CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Interpellanza n. 389/A

INTERPELLANZA PINNA - SPISSU - FADDA - BALIA - COGODI - SANNA Giacomo - SCANO - BIANCU - CALLEDDA - CUGINI - DEIANA - DEMURU - DETTORI - DORE - FALCONI - GIAGU - GRANELLA - IBBA - LAI - MANCA - MARROCU - MASIA - MORITTU - ORRU' - ORTU - PACIFICO - PIRISI - PUSCEDDU - SANNA Alberto - SANNA Emanuele - SANNA Gian Valerio - SANNA Salvatore - SECCI - SELIS - VASSALLO sui danni ambientali ed economici causati dalla valanga di acqua e fango proveniente dalle miniere dismesse che si è abbattuta sulla spiaggia di Masua affollata di bagnanti.


I sottoscritti,

premesso che domenica 27 luglio u.s. una valanga di acqua e fango proveniente dalla miniera dismessa di Acquaresi si è abbattuta sulla spiaggia di Masua affollata di bagnanti;

costatato che la valanga di acqua e fango abbattutasi sulla spiaggia, pur non avendo creato danni alle persone,  ha generato grande panico tra i numerosi bagnanti presenti nell'arenile che sono stati evacuati dalle autorità di pubblica sicurezza e dalla protezione civile;

tenuto conto che la medesima valanga di acqua e fango ha causato un rilevante danno ambientale sul litorale della costa sud-occidentale con la conseguente imposizione del divieto di balneazione nella spiaggia di Masua;

rilevato che, pur non essendo stato ancora accertato il meccanismo che ha generato il grave incidente, la valanga d'acqua è stata provocata da un nuovo smottamento connesso alla mancata messa in sicurezza del grande vuoto sotterraneo della miniera di Acquaresi;

accertato che lo smottamento del richiamato vuoto di coltivazione mineraria ha compromesso la stabilità della strada provinciale Masua-Buggerru con la conseguente chiusura di un'arteria di fondamentale importanza per l'organizzazione civile ed economica del territorio;

considerato che nessun intervento del Piano di disinquinamento e di risanamento ambientale delle aree minerarie dismesse del Sulcis-Iglesiente-Guspinese, predisposto dall'EMSA nel 1998 e approvato dal Ministero dell'ambiente, è stato ancora reso operativo nonostante la disponibilità dei primi consistenti finanziamenti ottenuti dallo Stato quasi due anni fa nell'ambito dell'istituzione del Parco Geominerario della Sardegna;

preso atto che nessun intervento organico è stato predisposto per il sistematico monitoraggio dei vuoti sotterranei presenti nelle aree minerarie dismesse della Sardegna, nonostante tale intervento sia stato inserito tra gli impegni prioritari assunti fin dal 1998 dalla Regione Sarda con l'UNESCO, il Governo nazionale e le Università della Sardegna da realizzare nell'ambito del Parco Geominerario;

verificato che l'Assessorato dell'industria non ha emanato le prescrizioni necessarie per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza dello scavo di Acquaresi nonostante i ripetuti cedimenti finora verificatisi con la creazione di enormi voragini superficiali;

evidenziato che la società regionale IGEA si è ormai ridotta alla gestione di operazioni finanziarie e turistiche non previste dallo statuto sociale, dissipando, nel caos gestionale, le grandi risorse professionali di cui dispone e le ingenti risorse finanziarie regionali di cui ha potuto usufruire negli ultimi 3 anni;

rimarcato che l'incidente verificatosi a Masua ha messo in evidenza i reali pericoli e i gravissimi rischi per le persone e per l'ambiente che possono essere causati dalla mancata realizzazione degli interventi di bonifica, risanamento e messa in sicurezza delle aree minerarie dismesse;

considerato che l'incidente verificatosi nelle miniere di Masua e Acquaresi, dopo aver creato notevoli danni per decine di operatori turistici locali, rischia di compromettere le prospettive di sviluppo legate all'istituzione del Parco Geominerario e alla riconversione economica e sociale del territorio,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore dell'industria e l'Assessore dell'ambiente per sapere se non ritengano di:

1) dichiarare lo stato di emergenza per l'area di Masua e Acquaresi richiedendo un intervento finanziario straordinario al Governo nazionale finalizzato alla realizzazione immediata, con le procedure semplificate della protezione civile, degli interventi   necessari per la definitiva messa in sicurezza dei vuoti sotterranei, degli scavi e dei manufatti minerari presenti nella stessa area che rappresentano gravi situazioni di rischio per la sicurezza dei cittadini e per la protezione delle risorse ambientali;

2) dare immediato avvio alle opere di bonifica e di messa in sicurezza previste dal Piano di disinquinamento e di risanamento ambientale delle arre minerarie dismesse del Sulcis-Iglesiente-Guspinese ponendo fine ai ritardi e alle inadempienze che hanno finora impedito di utilizzare le prime consistenti risorse finanziarie già stanziate dallo Stato nell'ambito dell'istituzione del Parco Geominerario della Sardegna;

3) impegnare le risorse professionali e organizzative della società regionale IGEA nella realizzazione degli interventi di cui ai punti precedenti, riconducendo la stessa società ai propri compiti statutari e rimuovendo le cause che hanno fatto precipitare l'azienda regionale nel caos gestionale generato dall'attuale Consiglio di amministrazione;

4) individuare con tempestività le soluzioni tecniche e finanziarie più adeguate per assicurare i collegamenti stradali tra Masua e Buggerru interrotti a seguito delle gravi lesioni verificatesi nella carreggiata della strada provinciale 83 che ne hanno determinato la sua chiusura;

5) mettere in atto gli interventi finanziari necessari per indennizzare gli operatori di Nebida, Masua e Buggerru che operano nel settore della ristorazione e della ricettività alberghiera, le cui attività economiche rischiano di essere cancellate dagli effetti negativi generati dal divieto di balneazione nella spiaggia di Masua e dalla chiusura al traffico della strada provinciale 83 che stanno causando la fuga della clientela e il fallimento della corrente stagione turistica.

Cagliari, 29 luglio 2003


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