CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Interrogazione n. 66/A

INTERROGAZIONE VASSALLO - COGODI - ORTU, con richiesta di risposta scritta, sui problemi inerenti alla sclerosi multipla.


I sottoscritti,

considerato che:

- la sclerosi  multipla è una malattia cronica e frequentemente progressiva del sistema nervoso centrale, che nella quasi totalità dei casi determina una invalidità crescente che nelle forme croniche si caratterizza per la perdita totale dell'autonomia motoria;

- la  Sardegna è una delle Regioni più colpite da questa malattia presenta, infatti, tassi di incidenza particolarmente elevati con un carico di oltre 2.200 pazienti e un'incidenza di circa 80 nuovi casi per anno;

appreso che:

- i tre centri regionali di sclerosi multipla delle Università di Cagliari e Sassari e dell'Ospedale civile di Nuoro, istituiti con D.G.R. n. 22/21 del 16 maggio 1989, non riescono a decollare a causa della carenza di operatori specializzati così come nelle divisioni ospedaliere degli Ospedali Brotzu e S.Giovanni di Dio di Cagliari e S. Martino di Oristano;

- nel centro di sclerosi multipla di Cagliari i posti letto sono solamente cinque;

preso atto che la maggior parte dei malati di sclerosi multipla sono giovani adulti costretti dalla malattia, progressivamente invalidante, ad allontanarsi dalla vita sociale e lavorativa con relative conseguenze di carattere psicologico con conseguenti elevati costi sociali e di assistenza, non sempre alla portata delle famiglie colpite dalla malattia,

chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dell'igiene e sanità per sapere se siano a conoscenza della situazione succitata e se intendano intervenire con la massima urgenza al fine di intensificare gli interventi a favore dei malati di sclerosi multipla attraverso:

1) il potenziamento e la formazione degli operatori specializzati (neurologi, fisiatri, fisioterapisti, psicologi, assistenti sociali) per garantire un miglior livello delle prestazioni erogate; 

2) l'aggiornamento dei dati epidemiologici;

3) il potenziamento della diagnosi e della cura, mediante l'individuazione e la razionalizzazione degli interventi;

4) il finanziamento della ricerca scientifica considerando che le cause della malattia sono ancora sconosciute e che alla stato attuale esistono delle terapie in grado di curare i sintomi nella fase acuta, bloccandone precocemente l'aggravamento e rallentandone la progressione, ma non esiste ancora un trattamento definitivo;

5) la collaborazione con le organizzazioni di volontariato allo scopo di offrire risposte adeguate ad una patologia che coinvolge col malato l'ambiente familiare e sociale.

Cagliari, 11 gennaio 2000