CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAInterrogazione n. 305/A
INTERROGAZIONE FRAU, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata vaccinazione per combattere la febbre catarrale degli ovini.
Il sottoscritto, premesso che:
a) alcuni giorni orsono la Commissione Europea, a firma di David Byrne, ha emanato una "decisione" per la vaccinazione degli ovini in quelle zone italiane in cui è comparsa la epizoozia denominata "febbre catarrale degli ovini" (lingua blu)";
b) dopo aver evidenziato le regioni italiane in cui è comparsa la "bluetongue" (Sardegna, Sicilia, Calabria e Basilicata) la Commissione Europea - rifacendosi a una non meglio precisata "autorità italiana" che avrebbe chiesto in data 19 dicembre 2000 di poter iniziare una campagna di vaccinazioni - ha deciso di dar luogo alla vaccinazione in Calabria, Basilicata e nella provincia di Salerno autorizzando l'acquisto di 1.500.000 dosi di vaccino monovalente di sierotipo 2 direttamente dal Sudafrica poiché nessuno Stato membro della UE produce tale vaccino;
c) se è pur vero che in detta "decisione" non viene menzionata la Sardegna fra le regioni in cui avrà luogo la vaccinazione, è necessario stare in guardia da eventuali altre direttive comunitarie, perché la vaccinazione massale del nostro patrimonio ovino con quel vaccino - da sempre guardato con grande sospetto dal mondo scientifico sardo - sarebbe, per il nostro comparto agricolo, una catastrofe senza precedenti,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro - pastorale per sapere:
1) se siano a conoscenza della "decisione" assunta dalla Commissione Europea di consentire una campagna di vaccinazioni in Calabria, Basilicata e nella provincia di Salerno per combattere la "febbre catarrale degli ovini" su iniziativa di una meglio non precisata "autorità italiana" e quale sia questa "autorità";
2) quali azioni intendano intraprendere per "stoppare" eventuali decisioni europee volte ad una vaccinazione anche dei nostri ovini con tale tipo di vaccino, poiché l'uso di vaccini vivi attenuati rappresenta un rischio molto alto di super - virulentazione dei ceppi da parte dei culicoides, che porterebbe fra l'altro:
a) alla possibile insorgenza di nuovi sierotipi in aree indenni;
b) alla persistenza del virus nell'ambiente consentendo in tal modo all'infezione di persistere in forma endemica nella popolazione zootecnica e selvatica sarda;
c) alla impossibilità di differenziare gli animali infetti da quelli vaccinati, che obbliga ad un totale blocco della movimentazione degli animali e alla impossibilità di stabilire un piano di eradicazione;
3) se siano invece a conoscenza che una ricercatrice inglese (con la quale sono in contatto i tecnici dell'Istituto Zooprofilattico della Sardegna) della Università di Oxford ha sperimentato e già brevettato un vaccino costituito dalle sole proteine immunogene in grado di conferire una solida resistenza alla malattia, ma anche all'infezione, consentendo effettivamente di gettare le basi per un corretto piano di eradicazione nella nostra Isola.
Cagliari, 2 febbraio 2001