CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAInterrogazione n. 129/A
INTERROGAZIONE PINNA - CALEDDA,con richiesta di risposta scritta, sulle inadempienze della Giunta regionale relative alla cessione del patrimonio immobiliare connesso alle attività minerarie dismesse.
I sottoscritti,
premesso che con i contratti sottoscritti nel 1997 con la società Agricoltura e nel 1998 con la SNAM è stata portata a positiva conclusione l'operazione di acquisizione al patrimonio della Regione Sarda dei compendi immobiliari ex minerari ancora detenuti dalle società del Gruppo ENI;
precisato che l'acquisizione dei compendi immobiliari dalle richiamate società del Gruppo ENI, assieme a quello disponibile delle società SIM, ex Piombozincifera Sarda e RIMISA, ha consentito alla Regione sarda, dopo oltre vent'anni di rivendicazioni, di poter disporre, attraverso la società IGEA S.p.A., controllata dall'EMSA, dell'intero complesso immobiliare direttamente e indirettamente connesso alle attività minerarie dismesse;
rilevato che il patrimonio in argomento riveste uno straordinario interesse sotto il profilo storico, culturale, architettonico e dell'archeologia industriale e un rilevante valore di carattere più strettamente immobiliare (6.700 ettari di territorio - circa 1950 unità tra fabbricati civili, industriali e ruderi);
constatato che il complesso immobiliare in argomento può essere utilizzato per favorire la realizzazione di un piano generale per la riconversione economica e sociale delle aree minerarie dismesse;
considerato che, allo scopo di dare concreto avvio al richiamato piano di riconversione, sono state presentate numerose richieste da parte dei Comuni interessati e di altri soggetti pubblici e privati;
ricordato che la Giunta regionale, a seguito della delibera n. 38/22 del 27 agosto 1998, aveva impartito direttive all'Ente Minerario Sardo per la cessione dei beni immobili connessi alle attività minerarie dismesse che avevano consentito di soddisfare le prime richieste di alcune Amministrazioni comunali (Domusnovas, Narcao) e di alcuni imprenditori privati;
preso atto che le richiamate direttive della Giunta regionale sono diventate inapplicabili a seguito dell'entrata in vigore della legge regionale 4 dicembre 1998, n. 33, che prevede nuove disposizioni per la cessione dei beni immobili alle quali la Giunta regionale non ha ancora dato attuazione con l'emissione delle relative direttive, secondo quanto previsto al comma 3 dell'articolo 8 della stessa legge regionale n. 33/98;
evidenziato che numerose iniziative di carattere economico-produttivo da realizzare nelle aree minerarie dismesse ad opera di diverse piccole e medie aziende, singoli imprenditori, cooperative giovanili, associazioni culturali ed altri soggetti pubblici e privati, non hanno potuto essere avviate per la mancata cessione dei beni immobili, causando ulteriori disagi sociali al già grave stato di crisi economica che attraversano i territori interessati;
sottolineato che numerosi Comuni hanno avanzato richieste per acquisire diversi beni immobili ex minerari da destinare a finalità sociali e di pubblica utilità;
tenuto conto che la cessione ai dipendenti ed agli ex dipendenti delle società minerarie degli immobili destinati a civile abitazione, già avviata negli anni '70-'80, necessita di essere completata al fine di risolvere definitivamente i numerosi contenziosi derivanti dalle precedenti cessioni,
chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dell'Industria per sapere:
1) quali iniziative intenda assumere la Giunta regionale per recuperare i gravi ritardi finora accumulati nell'attuazione di una disposizione di legge;
2) se non ritengano, nel rispetto delle procedure previste dalla legge, di impartire apposite direttive all'Ente Minerario Sardo per riattivare con la massima sollecitudine le procedure di cessione del patrimonio immobiliare minerario per soddisfare, contemporaneamente e in modo organico e unitario, le richieste avanzate da diversi soggetti pubblici e privati, da numerosi Comuni, nonché da dipendenti ed ex dipendenti, finalizzate alla realizzazione di nuove iniziative economico-produttive, alla creazione di attività sociali e di pubblica utilità ed alla definitiva cessione degli immobili utilizzabili per civile abitazione;
3) se non ritengano di impartire specifiche direttive all'Ente Minerario Sardo affinché predisponga, nelle more della cessione definitiva dell'intero patrimonio immobiliare ex minerario, un costante servizio di custodia dello stesso patrimonio al fine di porre fine allo stato di abbandono e di devastazione in cui si trova l'intero complesso immobiliare.
Cagliari, 22 marzo 2000