CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Interrogazione n. 241/A

INTERROGAZIONE FOIS, con richiesta di risposta scritta, sugli inopportuni e incomprensibili atti di gestione dei bacini idrici dell'ENEL.


Il sottoscritto,

premesso che nel corso della discussione presso la Quarta Commissione Permanente del Consiglio regionale del disegno di legge "Misure urgenti per l'accelerazione della spesa nel settore delle opere pubbliche ammesse a finanziamento regionale" è stato presentato un emendamento che prevede l'autorizzazione dello stanziamento, nell'anno 2000, di lire 3.000.000.000 (€ 1.549.370,70) "per la concessione di un contributo straordinario a favore dell'Ente Autonomo del Flumendosa finalizzato a fronteggiare gli oneri conseguenti all'acquisizione di risorse idriche aggiuntive a quelle disponibili nei bacini del Medio Flumendosa…", come già verificatosi diverse volte nel passato e che in periodi di non straordinarietà climatica potevamo anche comprendere;

premesso altresì che il beneficiario di tale stanziamento destinato a risarcire i mancati proventi di produzione e vendita di energia elettrica, a seguito del rilascio di risorse idriche per usi civili e irrigui, è l'ENEL;

valutato che le recentissime operazioni di acquisizione come INFOSTRADA, con una spesa dell'ordine di 21.000 miliardi, consentirà all'ENEL, nella sua doppia personalità di azienda pubblica e privata, di operare fuori dai compiti istituzionali e di consentire, a quanto riporta la stampa specializzata, qualche stock option, naturalmente secretata, di circa 110 miliardi;

considerato che se l'emendamento non verrà ritirato il sottoscritto voterà contro;

valutato che le somme impiegate in tali investimenti e che derivano anche dagli utili di gestione, meglio sarebbero state utilizzate per incrementare, tra le altre cose, l'insufficienza cronica della potenza elettrica dell'Isola dotandola di centrali adeguate tecnologicamente per il miglior rispetto possibile dell'ambiente;

valutato che è improcrastinabile l'aggiornamento del sistema del trasporto e distribuzione dell'energia elettrica, la cui inadeguatezza pone la Sardegna al primo posto tra le regioni italiane per la durata media delle interruzioni lunghe senza preavviso e le sue strutture molto al di sotto degli standard italiani;

considerato che la Sardegna è stata fortemente penalizzata in tutti questi anni da una bolletta energetica che non ha corrispondenza nel resto dell'Italia e che grava in maniera abnorme non solo sui bilanci familiari, ma anche sulle imprese e attività produttive in genere limitandone fortemente l'insediamento e lo sviluppo;

osservato che la Sardegna continua a pagare costi altissimi in termini di inquinamento e che l'ENEL, indirettamente, ha contribuito ad un ulteriore e gravissimo danno per le coste della Sardegna, economico e di immagine per il turismo di cui solamente in futuro si potranno quantificare esattamente le ripercussioni, con l'affondamento nel canale dell'isola di San Pietro della nave carboniera Eurobulker IV, non certamente una regina dei mari, noleggiata dall'ENEL per il trasporto di carbone da bruciare nelle sue centrali;

osservato, altresì, che altri gravi disagi subiscono le popolazioni e le attività economiche a causa della gestione dell'ENEL dei bacini idrici (vedasi il caso del territorio di Valledoria che, nei periodi di maggior affluenza turistica, non riesce a garantire la bellezza e la trasparenza del proprio mare a causa delle improvvise aperture delle paratie della diga del Coghinas);

considerato che, anche in occasione della costruzione del nuovo invaso sul Tirso, l'ENEL ha preteso dalla Regione sarda la cifra di sei miliardi di lire per disattivare la vecchia diga;

osservato che i pur importanti timidi tentativi di partecipazione alla vita sociale e culturale dell'Isola non sono altro che estemporanee sponsorizzazioni;

evidenziato che nel momento in cui la nostra Isola si ritrova ancora in posizioni di ritardo economico nei confronti delle altre Regioni e viene colpita nel giro di pochi mesi in due dei settori portanti della sua economia, agricoltura e allevamento, da calamità naturali quali siccità e alluvioni e da epidemie molto pericolose per il patrimonio zootecnico come forse mai visto in precedenza,

chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dei lavori pubblici perché:

- adottino atti opportuni affinché l'Ente Autonomo del Flumendosa, e quindi la Regione sarda, in questo momento di straordinaria difficoltà economica e sociale, non sia costretto a rifondere l'ENEL;

- notifichino con la massima urgenza questa posizione all'Amministratore delegato Tatò e al Presidente Testa, affinché adottino direttive immediate perché i tre miliardi richiesti siano convertiti in un fondo di solidarietà a favore dei nostri agricoltori e allevatori lasciando all'ENEL la scelta per le modalità d'intervento;

- evidenzino che un eventuale atteggiamento da parte dell'ENEL di distacco dal problema costringerebbe tutti noi a reazioni forti e a dare la solita lettura, ormai nota, di indifferenza e scarsa solidarietà per la nostra terra mentre ci attendiamo, in un momento difficile come questo, di leggere sui giornali oltre alle notizie di grandi strategie e fusioni anche di interventi e di atti visibili, coraggiosi, ma soprattutto concreti.

Cagliari, 13 ottobre 2000