CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAMozione n. 14
MOZIONE COGODI - ORTU - VASSALLO sui fatti di violenza che si manifestano nelle Istituzioni e nella società in varie forme di "disordine pubblico".
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO CHE:
a) diversi fatti pervenuti di recente alla più generale informazione hanno determinato turbamento ed indignazione perché pongono in evidenza una condizione gravissima di disagio sociale e di violenza sulle persone che coinvolge direttamente anche le istituzioni pubbliche;
b) di eccezionale gravità, in questo contesto inquietante, appaiono i fatti emersi sulla condizione carceraria nei diversi Istituti di pena in Sardegna, con particolare riguardo a quanto verificatosi nel carcere di Sassari;
c) altrettanto grave ed allarmante risulta il fatto denunciato in Carbonia per cui due ragazzi inermi, di cui uno successivamente deceduto, sarebbero stati sottoposti a gravi percosse e a gravissime forme di violenza psicologica da parte di alcuni militari dell'arma dei Carabinieri in servizio di ordine pubblico;
d) al di là dei fatti specifici, peraltro gravissimi ed inaccettabili dalla coscienza civile dei Sardi, si appalesa una situazione generale di appesantimento e di impoverimento morale delle condizioni di vita in Sardegna, di cui fanno le spese principalmente e primariamente i soggetti sociali più deboli sia come autori, sia come vittime delle violenze e dei soprusi sempre più diffusi nei diversi ambiti sociali, territoriali ed anche istituzionali;
e) appare necessario perciò intervenire con decisione sui fattori tutti che concorrono alla possibile costruzione di forme più alte, consapevoli e partecipate di coesione e di sicurezza sociale (lavoro, istruzione, cultura, gestione del tempo "libero" e liberato, cura dei progetti di impegno sociale nei quartieri urbani e nelle comunità locali, elevazione culturale e professionale e pieno riconoscimento dei diritti degli operatori);
f) unitamente alle Istituzioni pubbliche rappresentative (Regione, Province, Comuni) detto programma di iniziative deve coinvolgere innanzitutto le Istituzioni culturali e la Scuola di ogni ordine e grado;
g) i casi di violenza che emergono clamorosamente attraverso i resoconti di cronaca e le iniziative giudiziarie non sono politicamente riducibili e circoscrivibili, ma obbligano ad una riflessione e ad una iniziativa forte ed incisiva delle Istituzioni autonomistiche a garanzia dell'ordinato svolgimento della vita civile in Sardegna;
le forme di violenza, che sempre più frequentemente si manifestano nelle Istituzioni riflettono la violenza che sempre più diffusamente si ritrova nella società, che rischia perciò di declinare verso forme nefaste di involuzione autoritaria e di vedere minate le basi stesse della convivenza civile e i valori essenziali della democrazia politica;
tutto ciò premesso
delibera
a) di promuovere e di sostenere, anche finanziariamente, un programma generale di interventi sociali in tutto il territorio della Regione, principalmente mirato a:
1) coordinare in via permanente (anche attraverso la costituzione di una specifica Autority civile) tutte le forme di intervento sociale, assistenziale, di recupero scolastico, di promozione culturale, di intervento positivo e specialistico sugli emarginati, di sostegno delle persone e delle famiglie indigenti ecc.;
2) affidare ai Comuni della Sardegna, opportunamente sostenuti, il censimento permanente delle situazioni di forte disagio sociale e la prima individuazione delle misure di sostegno specifico da approntare;
3) promuovere e sostenere, in collaborazione con le Istituzioni pubbliche preposte (Magistratura, Autorità competenti in materia di ordine pubblico, di ricovero e di detenzione delle persone), un Comitato scientifico di permanente osservazione e proposta, aperto alle rappresentanze dei cittadini interessati, per la piena garanzia dei diritti dei cittadini e parimenti rivolta all'opera di formazione e sensibilizzazione degli operatori professionali e volontari, specificatamente nei luoghi e negli ambiti di maggior disagio sociale;
b) di incaricare la seconda Commissione consiliare (diritti civili), opportunamente integrata, di redigere, entro due mesi, una relazione preliminare al Consiglio regionale sui temi in questione;
c) di incaricare la terza Commissione consiliare (programmazione), d'intesa con le altre Commissioni di merito, di redigere, entro due mesi, una proposta organica al Consiglio regionale sui contenuti, con specifica indicazione delle priorità, degli interventi concreti, organizzativi e finanziari da porre in essere a sostegno delle iniziative istituzionali del programma di cui al punto 1);
impegna, inoltre, la Giunta regionale
a) a presentare entro 30 giorni al Consiglio Regionale idonee proposte di intervento, nell'ambito delle sue competenze, perché siano operativamente sostenute e sostanziate le misure di intervento di cui ai precedenti punti;
b) ad attivare con urgenza un confronto serio ed una rivendicazione ferma presso tutti i poteri dello Stato centrale perché tutte le attività di amministrazione e di servizio in Sardegna siano garantite nell'ambito dei criteri inderogabili di trasparenza e di efficienza, ma anche di assoluto rispetto dei valori umani e di pieno e convinto esercizio dei valori democratici propri della Costituzione Repubblicana.
Cagliari, 9 maggio 2000