CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAInterpellanza n. 371/A
INTERPELLANZA COGODI - ORTU - VASSALLO, sulla minacciata dislocazione in Sardegna del deposito delle scorie nucleari esistenti in tutto il territorio dello Stato italiano.
I sottoscritti, premesso che:
- la società statale SOGIN è stata incaricata dal Governo Berlusconi di trovare una soluzione unica nel territorio nazionale per raccogliere tutte le scorie nucleari di origine industriale, ospedaliera, militare e civile, ivi compresi i residui delle centrali nucleari dismesse;
- il provvedimento governativo di incarico prevede la deroga assoluta rispetto a tutte le normative vigenti in materia di tutela ambientale e di competenza degli organi istituzionali dello Stato, ivi comprese le Regioni a Statuto speciale;
- l'ENEA, e principalmente il premio Nobel Prof. Rubbia, aveva a suo tempo posto il veto, proprio per ragioni di ordine tecnico-scientifico, alla possibile utilizzazione delle isole per tale evenienza;
- di recente tale impedimento è stato rimosso dalla società SOGIN proprio in forza dei pieni e incondizionati poteri accordati dal Governo, rappresentandosi invece la possibilità che il sito prescelto ricada proprio su un'isola ritenuta non sismica (e cioè la Sardegna);
- la durata degli effetti di radioattività è considerata nel tempo di 400.000 anni, cioè tanto quanto rende almeno problematica la tenuta antisismica di qualsiasi territorio del mondo;
- la Sardegna ha bisogno di eliminare con la massima urgenza ogni forma di presenza nucleare già terribilmente minacciosa e dannosa (base militare nucleare di La Maddalena, esercitazioni militari in diversi poligoni con presenza di uranio ed altro);
- perciò risulta addirittura beffardo il proclama di ritenuta "ottimalità" del territorio dell'Isola per seppellirvi la più potente bomba nucleare dell'Italia;
- risultano peraltro penosi e puramente verbosi gli argomenti usati sia dal Presidente Pili sia da alcuni esponenti della destra governativa circa i poteri impeditivi della Autonomia speciale e la invocata lesione degli interessi turistici;
- il problema dei problemi è, invece, innanzitutto la sicurezza dei cittadini, il benessere materiale e morale delle popolazioni e la salubrità dell'ambiente di vita;
- è necessario, per tutto ciò, non affidarsi a proclami propagandistici, ma indire una mobilitazione popolare e istituzionale totale in Sardegna perché sia eliminato sul nascere il tentativo di scaricare nella nostra Isola, ancora una volta, il peso esclusivo di un rischio mortale, in deroga alle leggi sulla tutela e sicurezza ambientale, alla scienza, alla ragione ed al buon senso,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione per conoscere:
1) quali iniziative risolutive intenda assumere nell'immediato presso il Governo nazionale perché il no assoluto della Sardegna sia reale e non solamente verbale;
2) se non ritenga necessario richiedere l'immediata convocazione del Consiglio regionale perché sia decisa una linea di assoluta fermezza sul diniego di tale inammissibile ipotesi e sullo smantellamento di tutte le fonti inquinanti e di pericolo nucleare, a partire dalle basi e dai poligoni militari che già gravano pesantemente sulla salute, sulla vita, e sulle prospettive di progresso dei sardi.
Cagliari, 19 maggio 2003
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