CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAInterrogazione n. 673/A
INTERROGAZIONE VASSALLO, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione occupazionale provocata presso l'azienda Distoms s.r.l. in Porto Torres dall'inconcludenza degli uffici della Provincia di Sassari e dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente in ordine alla decisione sul regime autorizzatorio cui sottoporre le attività di rigenerazione degli oli esausti.
Il sottoscritto, considerato che:
- l'azienda Distoms s.r.l., con sede legale in Cagliari, ma operante nell'area industriale di Porto Torres, svolgeva attività di rigenerazione di oli esausti, in conformità ad una specifica autorizzazione ministeriale rilasciata fin dal 1995, e ritenuta da tutti i soggetti competenti, in particolare da quelli titolari di compiti di vigilanza, idonea allo svolgimento dell'attività;
- nel marzo scorso, a seguito di una segnalazione della Guardia di Finanza e di un apposito sopralluogo, la Provincia di Sassari, ignava fino al giorno precedente, formulò l'ipotesi che la predetta società dovesse dotarsi dell'autorizzazione della Regione autonoma della Sardegna ai sensi dell'articolo 28 del D.Lgs. 22/97 contenente normative in materia di trattamento di smaltimento di rifiuti;
- nel frattempo l'intera area dove opera la Distoms fu sottoposta a sequestro preventivo ad opera del GIP;
- le raffinerie di rigenerazione di oli usati sono autorizzate all'esercizio in virtù di decreti del Ministero dell'industria rilasciati ai sensi della Legge 9 gennaio 1991, n. 9, e che, secondo quanto attestato dal COOU - Consorzio Obbligatorio Oli Usati - nessun impianto operante sul territorio nazionale sarebbe in possesso di autorizzazione rilasciata ai sensi del D.Lgs. 22/97;
- gli uffici dell'Amministrazione regionale, investiti delle problematiche suesposte, non hanno saputo risolvere in modo univoco la questione relativa alla competenza regionale in ordine all'autorizzazione al proseguimento dell'attività della Distoms e dimostrando, purtroppo, limitata preparazione e competenza, hanno semplicemente segnalato l'opportunità di richiedere un parere al Ministero dell'ambiente in merito all'applicazione al caso di specie della citata normativa ex D.Lgs. 22/97;
- detto parere sembrerebbe sia stato richiesto direttamente al Ministro dell'ambiente Altero Matteoli da parte dell'Assessore della difesa dell'ambiente in data 5 maggio 2003;
- il Direttore generale del Ministero delle attività produttive, nel quale sono state ricomprese le competenze già esercitate dal Ministero dell'industria, ha indirizzato alla Distoms s.r.l., in data 9 giugno 2003, un proprio circostanziato parere, concludendo circa l'inapplicabilità della richiamata normativa ex D.Lgs. 22/97 alle attività di gestione degli oli minerali usati;
- in data 10 giugno la ditta Distoms ha fatto pervenire tale parere all'Ufficio di Gabinetto dell'Assessore regionale dell'ambiente;
- in data 12 giugno la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari, previa istanza della Distoms, ha disposto il dissequestro dello stabilimento;
- anche a seguito di questi eventi, in data 9 luglio 2003 da parte dell'Assessore della difesa dell'ambiente, è stata reiterata direttamente al Ministro dell'ambiente Matteoli la richiesta di un parere in ordine al regime autorizzatorio da applicare;
tenuto conto che non risulta finora pervenuto dal Ministro dell'ambiente alcun risolutivo parere in merito e che né gli Uffici dell'Assessorato, né quelli corrispondenti del Ministero (Direzione per la gestione dei rifiuti e delle bonifiche - RIBO), direttamente contattati, sono in grado di fornire alcuna notizia in merito all'esito della pratica;
considerato che la ditta Distoms, nell'attesa della risoluzione della controversia burocratica, ha nel frattempo provveduto al licenziamento di tutti gli operai e impiegati, finora impegnati nell'attività di rigenerazione degli oli esausti;
ritenendo assolutamente paradossale che la Regione autonoma abbia, di fatto, provocato la cessazione dell'unica attività produttiva operante nel settore in Sardegna, pienamente inserita nella pianificazione regionale in materia di smaltimento e di riciclaggio dei rifiuti e vanamente agitando l'esercizio di competenze asserite proprie della Regione, non si risolva tuttora a decidere in via definitiva sull'esercizio effettivo delle proprie competenze ed a chiudere così una questione da essa stessa aperta;
ritenuto riprovevole che nell'attesa dell'espressione di un parere ministeriale - ancorché richiesto direttamente alla persona di un Ministro amico, della stessa parte politica - si lascino trascorrere diversi mesi senza attivare stretti rapporti tra gli uffici interessati delle due amministrazioni, causando direttamente danni alle attività produttive ed all'occupazione del territorio;
ritenuto infine del tutto irresponsabile sul piano politico che da un lato si finga di risolvere i problemi occupazionali del territorio sassarese con fasulli accordi di programma, e dall'altro si operi nei fatti per escludere decine di lavoratori dal ciclo produttivo,
chiede di interrogare l'Assessore della difesa dell'ambiente e il Presidente della Regione, per sapere se non ritengano:
- che l'inerzia dimostrata dagli Uffici regionali interessati alla vicenda si sia dimostrata fin qui assolutamente ingiustificata e addirittura gravemente riprovevole, in considerazione dei danni sinora creati all'azienda, ai lavoratori ed alle loro famiglie e che pertanto siano necessari urgenti provvedimenti al fine di evitare che simili eventi si riproducano in seguito;
- di doversi attivare senza indugio disponendo un immediato e preciso intervento per l'assunzione in via definitiva di un chiaro e motivato orientamento in ordine al regime autorizzatorio cui deve sottostare l'attività in oggetto, uniformandosi al parere ampiamente motivato e documentato espresso dal Ministero delle attività produttive.
Cagliari, 5 agosto 2003