della rete ENEL di media tensione a 15.000 V che alimenta sia l'utenza diffusa sia quella industriale;

RILEVATO che la Sardegna, anche in condizioni di normale esercizio della rete elettrica , ovvero senza carenze nella produzione, si colloca al penultimo  posto, dopo la regione Calabria,  per il più alto numero medio di interruzioni lunghe senza preavviso per utente ( 6.2 interruzioni all'anno per utente di bassa tensione contro un valore medio nazionale di 3.7 ) e al primo posto tra le regioni italiane per la durata media delle interruzioni lunghe senza preavviso per utente ( 344 minuti di interruzione per utente di bassa tensione contro un valore medio nazionale di 170 ), come risulta dai dati contenuti nel "Rapporto annuale sulla qualità del servizio elettrico in Italia nel 1998" e nella "Relazione sullo stato dei servizi elettrici" resi pubblici dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, rispettivamente nei mesi di febbraio e  luglio 2000;

PRESO ATTO che la rete di trasporto e di distribuzione dell'energia elettrica in Sardegna dispone di una dotazione strutturale totalmente inadeguata rispetto agli standars nazionali, sostanziandosi, per le linee ad alta ed altissima tensione, nelle seguenti pesanti limitazioni:

1) per il livello a 380.000 V, estensione pari a 612 Km con una densità di 0.025 Km di linea per Kmq, contro i 9.742 Km, pari a 0.032Km di linea per Kmq delle restanti regioni italiane,

2) per il livello a 220.000 V, estensione di 555 Km con una densità di 0.023 Km di linea per Kmq, contro i 10.441 Km, pari a 0.035 Km di linea per Kmq delle restanti regioni italiane,

3) per il livello a 150.000 V, costituente l'asse portante della distribuzione in alta tensione dell'Isola che alimenta tutte le cabine primarie di trasformazione da 150.000 a 15.000 V, estensione di soli 1.893 Km con una densità di 0.077 Km di linea per Kmq, contro i 33.776 Km, pari a 0.112 Km di linea per Kmq delle restanti regioni italiane;

EVIDENZIATO che, come risulta ancora dagli stessi dati forniti dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, l'85% delle interruzioni senza preavviso si verificano per guasti sulle linee di media tensione a 15.000 V a causa, essenzialmente, dei seguenti limiti della rete:

1)scarsissima estensione delle linee  che  in Sardegna, al 31 dicembre 1999, raggiungevano una lunghezza complessiva di soli 14.965 Km, pari ad una densità di 0.62 Km di linea per Kmq, nettamente inferiore alla densità di 1.08 Km di linea per Kmq esistente nella restante parte del territorio nazionale,

2) elevatissima estensione delle  singole linee che in Sardegna raggiungono la lunghezza media di oltre 24 Km contro un valore medio nazionale di 16.4 Km,

3) limitatissimo numero delle cabine primarie di trasformazione ( da 150.000 a 15.000 V dalle quali sono derivate le linee di distribuzione a 15.000 V ) che in Sardegna risulta essere di sole 69 unità, con una densità di 0.002 cabine primarie per Kmq, equivalente a meno della metà degli analoghi impianti installati sul resto del territorio nazionale il cui valore medio è di 0.005 cabine primarie per Kmq;

OSSERVATO che, nella forte precarietà e arretratezza del sistema e del servizio elettrico della Sardegna, rischia di generare effetti ancor più penalizzanti per la nostra Isola l'applicazione del D.Lgs 16 marzo 1999, n.79 sulla liberalizzazione del mercato elettrico in una situazione nella quale l'ENEL, non avendo ancora adempiuto nella nostra Regione alla "missione elettrica di pubblico servizio" che ne aveva giustificato la sua nascita e la nazionalizzazione del settore elettrico, si trova a competere sul mercato in una logica esclusiva di profitto e di diversificazione del proprio core business;

APPRESO che dal bilancio di esercizio 1999 dell'ENEL S.p.A., il cui capitale è ancora controllato per il 62% dal Ministero del Tesoro, a fronte di ricavi pari 40.584 miliardi e di un utile netto di 4.541 miliardi, in netto incremento rispetto agli esercizi precedenti, si registra una forte contrazione degli investimenti che passano da 6.466 miliardi del 1997 a 5.871 miliardi nel 1998 pari a meno 595 miliardi, con un'ulteriore riduzione di 255 miliardi nel 1999 rispetto all'esercizio precedente;

RIMARCATO che, pur in presenza di un complessivo stato di vulnerabilità e di arretratezza del sistema elettro-energetico regionale che determina una scarsissima qualità del servizio e impone insostenibili costi per la bolletta energetica delle famiglie e delle imprese, condizionando pesantemente lo sviluppo economico e sociale della Sardegna, come più volte denunciato dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni imprenditoriali, la Giunta Regionale non ha ancora adottato, se pure con i necessari aggiornamenti, il Progetto di Piano Energetico Regionale elaborato nella precedente legislatura, mentre si registrano notevoli ritardi, forti incertezze e dannose dilazioni nell'attuazione degli impegni contenuti nell'Intesa Stato - Regione per la metanizzazione dell'Isola;

impegna la Giunta regionale

1) ad attivare un confronto ed una trattativa con il Governo Nazionale e con l'ENEL  al fine di ottenere:

 

a) un programma pluriennale di investimenti cofinanziato dall' U.E. attraverso i fondi strutturali del Q.C.S., in grado di adeguare la rete di trasporto e di distribuzione in media e alta tensione, comprese le cabine primarie e secondarie, agli standard delle restanti regioni italiane, allo scopo di eliminare le attuali pesanti disfunzioni che penalizzano l'utenza civile e industriale della Sardegna con l'obiettivo di far corrispondere alla tariffa unica nazionale dell'energia elettrica un servizio di pari qualità ed efficienza come prescritto dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas;

 

b) un piano industriale dell'ENEL per la Sardegna che, assieme al richiamato programma di investimenti, assicuri una qualificata presenza dell'ente elettrico nazionale nella fase di produzione, il mantenimento nell'Isola dell'attuale struttura del Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, il consolidamento delle articolazioni aziendali, il rafforzamento del presidio del territorio per la gestione locale della rete e il recupero del sito di ricerca della centrale di S.Gilla, salvaguardando in ogni caso i livelli occupativi e il patrimonio professionale disponibile presso le sedi ex ENEL della Sardegna;

2) a dotare la Sardegna del Piano Energetico Regionale che, a seguito dell'aggiornamento del Progetto di Piano già predisposto dalla precedente Giunta regionale e della necessaria concertazione con gli operatori pubblici e privati del settore energetico, con le parti sociali e con gli enti locali, dovrà costituire lo strumento fondamentale di programmazione per consentire alla Regione Sarda  di disporre di un sistema energetico efficiente e competitivo, alla pari delle altre regioni italiane ed europee. Tenendo conto dell'esigenza per la Sardegna di dover disporre di maggiore autonomia energetica per via della sua insularità, dello scenario internazionale delle materie prime energetiche, della liberalizzazione del mercato europeo e nazionale dell'energia elettrica e del gas e degli impegni assunti dal Governo nazionale con l'accordo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni di gas serra, il Piano energetico regionale dovrà perseguire i seguenti obiettivi:

 

a) realizzare e portare a regime i progetti di generazione elettrica già programmati(ENEL - ATI Sulcis - Saras) con particolare riferimento a quelli per lo sfruttamento delle risorse energetiche endogene (gassificazione del carbone Sulcis e del tar Saras);

b) attuare il programma di metanizzazione dell'Isola come previsto dall'Intesa Stato- Regione;

c) ammodernare e razionalizzare  il sistema elettrico regionale per quanto attiene il parco di generazione e la rete di trasporto e di distribuzione;

d) sviluppare e incentivare lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili;

e) promuovere e sostenere l'introduzione di sistemi e tecnologie finalizzati all'uso razionale dell'energia e al risparmio energetico;

f) eliminare i fenomeni di contaminazione ambientale, di degrado paesaggistico e di inquinamento da elettrosmog derivanti dai processi di generazione elettrica e dalla struttura delle reti di trasporto e distribuzione dell'energia elettrica; 

3) a predisporre un disegno di legge finalizzato a dotare la Regione Sarda di una specifica e moderna legislazione in materia  di razionalizzazione e di sviluppo del comparto energetico regionale che tenga conto delle scelte per la liberalizzazione del mercato europeo e nazionale dell'energia elettrica e del gas e del decentramento amministrativo dallo Stato alle Regioni in materia di energia.

Cagliari, 13 settembre 2000