CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Interrogazione n. 803/c-6

INTERROGAZIONE PINNA - SPISSU - FADDA - BALIA - COGODI sulle inefficienze e le disfunzioni del servizio elettrico pubblico generati dalla precarietà e dal progressivo degrado delle infrastrutture per il trasporto e la distribuzione dell'energia elettrica in Sardegna.


I sottoscritti,

premesso che i lavoratori dell'ENEL della Sardegna e le loro rappresentanze sindacali unitarie hanno recentemente denunciato, per l'ennesima volta, lo stato di precarietà e il progressivo degrado delle infrastrutture per il trasporto e la distribuzione dell'energia elettrica, causando gravi inefficienze e pesanti disfunzioni del servizio elettrico pubblico nella nostra Regione;

ricordato che in più occasioni nel passato si è manifestata la fragilità dell'intero sistema di trasporto e distribuzione dell'energia elettrica, con black-out che hanno interessato ampie zone della Sardegna causando gravi disagi all'utenza civile e, tal volta, notevoli danni a quella industriale;

costatato che, dai dati forniti dall'Authority per l'energia sui guasti per utente in bassa tensione derivanti dalla rete di media tensione, la Sardegna è in presenza di un miglioramento negli anni dal 1998 al 2002, passando dai 344 minuti a 145 minuti d'interruzione per utente bt, ma nettamente al di sopra della media nazionale che è di 103 minuti, nel 2003 invece, dai dati forniti alle organizzazioni sindacali di categoria si è verificato un nuovo peggioramento del servizio di distribuzione dell'energia elettrica, con ben 164 minuti d' interruzione per utente in bassa tensione;

tenuto conto che dagli stessi dati dell'Authority risulta che l'85 per cento delle interruzioni senza preavviso si verificano per guasti nella rete di media tensione a 15.000 Volt;

osservato che queste gravi carenze hanno origine dalla insufficiente estensione delle linee che nell'Isola raggiungono la lunghezza complessiva di 16.729 km, pari ad una densità di 0,70 km di linea per kmq, quindi con una densità molto inferiore a quella dell'Italia continentale, che è pari a 1,12 km di linea per kmq;

rilevato che pesa ancora nel disservizio l'eccessiva estensione delle singole linee di media tensione a 15.000 Volt, in media di 22,73 km contro i 17,16 della media nazionale;

evidenziato che incide ancora il basso numero delle cabine primarie di trasformazione 150.000/15.000 Volt, che nell'Isola è pari a 88 così detti "impianti equivalenti", con una densità di 3,50 impianti su kmq per 1.000, contro i 7,01 di media, degli impianti analoghi istallati nel resto dell'Italia;

rimarcato che appare evidente come le interruzioni del servizio ed il divario di qualità rispetto ai livelli nazionali dipendano, non da fantomatici "blocchi culturali" che avrebbero colpito i dipendenti sardi dell'ENEL Distribuzione, come affermato pubblicamente dal neo Direttore dell'UTR ENEL della Sardegna, ma da un'insufficienza di dotazioni infrastrutturali, da investimenti non adeguati e da carenze nelle manutenzioni e nel presidio del territorio, tutte responsabilità in capo al management nazionale;

considerato che, nella forte precarietà e arretratezza del sistema e del servizio elettrico della Sardegna, rischia di generare effetti ancor più penalizzanti per la nostra Isola la liberalizzazione del mercato elettrico in una situazione nella quale l'ENEL, non avendo ancora adempiuto nella nostra Regione alla "missione elettrica di pubblico servizio" che ne aveva giustificato la sua nascita e la nazionalizzazione del settore elettrico, si trova a competere sul mercato in una logica esclusiva di profitto e di diversificazione del proprio core business;

appreso che dal bilancio di esercizio 2003 del Gruppo ENEL S.p.A., il cui capitale è ancora controllato per il 62% dal Ministero del Tesoro, a fronte di un utile netto di 2.509 milioni di euro contro i 2.035 del 2002, si registra una forte contrazione degli investimenti complessivi pari al 29 per cento rispetto al 2002, di cui il 12,8 per cento nella sola ENEL Distribuzione,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore dell'industria per sapere se non ritengano opportuno attivare un confronto ed una trattativa con il Governo nazionale e con l'ENEL al fine di ottenere:

1) un programma pluriennale di investimenti, eventualmente cofìnanziato anche attraverso i fondi del POR Sardegna, in grado di adeguare la rete di trasporto e di distribuzione dell'energia elettrica, comprese le cabine primarie e secondarie, agli standard delle restanti regioni italiane, allo scopo di eliminare le attuali pesanti disfunzioni che penalizzano l'utenza civile e industriale della Sardegna con l'obiettivo di far corrispondere alla tariffa unica nazionale dell'energia elettrica un servizio di pari qualità ed efficienza come prescritto dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas;

2) un piano industriale dell'ENEL per la Sardegna che, assieme al richiamato programma di investimenti, assicuri una qualificata e diretta presenza dell'ente elettrico nazionale in grado di mantenere e rafforzare il presidio del territorio per la gestione locale della rete di trasporto e di distribuzione dell'energia, salvaguardando il patrimonio professionale a tutti i livelli, disponibile presso le diverse sedi e articolazioni aziendali della Sardegna, rafforzando in modo particolare il management locale nelle responsabilità di gestione e nella programmazione degli investimenti, tenendo conto dell'esigenza di assicurare il servizio pubblico nella peculiarità della Sardegna e, comunque, svincolandoli da logiche esclusivamente reddituali e di mercato.

Cagliari, 15 aprile 2004