CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAInterrogazione n. 213/A
INTERROGAZIONE AMADU, con richiesta di risposta scritta, sulla grave condizione dei lavoratori dipendenti della ditta già assegnataria del servizio recapito pacchi delle Poste di Sassari.
Il sottoscritto premette che nella vertenza, OO.SS. Poste Italiane S.p.A., per la difesa di una quarantina di posti di lavoro nel servizio di recapito pacchi gestito dalle imprese accollatarie operanti in diversi centri della provincia di Sassari, è doveroso chiedere alle Poste quali criteri siano stati adottati per arrivare a tale decisione.
Nella sostanza si vuole conoscere :
a) se la società che gestisce il servizio pubblico abbia rispettato le clausole previste dai precedenti contratti, attualmente in vigore sino al 15 agosto p.v., in cui è precisato che la ditta - risultante aggiudicataria all'appalto del servizio di recapito pacchi - ha l'obbligo di avvalersi della collaborazione degli operatori dipendenti della ditta cessante;
b) se il servizio in parola sarà svolto da personale dipendente in ruolo delle Poste ovvero da società diverse dalle Poste stesse, con quale personale e con che tipo di contratto;
c) la società SDA e Bartolini in che rapporto giuridico si trovano con le Poste Italiane e a quale titolo effettuano il recapito - ormai da qualche giorno - dei pacchi che i cittadini, recandosi agli sportelli, affidano alle Poste Italiane;
d) se il convincimento di affidare a terzi segmenti di un servizio storico, sia determinato da ragioni di convenienza economica e di qualità. Se così fosse sarebbe interessante conoscere anche le cifre che rientrano nelle attese aziendali e relative ai maggiori ricavi ed alla riduzione dei costi;
e) per quanto riguarda, invece, la qualità del servizio, non sarebbe presuntuoso o pessimista affermare fin da ora che difficilmente potrà essere raggiunto un trend soddisfacente o migliore di quello ottenuto in passato, perché è reale l'esempio del decadimento del servizio di "Posta celere", una volta fiore all'occhiello delle Poste prima che venisse, alla chetichella, affidato, alla SDA. E' interessante conoscere i motivi che ne hanno determinato le scelte.
Il problema, dei quaranta dipendenti, quindi, non verrà risolto; i medesimi saranno licenziati senza una giusta causa e la loro sfortuna è di essere incappati in progetti aziendali discutibili che nulla hanno a che fare con gli interessi della collettività.
La società poste consente licenziamenti di personale che non ha ancora raggiunto il periodo minimo di contribuzione assicurativa per ottenere la "pensione" e che non è più tanto giovane per andare alla ricerca di una nuova attività.
Il problema vero, poi, si ripercuote sulle famiglie con gravi e immaginabili conseguenze. I neo disoccupati sono, così umiliati e beffati da decisioni arroganti, false e palesemente contraddittorie con gli stessi comportamenti posti in essere dall'azienda Poste che continua, da anni e per tutti i dodici mesi dell'anno, a ricoprire i posti vacanti (sono circa 180) con personale precario assunto con contratto di lavoro per uno, due o tre mesi.
Tutto ciò premesso chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale per conoscere i provvedimenti urgenti e le iniziative politiche che la Giunta regionale assumerà, anche a livello Ministeriale e presso l'Ente Poste, per sanare la sopra descritta situazione che ha gettato nel lastrico numerose famiglie e per avere riscontro ai quesiti citati in premessa.
Cagliari, 4 agosto 2000