CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Interpellanza n. 249/A

INTERPELLANZA FADDA - DORE - BIANCU - DEIANA - GIAGU - GRANELLA - SANNA Gian Valerio - SECCI - SELIS, sul rischio che i beni statali siti in Sardegna possano essere alienati e non trasferiti all'Amministrazione regionale a seguito della conversione in legge del decreto legge 15 aprile 2002, n. 63.


I sottoscritti,

preso atto che recentemente è stato convertito in legge il decreto n. 63 dell'aprile 2002, recante "Disposizioni finanziarie e fiscali urgenti, valorizzazione del patrimonio e finanziamento delle infrastrutture", meglio noto come "decreto taglia deficit";

considerato che:

- tale decreto istituisce una società per azioni, denominata "Patrimonio dello Stato S.p.A.", a cui è assegnato il compito della valorizzazione, gestione e alienazione del patrimonio dello Stato;

- con molta chiarezza, il comma 8 dell'articolo 7 del decreto legge stabilisce la possibilità che, indistintamente, i beni immobili dello Stato possono essere trasferiti alla "Patrimonio dello Stato S.p.A.", e quindi alienati, e considerato altresì che con altrettanta poca trasparenza il comma 3 dello stesso articolo riserva al Ministero delle finanze la titolarità di polverizzare questo patrimonio trasferendolo dalla neo istituita società per azioni "Patrimonio dello Stato " ad un numero imprecisato di società controllate dallo stesso Ministero;

- la genericità dell'articolo 7 della suddetta norma legislativa autorizza a pensare che possono essere alienati tutti i beni compresi nelle attuali servitù militari, le spiagge, le isole che appartengono al demanio statale, numerosissimi immobili di pregio che insistono in Sardegna;

- l'applicazione di queste norme di legge inevitabilmente porterà ad una svendita di tale patrimonio;

- il Governo nazionale ha mostrato di avere una concezione "imperiale" del patrimonio dello Stato e che queste norme di legge non sono altro che un'operazione di centralismo senza confini;

visto:

- il comma 1 dell'articolo 14 dello Statuto della Regione sarda che recita: "La Regione, nell'ambito del suo territorio, succede nei beni e nei diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo";

- il comma 2 dell'articolo 51 dello Statuto della Regione sarda che recita: "La Giunta regionale, quando constati che l'applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica o finanziaria risulti manifestamente dannosa all'Isola, può chiedere la sospensione al Governo della Repubblica...;

preso atto che il notevole patrimonio immobiliare dello Stato nella nostra Isola, da sempre rappresenta la rinuncia di una regione al proprio territorio e a favore di un centralismo statale per averne in cambio occupazione, infrastrutture e servizi;

tenuto conto che la riforma federalista, ratificata con il referendum dello scorso ottobre, ha affidato alle regioni il potere legislativo in materia di valorizzazione dei beni culturali e ambientali;

constatata la totale assenza e l'inerzia della Giunta regionale di fronte a questa gravissima insensibilità del Governo nazionale che svilisce la nostra autonomia, prevarica il nostro Statuto, mortifica il nascente federalismo con il più bieco neo dirigismo statale;

considerato che per le motivazioni su esposte il patrimonio dello Stato non può che essere alienato a favore della Regione sarda,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere:

1) quali determinazioni urgenti abbia assunto la Giunta regionale per impedire che i beni immobiliari dello Stato, ricadenti nella nostra Isola, vengano alienati a favore dei privati;

2) se la Giunta regionale intenda opporsi a questa norma legislativa facendo valere il disposto degli articoli 14 e 51 dello Statuto, in modo tale che il patrimonio degli immobili statali nell'Isola sia trasferito alla Regione e non alla nascente "Patrimonio dello Stato S.p.A.";

3) se, per avere maggiore forza in una eventuale azione recriminatoria nei confronti del Governo, la Giunta intenda portare all'attenzione del Consiglio regionale questa gravissima vicenda che mette in risalto la prevaricazione centralista di un Governo nazionale che con un'azione senza precedenti lede il nostro Statuto, i principi della nostra autonomia e cerca di finanziare con beni e ricchezze che appartengono alla Sardegna opere pubbliche di dubbia utilità o da realizzare al di fuori della nostra regione.

Cagliari 18 Giugno 2002


>