CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAInterrogazione n. 601/A
INTERROGAZIONE MASIA - BALIA - IBBA, con richiesta di risposta scritta, sulle inique disposizioni contenute nel decreto 2/VI del 20 febbraio 2003 che regolamenta il fermo biologico della piccola pesca.
I sottoscritti,
premesso che il comparto produttivo della pesca oltre a costituire una fonte importante di ricchezza e di cultura per la nostra Isola, in alcune zone costiere è spesso l'unica forma di sostentamento per numerose famiglie;
considerato che gli organi regionali preposti alla salvaguardia dell'ambiente devono cercare di preservare insieme al territorio anche il tessuto economico - culturale su cui esso si basa;
rilevato invece che il decreto dell'Assessore della difesa dell'ambiente n. 2/VI del 20 febbraio 2003 per la regolamentazione del fermo biologico che entrerà in vigore dal prossimo 1° marzo, non solo paralizza l'attività degli operatori nel settore, pregiudicando il comparto ittico dell'intera Isola, ma contiene gravi ed evidenti sperequazioni territoriali tra nord e sud Sardegna ed in particolare impone peculiari restrizioni e limitazioni che gravano esclusivamente sull'area del golfo dell'Asinara;
preso atto che tali gravi discriminazioni erano già contenute nel precedente decreto che regolamentava il fermo biologico per lo scorso anno e che erano state superate a seguito di diversi incontri (tenutisi alla presenza del Presidente della Giunta regionale, dell'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e dei rappresentanti della pesca a strascico e della piccola pesca), sfociati nell'accordo del dicembre 2002 in cui si stabiliva che anche nelle acque antistanti l'isola dell'Asinara la regolamentazione della pesca a strascico fosse uniformata alla normativa vigente per il resto della Sardegna;
sottolineato che tale vicenda si è di fatto protratta, tra gli impegni e le promesse dei suddetti rappresentanti della Giunta regionale di porre rimedio all'evidente discriminazione inflitta agli operatori della pesca a strascico del nord Sardegna, per quasi tutto il 2002, comportando per gli stessi ingenti perdite economiche;
rimarcato che il carattere fortemente penalizzante dei decreti in oggetto, diviene oltremodo insopportabile dato il ripetersi della stessa discriminazione ad appena due mesi dall'accordo suddetto, mentre era legittimo e naturale attendersi dall'Assessore della difesa dell'ambiente un provvedimento coerente con gli impegni recentemente assunti nei confronti di una zona già pesantemente pregiudicata dal fermo biologico dello scorso anno,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
- se sia a conoscenza del carattere ripetutamente e reiteratamente discriminatorio dei citati decreti dell'Assessore della difesa dell'ambiente nei confronti degli operatori della pesca a strascico del nord Sardegna;
- se ritenga che possa esserci un particolare motivo che induca l'Assessore suddetto ad infierire sulla marineria del Golfo dell'Asinara;
- quali urgenti provvedimenti intenda assumere per evitare che si ripeta la tortuosa vicenda conclusasi solo di recente che ha ingiustamente danneggiato il comparto della pesca del nord dell'Isola;
- quali azioni vorrà porre in essere perché possa essere affermato definitivamente il diritto per gli operatori del settore della pesca del nord dell'Isola, di esercitare la propria attività con le stesse regole vigenti per il resto della Sardegna.
Cagliari, 26 febbraio 2003