CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAMozione n. 12
MOZIONE USAI - BIGGIO - CARLONI - CORDA - FRAU - LIORI - MURGIA - ONNIS - SANNA Noemi sulla necessità delle dimissioni del Consiglio di amministrazione della Fondazione del Banco di Sardegna.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
-nel 1998 fu bocciata dalla Fondazione Banco di Sardegna la proposta a suo tempo formulata dal precedente C.d.A. del Banco di Sardegna che, in presenza di una favorevolissima situazione di mercato (quotazione del titolo a lire 39.000) prevedeva:
1) l'aumento del capitale sociale del Banco da lire 206 miliardi a lire 301 miliardi, con sovraprezzo per lire 472 miliardi;
2) l'esclusione del diritto di opzione che unitamente alle altre proposte avrebbe determinato una adeguata diffusione delle azioni presso una base azionaria estesa, al fine di creare il flottante richiesto per l'emissione delle azioni ordinarie della società in borsa (ciò anche in considerazione dei presupposti individuati dalla Borsa Italiana S.p.A. per la quale una sufficiente diffusione si presume realizzata quando le azioni siano ripartite tra il pubblico per almeno il 25 per cento del capitale sociale);
3) la conversione delle azioni di risparmio in azioni ordinarie;
4) la sottoscrizione dell'ipotizzato aumento per una percentuale non superiore al 10 per cento da parte di un partner strategico del Banco;
5) l'aumento del patrimonio netto di lire 566 miliardi con enormi vantaggi per la gestione e per la possibilità di erogare crediti secondo i criteri parametrici previsti dall'Autorità di vigilanza;
-conseguentemente il C.d.A. allora in carica fu invitato a trarne le dovute conclusioni che si concretizzarono nelle dimissioni di tutti i componenti dell'organo amministrativo, sostituito da un nuovo organo a presiedere il quale fu chiamato il prof. Brusco;
RILEVATO che:
-la cessione di un pacchetto azionario del Banco non è l'unica strada per addivenire alla privatizzazione, che infatti avrebbe dovuto essere meglio realizzata in tempi propizi, mediante l'aumento di capitale con sovrapprezzo quando la quotazione del titolo si era stabilizzata attorno a lire 39.000, con vantaggio per la Fondazione che avrebbe visto accrescere il valore intrinseco della partecipazione per effetto dell'aumento del patrimonio netto, favorendo l'interesse del popolo sardo verso la creazione di una vera public company;
-pertanto, gli attuali consiglieri di amministrazione della Fondazione devono rispondere del mancato incremento del patrimonio della Fondazione, del mancato potenziamento del Banco nonché di una trattativa finalizzata a cedere ad un unico acquirente, destinato a divenire egemone, una partecipazione significativa;
-le sollecitazioni del Consiglio regionale tese ad ottenere una puntuale informazione sul nuovo statuto della Fondazione sono state disattese e che si paventa che lo stesso statuto sia finalizzato all'autoperpetuarsi del Consiglio di amministrazione rivelatosi non idoneo al ruolo assegnatoli;
-lo stesso Presidente del Banco pare contrario al processo di privatizzazione in corso tanto che per manifestare il proprio dissenso è ricorso all'escamotage di criticare in un articolo apparso il 31 gennaio 2000 su "La Repubblica" (il secondo quotidiano per diffusione in Italia) un ipotetico Presidente di una Fondazione bancaria proprietaria di una Cassa risparmio situata in un luogo inesistente formulando sotto metafora considerazioni gravissime;
-è censurabile e da evitare una trattativa che predestina il Banco ad essere strumento di un istituto non radicato nel territorio, che acquisirebbe una partecipazione strategica nella logica dell'incremento dei "punti vendita", le cui finalità non sono condivise dallo stesso Presidente e presumibilmente dalla maggioranza del C.d.A. del Banco,
impegna la Giunta regionale
- a chiedere le immediata dimissioni del C.d.A. della Fondazione;
- a rivendicare la competenza della Regione autonoma della Sardegna, radicando anche un contenzioso con il governo centrale, in ordine alla approvazione delle modifiche degli statuti delle Fondazioni bancarie a carattere regionale, così come accaduto in altre Regioni autonome.
Cagliari, 11 febbraio 2000