CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Interpellanza n. 236/A

INTERPELLANZA DORE - BIANCU - DEIANA - GRANELLA, sulla vicenda dello Stadio Comunale S. Elia di Cagliari ed in particolare sul proposito della Giunta Comunale e della maggioranza di darlo in concessione trentennale ai privati con facoltà di modificarlo sostanzialmente trasformandolo in un impianto per il solo calcio e per il tempo libero.


I sottoscritti,

premesso che:

- in questi giorni il Consiglio Comunale di Cagliari sta decidendo le sorti dello Stadio Comunale S. Elia, a seguito della presentazione, avvenuta nell'estate del 2000 da parte della Società Cagliari Calcio S.p.a. di un progetto che ne prevedeva la demolizione e la ricostruzione come impianto della capienza di 20-25.000 posti per la pratica del solo calcio, con strutture collaterali per la pratica dello sport e del tempo libero, sale giochi, palestra, piscina, sauna, etc.. il tutto sulla base di una concessione esclusiva di durata trentennale;

- lo stadio in questione è stato realizzato nel 1970 con finanziamenti pubblici come struttura polivalente tipo "stadio olimpico", comprendente non solo il campo di calcio, ma anche la pista per le corse e le pedane per salti e lanci e la capienza di 50.000 spettatori, poi ridotti a 39.000 per ragioni di sicurezza in occasione della ristrutturazione effettuata in vista dei campionati mondiali di calcio svoltisi nel 1990, con la spesa di altri ingenti fondi pubblici (pare circa 29 miliardi di lire);

- lo Stadio S. Elia è l'unica struttura sportiva esistente nell'intera Sardegna in grado di ospitare manifestazioni sportive di carattere internazionale, com'è avvenuto in occasione delle partite di Coppa dei campioni, di Coppa UEFA e dei mondiali di "Italia '90", nonché di "meeting" internazionali di atletica leggera ed infine dei giochi della gioventù del 1999, alle cui finali assistettero ben 32.000 spettatori e come dovrebbe avvenire nel caso in cui alla Sardegna venisse affidata l'organizzazione dei Giochi delle Isole e dei Giochi del Mediterraneo;

- lo stadio S. Elia, essendo stato costruito con le predette caratteristiche e per il soddisfacimento delle suindicate finalità, rientra indubbiamente nella categoria dei beni patrimoniali  indisponibili, quali disciplinati dagli artt. 826 e ss. c.p.c., e non può, di conseguenza, essere legittimamente sottratto alla sua destinazione; cosa che invece si verificherebbe qualora si effettuassero o la demolizione o anche solo il ridimensionamento per la pratica del solo calcio. In tal caso, infatti, lo stadio non potrebbe più ospitare grandi eventi sportivi ed, in particolare, ne verrebbe definitivamente precluso qualunque utilizzo per la disciplina dell'atletica leggera, che ne costituiva una precipua finalità;

- ciò determinerebbe un gravissimo danno non solo per le decine di società di atletica leggera che operano in Sardegna attraverso migliaia di praticanti, ma per l'intero mondo sportivo regionale che verrebbe definitivamente espropriato di un bene indispensabile ed irripetibile,

tutto ciò premesso chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, spettacolo e sport per sapere quali iniziative intendano adottare per scongiurare il pericolo della demolizione, stravolgimento e ridimensionamento dello Stadio S. Elia e della conseguente sottrazione del medesimo alle finalità per le quali fu realizzato ed in particolare quella di unica struttura esistente in Sardegna idonea ad ospitare grandi eventi sportivi di carattere internazionale di calcio e atletica leggera.

Cagliari, 17 aprile 2002