CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAInterrogazione n. 489/A
INTERROGAZIONE LAI - MORITTU - SPISSU, con richiesta di risposta scritta, sulle modalità di affidamento a società esterne degli impianti di potabilizzazione delle acque per conto dell'ESAF.
I sottoscritti,
premesso che la Società MEPODE S.r.l. (già Depo S.r.l.), con sede in Roma, in qualità di ditta appaltatrice ha gestito numerosi impianti di potabilizzazione acque per conto dell'ESAF;
sottolineato che il 31 dicembre 2001, alla scadenza dell'appalto con l'ESAF, la MEPODE S.r.l. ha licenziato le maestranze e, ad oggi, non ha ancora provveduto a corrispondere agli oltre cento lavoratori il trattamento di fine rapporto;
considerato che la stessa società non appare, dato il limitato capitale sociale di 10.800 euro, in condizioni di garantire i debiti nei confronti dei dipendenti;
rimarcato che gli stessi dipendenti hanno promosso una causa nei confronti della società per tentare di recuperare quanto di loro spettanza,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore dei lavori pubblici per sapere:
1) se al momento dell'affidamento dell'incarico alla MEPODE S.r.l., così come in occasione della nuova gara d'appalto alla quale hanno partecipato un gran numero di società concorrenti della stessa, sia stata effettuata una rigorosa verifica del possesso dei requisiti necessari perché la società vincitrice garantisca una adeguata capacità operativa e finanziaria sufficiente a rappresentare, in condizioni adeguate, un servizio pubblico delegato dalla Regione;
2) se esistano in qualche modo elementi di continuità tra la società che ha cessato l'appalto al 31 dicembre 2001 e una o più società partecipanti ed eventualmente vincitrici del nuovo appalto;
3) se non ritengano opportuno che le somme ancora spettanti alla MEPODE S.r.l. vengano dalla stessa prioritariamente destinate a garantire i crediti di lavoro;
4) quali atti abbiano compiuto o intendano compiere per garantire che per il futuro non si ripresentino situazioni di questo genere che, non solo danno un'immagine negativa della Regione e degli enti regionali, nel caso l'ESAF, ma, soprattutto, fanno ricadere sui lavoratori e sulla collettività le conseguenze di fatti imputabili unicamente alla incapacità e all'incuria di spregiudicati imprenditori privati.
Cagliari, 12 giugno 2002