CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAInterrogazione n. 135/A
INTERROGAZIONE LIORI, con richiesta di risposta scritta, sulla cessione del principale gruppo italiano del settore alluminio operante a livello nazionale e internazionale su tutta la gamma produttiva.
Il sottoscritto,
premesso che negli anni 1995-1996 vennero stipulati atti di vendita del patrimonio dell'allora ALUMIX S.p.A. e di sue società controllate, oggi tutte in fase di liquidazione c.a., con l'impegno formale da parte dell'acquirente ALCOA Italia S.p.A. facente capo al gruppo internazionale ALCOA, del mantenimento degli impianti di produzione nonché del posto di lavoro e quindi dei livelli occupazionali esistenti;
considerato che
- nella cessione sono state comprese le società controllate estere, ALUMIX U.K., ALUMIX France sa, ALUMIX Germany, ALUMIX Spain, Halco (Mining) Inc. e le società italiane SARDAL S.p.A., ALMAX S.p.A. ed ALURES S.p.A. mentre ha rappresentato una trattativa a parte la cessione della quota maggioritaria del capitale di EURALLUMINA S.p.A.;
- nell'impegno assunto e formalizzato della cessione, gli accordi prevedevano la vendita del solo settore industriale,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'industria:
1) per sapere se corrisponda a verità che la trattativa per la vendita del gruppo ALUMIX S.p.A. ad ALCOA sia stata intrapresa dallo Studio Legale Associato del Prof. Molé con sede in Roma e che con questo stesso studio abbia collaborato strettamente l'Ing. Corrado Innocenti ex Presidente ALUMIX già condannato per truffa ed altri reati sul caso "Moberis" per aver sottratto 5/6 miliardi di lire dall'ALUMIX S.p.A., insieme all'ex Senatore Mancini (ex Presidente EFIM) e al Dottor Simeone (ex Presidente del Collegio Sindacale ALUMIX);
2) per sapere se corrisponda a verità che all'acquirente ALCOA S.p.A. siano stati ceduti, da parte della sola società capogruppo ALUMIX S.p.A., crediti verso clienti più rimanenze di magazzino (in gergo professionale meglio definito come "capitale circolante, analizzato e scelto dall'acquirente voce per voce") per un valore complessivo di circa 480 miliardi di lire; sembra siano stati ceduti anche i crediti verso clienti ed il magazzino delle seguenti società già citate in premessa: SARDAL S.p.A., ALMAX S.p.A., ALURES S.p.A. e tutte le società e partecipazioni estere; se con queste società é stata applicata la stessa procedura dell'ALUMIX S.p.A. bisogna dedurre che l'incasso effettivo da parte di ALCOA ammonta ad oltre mille miliardi; all'ALCOA inoltre veniva ceduto tutto il patrimonio (beni mobili ed immobili) dell'ALUMIX e di tutte le società già citate, alla stessa facenti capo per un valore complessivo ammontante a circa duemila miliardi. A tutto questo bisognerebbe aggiungere la voce "avviamento" mai calcolata né valutata. A fronte di tutti l'ALCOA pagava ad ALUMIX S.p.A. in l.c.a. solo 380 miliardi di lire; da tutto ciò si evince che ALCOA non solo non ha pagato alcunché per beni mobili e immobili, visto che i debiti sono rimasti tutti a carico del Ministero del tesoro attraverso ALUMIX, ma ha incassato oltre 600 miliardi di capitale circolante, buono e realizzabile, senza alcuna motivazione;
3) per sapere a che titolo sia stato riconosciuto questo plusvalore di 600 miliardi e se di quanto esposto sopra fossero a conoscenza le tre confederazioni sindacali che avrebbero dovuto essere periodicamente e costantemente informate sulle trattative in corso e se ne erano a conoscenza Consiglieri regionali, Deputati e Senatori della Sardegna che seguirono da vicino il processo di cessione del gruppo ALUMIX. Non é da escludere che nello spirito della trattativa fosse compreso l'onere derivante dalla tutela dei lavoratori per il mantenimento del posto di lavoro; a fronte di tutto ciò risulta che ALCOA sta provvedendo, progressivamente, allo smantellamento di alcuni impianti e provvede continuamente a ridurre il personale in forza;
4) per conoscere quali siano i motivi per cui sono state cedute ad ALCOA ben 15 ville site in località Portopaglietto, comune di Portoscuso (CA), del valore di alcuni miliardi, unitamente ad una villa veneta del Seicento, senza che ALCOA pagasse alcun compenso ad ALUMIX;
5) per sapere se i componenti delle Confederazioni sindacali e i componenti della Giunta regionale sarda, in carica nel 1996, fossero a conoscenza di tali fatti e come mai nessuno abbia denunciato quanto stava accadendo anche attraverso gli organi di stampa;
6) per sapere se corrisponda a verità che all'atto della vendita ALUMIX S.p.A. l'area dell'ex stabilimento ALUMIX sia stata suddivisa in due parti, una dove ha sede l'attuale stabilimento ALCOA, l'altra ancora di appartenenza ALUMIX S.p.A. in l.c.a.; alla seconda si può accedere esclusivamente tramite una servitù di passaggio costituita all'atto della vendita ad ALCOA, che attraversa tutto lo stabilimento di proprietà ALCOA, dove si svolgono le attività produttive e logistiche; nella suddetta area ALUMIX S.p.A. in l.c.a. esiste una discarica a cielo aperto che sempre ALUMIX dovrà bonificare a proprie spese; per tale processo sembra siano stati spesi, fino ad oggi, trenta miliardi mentre per il totale smaltimento dei rifiuti industriali accumulati sembra che debbano essere affrontate ulteriori spese, sempre a carico ALUMIX, per un ammontare di circa centoventi miliardi; una volta bonificata tale area, ALUMIX S.p.A. in l.c.a., non avendo un accesso libero se non attraverso l'utilizzo della suddetta servitù, sarà costretta a cedere ad ALCOA, ad un prezzo irrisorio, tutta l'area bonificata, se non addirittura cederla a costo zero, visto quanto é avvenuto in precedenza;
7) per conoscere quali siano i motivi per cui tutta la parte buona e produttiva dello stabilimento sia stata ceduta a costo zero, mentre la parte improduttiva (perché da bonificare) sia rimasta a carico ALUMIX; si vuol sapere se corrisponda a verità che la Regione Sardegna negli anni passati abbia concesso contributi ammontanti a diversi miliardi, per lo smaltimento e/o la costruzione della discarica suddetta;
8) per sapere se, alla luce di quanto detto in precedenza ed in considerazione che siamo tutti esseri umani, a volte malpensanti, e poiché la differenza tra il "capitale circolante" ceduto e la cifra totale pagata da ALCOA sembra si aggiri intorno ai seicento miliardi, senza peraltro tenere conto del valore dei beni mobili e immobili e dell'avviamento, spesso ci si chiede, così come se lo chiedono tutte le persone che sono state a contatto con l'Azienda, se i seicento miliardi rappresentano un bonus concesso a suo tempo per la garanzia dei posti di lavoro oppure soltanto un bonus per gli acquirenti; premesso quanto sopra e visti i danni che hanno subìto e continuano a subire tutti i dipendenti attualmente ALCOA ed ALUMIX S.p.A. in l.c.a. (cassa integrazione guadagni, pensioni ridotte a causa dei prepensionamenti, posti di lavoro perduti, allontanamenti forzosi e disagi nell'ambito di tutti questi nuclei familiari) si chiede anche di sapere se non sia opportuno pensare che il Ministero del tesoro, a mezzo ALUMIX S.p.A. in l.c.a., risarcisca i tutti i dipendenti, i quali si sono costituiti in associazione "A.S.D.I.D.A.E." per rilevare tutti i danni subiti dai dipendenti stessi e dai rispettivi nuclei familiari;
9) per sapere quale comportamento stiano tenendo i tre Commissari liquidatori di ALUMIX S.p.A. in l.c.a. Dott. Marcellino Bortolomiol, Dott. Angelo Napolitano, Prof. Raffaele Lener (quest'ultimo dello stesso Studio Molé già citato al punto uno e forse per questo motivo lo studio Molé ha incassato tutti i crediti dall'ALUMIX S.p.A. in l.c.a. - 500 milioni - senza attendere la deposizione dello stato passivo così come é avvenuto per tutti gli altri); ci si chiede come stiano operando verso i dipendenti rimasti a loro carico e se, secondo lo spirito della legge, si siano premurati ed abbiano premura tutt'oggi di ricollocare il personale in modo corretto;
10) per sapere se corrisponda a verità che il dirigente preposto alla ricollocazione, che fin dall'inizio aveva ottenuto ottimi risultati ricollocando quasi tutto il personale in esubero (come verbalizzato a suo tempo dagli stessi Commissari liquidatori) sia stato allontanato dall'ALUMIX S.p.A. in l.c.a. senza alcuna motivazione reale ed in sua vece sia stato dato l'incarico ad una professionista di Treviso e quindi "concittadina" di due dei Commissari liquidatori; risulterebbe che la sopra detta professionista non abbia mai svolto attività di ricollocazione a tutt'oggi e non abbia quindi esperienza al riguardo mancando, probabilmente, la conoscenza delle differenti realtà e strutture dello Stato e degli enti parastatali;
11) per sapere se corrisponda a verità che alcuni dipendenti ALUMIX (nel 1996) allora rappresentanti la quasi totalità della forza lavorativa presente, prima che avvenisse la cessione dell'ALUMIX ad ALCOA, chiesero per iscritto di acquistare il gruppo ALUMIX nella sua totalità sostenendo che, quale garanzia, poteva essere concesso il fondo T.F.R. che nel 1996 ammontava a decine di miliardi; questi dipendenti a tutt'oggi non hanno ricevuto alcuna risposta scritta; la cessione dell'azienda ai dipendenti certamente sarebbe stato il modo migliore per garantire i posti di lavoro, visto che, con un'operazione del genere ogni dipendente diveniva azionista della società, formula che allora ed in modo particolare oggi viene indicata come molto valida per la salvaguardia dei posti di lavoro;
12) per sapere in base a quali criteri e presupposti alcuni dipendenti siano stati allontanati dall'ALUMIX S.p.A. in l.c.a. ed altri messi in C.L.G. (tra cui un dipendente grande invalido licenziato per ben due volte) mentre il lavoro viene espletato da diversi studi privati e da molti consulenti, probabilmente molto vicini ai responsabili della liquidazione, con il risultato di gravare la società ALUMIX in l.c.a. e quindi il Ministero del tesoro di pesanti oneri;
13) per sapere, infine, se la Direzione Generale del Ministero del tesoro, preposta alle privatizzazioni ed al controllo delle stesse nella persona del Dottor Mario Draghi, è a conoscenza di tutto quanto detto sopra.
Cagliari, 30 marzo 2000