CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAInterrogazione n. 547/A
INTERROGAZIONE VASSALLO - COGODI - ORTU, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione creatasi nei settori industriali in Sardegna a causa dell'alto costo dell'energia.
I sottoscritti,
considerato che le principali produzioni industriali, chimica e metallurgica, esistenti nell'Isola, ad alto consumo energetico, risultano particolarmente penalizzate dal costo dell'energia elettrica, al punto da pregiudicarne la stessa sopravvivenza;
tenuto conto che l'energia elettrica è disponibile in Sardegna a costi nettamente superiori rispetto a quelli ottenibili nel mercato europeo e nel restante territorio nazionale, anche a causa della mancata metanizzazione dell'Isola;
considerato, altresì, che tale condizione, coniugata a particolari situazioni congiunturali, come il ribasso dei prezzi dei metalli non ferrosi nel mercato internazionale, sta provocando la cessazione di alcune linea di attività e la conseguente adozione di misure di riduzione della manodopera.
vista l'ipotesi di conclusione della vicenda della Portovesme S.r.l., che aveva comunicato l'intendimento di procedere alla messa in cassa integrazione di oltre 300 dipendenti a partire dal prossimo mese di novembre e per la quale l'accordo ipotizzato in data odierna, consistente nell'autorizzazione all'acquisto di quote di energia dall'estero (per il quale sono ancora necessari precisi atti legislativi non ancora posti in essere), la quale, seppur diretta alla soluzione di una problematica aziendale contingente, non fornisce soluzioni organiche definitive al problema delle industrie sarde nella sua complessità;
ritenendo, infatti, che tale situazione si riprodurrà inevitabilmente in altri settori produttivi particolarmente dipendenti dal costo energetico, con conseguenti gravi e negative ricadute anche sulle attività dell'indotto e sulle produzioni a valle, determinando, qualora non affrontata tempestivamente e con concreti provvedimenti, la chiusura nell'arco di pochi anni di parti fondamentali dell'apparato produttivo sardo;
valutato che i processi di privatizzazione nel settore energetico, in contrasto con gli intendimenti annunciati dalle forze governative, non hanno dispiegato in Sardegna alcun effetto benefico; al contrario, non solo è stata posta a rischio l'occupazione nei settori della produzione e distribuzione elettrica, ma i nuovi monopolisti (come ad es. Endesa) pongono in atto piani di diversificazione delle fonti e condizionano il mantenimento dei costi dell'energia all'accettazione di combustibili altamente inquinanti;
accertato che nonostante tale problematiche siano ben note da anni, la Giunta regionale non ha assunto alcuna valida iniziativa in materia, assistendo impassibile ai processi di ristrutturazione e ridimensionamento delle attività produttive nelle diverse aree industriali della Sardegna,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore dell'industria per sapere:
1) se non ritengano opportuno un immediato intervento nei confronti dell'Autorità per l'energia e del Governo nazionale, in particolare presso il Ministro delle attività produttive, per rivendicare misure di sostegno dell'apparato produttivo regionale, e comunque tali da consentire la continuità delle produzioni (come ad esempio: la fiscalizzazione degli oneri supplementari prodotti al sistema industriale sardo dai costi della bolletta energetica; un consistente incremento della quota consentita per l'importazione di energia), vigilando nel contempo perché le misure proposte siano tradotte con immediatezza in indirizzi vincolanti per il gestore della rete e trasformate quanto prima in provvedimenti legislativi;
2) quali azioni intendano porre in essere, anche alla luce dell'ipotesi di riforma e riordino del settore energetico predisposta dal Governo, per definire una pianificazione energetica regionale che indichi le scelte strategiche e gli orientamenti in materia energetica, per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, un giusto equilibrio tra le diverse fonti e lo sviluppo di quelle rinnovabili, nonché la valorizzazione delle risorse locali e l'effettivo impiego delle tecnologie più avanzate, quali le tecniche di gassificazione per il carbone Sulcis e l'utilizzazione delle biomasse;
3) se, nell'ambito della pianificazione energetica regionale, di fronte alla indisponibilità degli attuali produttori ad una politica di riduzione dei costi energetici, non ritengano di dover intervenire direttamente, anche attraverso le società finanziarie regionali, per sostenere e partecipare a programmi di autoproduzione di energia.
Cagliari, 3 ottobre 2002